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COMUNICATO STAMPA: Reggio Calabria 8 Dicembre 2004

Siglato l'accordo per i lavoratori
LSU/LPU con l'Assessore Regionale al Lavoro.

IL Responsabile ALAI-CISL
Domenico Serrano'

Ieri in tarda serata, dopo una estenuante trattativa durata tutta la giornata, le OO.SS. regionali CGIL,CISL, UIL hanno raggiunto un accordo con il quale l'Assessore Regionale al Lavoro On.le Mangialavori si è impegnato a proporre alla Giunta regionale la proroga per il prossimo anno per i lavoratori LSU/LPU.

Oltre alla proroga per il prossimo anno le OO.SS. sono riusciti ad ottenere:
l'immediata pubblicazione degli elenchi del bacino regionale degli LSU/LPU, la presentazione al Consiglio regionale del piano annuale e triennale per la stabilizzazione, la corresponsione agli LPU dal 1.1.2005 degli assegni familiari, la convocazione del comitato previsto dall'art. 1 della L.R. 20/2003, un incontro con il Sottosegretario al Lavoro Viespoli per sottoporre al Governo una serie di azioni tendenti alla stabilizzazione, a risolvere d'intesa con l'ANCI i problemi che si stanno creando con molti comuni per l'istituto della "compensazione" in modo tale da non danneggiare i sussidi dei lavoratori.

Il sit-in di oggi, che interessava i precari di Catanzaro, Vibo e Crotone ha visto la partecipazione di numerosi lavoratori che hanno costretto l'Assessore, la dirigenza dell'Assessorato e il Capo di Gabinetto del Presidente Chiavalloti, Dott.r Morelli, a riconoscere i ritardi e le inadempienze della Regione e convincendoli, alla fine della lunga trattativa, a prendere precisi impegni.

Per la CISL, oltre al Segr. Regionale Luigi Sbarra, erano presenti le delegazioni di tutte e cinque le province, per la nostra erano presenti Serrano' e Cagliuso.

In attesa che gli impegni presi diventino provvedimenti della Giunta e del Consiglio
Regionale sono stati sospesi i sit-in del 9 e del 10 Dicembre previsti per i lavoratori della provincia di Cosenza e Reggio Cal.

 

COMUNICATO STAMPA: Reggio Calabria 26 Novembre 2004

Adesione dei lavoratori LSU/LPU allo
sciopero generale del 30 Novembre 2004

L' ALAI- CISL di Reggio Calabria nel dare piena adesione allo Sciopero Generale indetto da CGIL - CISL - UIL del 30 NOVEMBRE 2004, sollecita tutti i lavoratori LSU/LPU a scioperare contro una finanziaria che, ancora una volta, li
penalizza.

Ribadisce e fa proprie le motivazioni dello sciopero, indetto dalle segreterie nazionali di CGIL-CISL-UIL, perché non è accettabile una finanziaria:
- che colpisce il Mezzogiorno,
- che crea un solco sempre più profondo tra ricchi e poveri,
- che taglia i trasferimenti agli Enti Locali,
- che impone il blocco delle assunzioni,
- che ha come logica i tagli indiscriminati,
- che ignora totalmente i problemi dei precari.

Si scende in sciopero, anche, contro la Regione Calabria che ha completamente abbandonato i lavoratori LSU/LPU, basti considerare che:

- a distanza di un anno dall'emanazione della Legge Regionale 19 Novembre 2004, n. 20, l'Assessorato al Lavoro, ancora, non ha pubblicato l'elenco dei lavoratori LSU/LPU destinatari della legge stessa;
- eroga i sussidi ai lavoratori LPU ogni 5/6 mesi;
- ritarda i piani di stabilizzazione annuale e triennale;
- affossa anche i bandi per la fuoruscita dei lavoratori;
- tace sui fondi che intende mettere nei bilanci dei prossimi anni;
- ritarda la richiesta di proroga per il 2005;
- ignora la riserva del 30% per gli LSU/LPU nei concorsi banditi.

Per queste ragioni sollecita tutti gli LSU/LPU a partecipare anche alle manifestazioni del 30 Novembre che si terranno sul territorio della provincia ( Reggio Cal. - Polistena - Rosarno - Locri - Marina di Gioiosa Jonica)


IL RESPONSABILE ALAI-CISL
(Domenico Serrano')

Reggio Calabria, 22 novembre 2004
Ufficio Stampa Cisl Reggio Calabria

Esce più che mai rafforzata la Cisl dalla tornata elettorale per il rinnovo delle Rsu del pubblico impiego. Un risultato che conferma la presenza del sindacato d'ispirazione cattolica a difesa di tutti i dipendenti del pubblico impiego, nella difficile e impegnativa partita legata ai rinnovi contrattuali e alla salvaguardia del loro futuro pensionistico.
Grande soddisfazione per il risultato uscito dalle urne lo esprimono il segretario generale Cosimo Piscioneri e il segretario Cisl-Fps Natale Pace: "Da questa tornata elettorale la Cisl esce decisamente rafforzata. Siamo andati bene in tutti i settori e in alcuni, in particolare, abbiamo accresciuto la nostra rappresentanza. Comunali, statali, parastatali e sanità, tutti settori dove si è confermata in modo chiaro e cristallino la radicalità delle rappresentanze Cisl".
"Un risultato indiscutibile - sostiene ancora il segretario generale Cosimo Piscioneri -, che dà ragione ai sindacati confederali, che in alcuni settori hanno raggiunto anche il 90% delle rappresentanze. Dati che testimoniano la massiccia affluenza alle urne da parte dei lavoratori, con picchi decisamente rilevanti in realtà significative. E' indubbio che i lavoratori hanno ben compreso il significato di queste elezioni e l'importanza della politica confederale. Se qualcuno ha solo per un attimo inseguito l'illusione di un arretramento delle organizzazioni confederali per indebolire il tessuto connettivo dei lavoratori del pubblico impiego, adesso deve fare marcia indietro e prendere coscienza che i lavoratori sono più che mai convinti che sia il sindacato a dover difendere e rappresentare i loro interessi e i loro diritti, individuali e collettivi. Il Governo e gli enti locali non possono più chiudere gli occhi sul sindacato e sostenere che questo non rappresenta la volontà dei lavoratori. A questo punto l'Esecutivo nazionale deve riflettere attentamente su dati che sono incontrovertibili per far ripartire la contrattazione e definire i contratti ancora aperti del pubblico impiego".


Reggio Calabria, 21 novembre 2004

Adolfo Romeo - CISL FPS Reggio Calabria

Elezioni RSU dipendenti Regione Calabria: eccezionale risultato della CISL-FPS di Reggio Calabria che conquista 5 seggi, due in più rispetto alle elezioni 2001.

In tutta la Calabria, il sindacato di Pezzotta conquista 30 dei 48 seggi in palio.

Dichiarazione di Adolfo Romeo, segretario SAS CISL dipendenti regionali di Reggio C.

Eccezionale risultato per la CISL-FPS di Reggio Calabria che nelle elezioni per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie – RSU - dei dipendenti della Regione Calabria ha conseguito oltre il 50 per cento dei consensi, 504 voti su circa 1000 votanti e 9 eletti. In particolare, i voti riportati dalla lista del sindacato di Savino Pezzotta nei tre seggi della provincia reggina, sono stati rispettivamente 316 nel seggio di Reggio (630 votanti), 98 in quello di Locri e 90 a Gioia Tauro. Primo degli eletti è risultato Adolfo Romeo, segretario provinciale della SAS CISL dipendenti regionali, che ha riportato ben 154 voti nella sola città di Reggio, progredendo ampiamente rispetto alla precedente tornata elettorale delle RSU del novembre 2001. Gli altri eletti CISL assieme ad Adolfo Romeo sono Giovanni Arcadi, Giuseppe Bombara, Michele Brilli, Felice Foti, Antonio Mangiola, Filippo Praticò, Domenico Strati e Giuseppe Varacalli.

L’ampio consenso ricevuto da Romeo è giudicato come il giusto riconoscimento per l’ottimo lavoro da egli svolto in questi anni a favore di tutti i dipendenti regionali, oltre che per le battaglie lineari, pragmatiche e disinteressate condotte come rappresentante sindacale.

“E’ un primo posto di grandissima importanza quello ottenuto dalla CISL in Calabria e di conseguenza a Reggio all’insegna dello slogan “niente ideologia, solo sindacato” – dichiara in proposito Adolfo Romeo –. Di grande valenza per le stesse dimensioni dei numeri della competizione. Le elezioni per le RSU dei dipendenti dell’ente Regione hanno fatto della Calabria un unico collegio proporzionale di significativa dimensione: si è votato contemporaneamente in tutte e cinque le province, gli aventi diritto al voto erano oltre 4000, circa tremila i votanti. In tutta la Calabria dunque, la CISL FPS ha ottenuto 1771 voti conquistando 30 dei 48 seggi in palio.

Il sindacato di Pezzotta ha pertanto, nettamente distanziato la seconda lista per numero di consensi, quella della CGIL che ha riportato 435 voti e 8 posti, cui sono seguite la UIL con 253 voti e 5 posti, la Diccap (111 voti e 2 posti), la RDB (70 voti e 1 posto), l’UGL (59 voti e 1 posto), infine la CSA (45 voti e 1 posto). Molti eletti delle altre liste confederali e autonome inoltre, hanno raggiunto il quorum proprio in provincia di Reggio dove la battaglia per la conquista del voto è stata agguerrita, simile quasi per tensione e impegno ad altri tipi di competizione elettorale.

Per la cronaca, di Reggio sono due su otto gli eletti per la CGIL, Rolando Vasile e Maurizio Barbucci; uno dei due eletti per la Diccap, Giovanni Vozza; e quindi, gli unici eletti per la CSA, Aurelio Guarnaccia, e per le RDB, Franco Minniti.

“Il risultato di Reggio – prosegue Adolfo Romeo - è ancor più straordinario perché la CISL è passata dai 3 seggi del 2001 ai cinque di oggi, con un aumento consistente in termini di voti e di percentuali, che è il tangibile premio dell’impegno del nostro sindacato a favore dei colleghi di lavoro. La CISL – FPS reggina ringrazia perciò, tutti gli elettori per la fiducia assegnata ai propri rappresentanti i quali rinnovano l’impegno a risolvere le tante problematiche territoriali esistenti, a migliorare le prestazioni a favore degli uffici decentrati della provincia di Reggio e dei centri di formazione professionale.

Gli eletti CISL – dice ancora Adolfo Romeo - proseguiranno nell’azione volta ad instaurare sempre migliori e costruttivi rapporti con l’amministrazione regionale. Primo appuntamento sarà l’incontro con l’assessore al personale on. Alberto Sarra, in calendario il 27 novembre prossimo, per la stipula in via definitiva del contratto integrativo 2004, un risultato anche questo – sottolinea Romeo - acquisito per la forte spinta impressa dalla CISL che consente un’ulteriore progressione economica per i lavoratori dalla categoria A alla D, e l’assegnazione delle indennità previste dal contratto.

Ma sul tavolo delle rivendicazioni, la delegazione CISL-FPS porrà tutta la partita relativa all’attuazione del decentramento e, dunque, del passaggio dei dipendenti regionali negli enti destinatari delle deleghe che dovranno essere trasferite entro breve tempo dalla Regione, alla sistemazione del personale delle equipe socio-psico-pedagogiche, dei lavoratori precari interinali e dei disciolti consorzi di bonifica.

 

Comunicato Stampa 16 ottobre 2004

Saverio Vespia
Responsabile Provinciale Adiconsum - Reggio Calabria

"PROTAGONISMO DELL'ADICONSUM PER UN REALE POTERE CONTRATTUALE DEI CONSUMATORI"

Carissimi amici, vi ringrazio della vostra numerosa partecipazione a questo evento che possiamo definire il battesimo ufficiale di questa associazione che formalizza l'organigramma democratico eletto per la prima volta direttamente dagli associati.
In apertura dei lavori è mio dovere esprimere gratitudine alla CISL per il lodevole sostegno, la disponibilità e l'ospitalità.
Ringrazio in particolare per la presenza………………..
Nel 1987, quando è nata l'Adiconsum, il ruolo svolto dalle Associazioni dei Consumatori era praticamente sconosciuto: oggi, a distanza di 17 anni, si sono affermate come un nuovo soggetto sociale.
È il prodotto di una crescita che non trova riscontro né in altri settori, né in altri paesi europei.
Il ruolo delle associazioni si è sviluppato, di anno in anno, nel rapporto con le istituzioni, con le imprese e con i mass-media, ma soprattutto, è cresciuta l'attenzione e la fiducia dei consumatori.
Consumatori sempre più consapevoli dei propri diritti, più protagonisti del mercato e non più soggetti passivi.
In questi anni, rilevante è stata la crescita dell'Adiconsum sul territorio, grazie, in particolare, al positivo rapporto con la CISL ed alla collaborazione che ne è scaturita.
Per favorire questo nostro sviluppo sono stati realizzati protocolli nazionali di collaborazione con la CISL, con la FNP e sul territorio, anche con altre categorie.
L'Adiconsum rappresenta circa 110.000 associati ed ha oltre 500 quadri, in prevalenza volontari, che operano nell'Associazione dei quali sono funzionanti circa 265 sportelli territoriali che coprono le regioni, le province e le città non capoluogo.
Nessuna altra associazione dei consumatori dispone di una rete così capillarmente diffusa nel territorio.
L'anno 2001, a seguito dei suggerimenti del già Segretario regionale SI.NA.L.CO. VVF, il Segretario Generale della CISL di Reggio Calabria Cosimo Piscioneri, decideva di realizzare nella provincia di Reggio Calabria la presenza dell'ADICONSUM che è l'Associazione di consumatori promossa dalla CISL.
L'Esecutivo confederale, a giugno del 2001, nominava responsabile provinciale Saverio Vespia.
L'inizio dell'attività dell'ADICONSUM di Reggio Calabria è stata possibile anche grazie alla disponibilità della CISL e della FNP di Reggio Calabria di dotare la struttura dell'Associazione dei locali e degli strumenti di lavoro necessari (P.C., arredi, ecc).
Per avere la possibilità di cominciare ad operare era necessario dotarsi di un finanziamento minimo per cui è stata esplorata con successo la strada delle convenzioni con le categorie della CISL.
In questa sede, quindi, è doveroso dare atto alle Federazioni le quali hanno aderito alla convenzione che ha materialmente consentito l'avvio dell'attività dell'Associazione di consumatori .
L'ADICONSUM di Reggio Calabria si è distinta fin dall'inizio per l'attività di assistenza e consulenza nei contenziosi che interessano i consumatori in particolare nei seguenti settori:
Ø settore bancario e assicurativo;
Ø settore del commercio e della grande distribuzione;
Ø settore della sicurezza alimentare;
Ø settore dei servizi pubblici (Poste, trasporti, telefonia, elettricità);
Ø settore della TV digitale;
Ø vigilanza sulla formazione dei prezzi e tariffe.

Adiconsum ha svolto un ruolo leader nel consumerismo italiano per la capacità di essere presente con proposte puntuali e tempestive su vari problemi, per la scelta di dialogare e di confrontarsi con le istituzioni, con le imprese e con gli altri soggetti sociali.
Questo risultato politico e organizzativo è da ascriversi a tutti i quadri, ieri come oggi, impegnati in Adiconsum, al centro e in periferia.La crescita di Adiconsum è frutto dell'impegno di quadri volontari, che sono stati e restano una risorsa insostituibile.


Con l'introduzione dell'Euro il costo del denaro si è ridotto di circa 2 punti (dal 5% al 3%), creando le premesse per una bassa inflazione e una ripresa degli investimenti.
Consapevoli che con l'Euro le svalutazioni competitive non sarebbero state più possibili, bisognava impegnarsi a sviluppare la ricerca, destinare maggiori risorse alla scuola, incentivare gli investimenti nelle nuove tecnologie, rafforzare la cooperazione con i paesi entranti nell'Unione;promuovere quel circuito virtuoso di innovazione e sviluppo che avrebbe dovuto portare a migliorare la competitività dell'Italia.
Le attese positive non si sono realizzate, il circuito virtuoso non si è messo in moto perché nel frattempo è intervenuta la crisi economica internazionale, ma anche perché il sistema Italia ci ha messo del suo.
La mancanza di adeguati controlli sui prezzi dopo l'introduzione dell'Euro, ha permesso una vastissima speculazione sui prezzi, con aumenti ingiustificati, che hanno provocato un minor potere di acquisto delle famiglie e in conseguenza un vistoso calo dei consumi con le inevitabili ripercussioni sulle possibilità di ripresa.
Il Governo di centro-destra, anziché ricercare coesione sociale e consenso per rilanciare lo sviluppo, ha scelto lo scontro frontale con il sindacato, con l'obiettivo di un suo ridimensionamento; ha alimentato il conflitto con la magistratura per ridurne l'autonomia; ha indicato nell'euro il capro espiatorio dell'aumento dei prezzi e nell'Europa la causa dei problemi del paese. Il controllo dei mass media ha permesso un'informazione ingannevole, che ha coperto le scelte sbagliate e il sostanziale immobilismo rispetto ai problemi concreti.
Negli ultimi due anni si è anche aggiunta la grave crisi sul risparmio che ha coinvolto importanti gruppi del nostro Paese (Cirio, Parmalat) e che ha portato alla luce numerose truffe a danno dei piccoli risparmiatori.
La politica dei condoni ha poi danneggiato i cittadini onesti e premiato gli evasori; i condoni hanno riproposto e valorizzato una cultura della illegalità e dell'evasione che dovrebbe essere contrastata.
I continui tagli di risorse agli enti locali hanno provocato un aumento di tasse e tariffe dei servizi locali.
Il livello di tassazione nei confronti delle famiglie non è quindi diminuito, come affermano esponenti del Governo, ma si è ulteriormente appesantito.

I risparmi delle famiglie non sono tutelati, perché, troppo spesso sono alla mercé di furbizie, raggiri, e anche di truffe.
Ciò è dovuto ad una insufficiente informazione, alla scarsa trasparenza dei contratti sottoposti al risparmiatore e alla passiva fiducia nei confronti dell'Istituto o della persona che propone l'investimento e, più semplicemente, per la mancanza di alternative
I casi dei bond Argentina, Cirio, Parmalat, ecc. non sono casi isolati, ma la punta di un iceberg.
Il problema non riguarda solo i bond ma anche le polizze vita dove la dimensione del crac della Parmalat si ripete ogni anno per contratti non trasparenti, penalità sconosciute ed esose, con il risultato che solo metà dei risparmiatori porta a termine questo investimento.
È necessario un quadro normativo che riordini le responsabilità di Banca d'Italia sulla vigilanza, la responsabilità dell'Antitrust sulla concorrenza e la responsabilità della Consob per quanto riguarda il risparmio destinato all'impresa.
Sono essenziali più controlli, sanzioni e nuove incompatibilità per evitare il ripetersi di quanto accaduto sul risparmio nel nostro Paese.
Per Adiconsum è importante l'istituzione di un fondo a "garanzia del risparmio" (non a garanzia del rischio) come protezione contro le truffe a danno di piccoli risparmiatori. Fondi analoghi già esistono nelle assicurazioni per le vittime della strada, nel turismo, ecc.
Le informazioni vanno rese più semplici per consentire a tutti i risparmiatori una corretta valutazione del rischio dell'investimento e rendere consapevole il risparmiatore che ad un rendimento elevato corrisponde un rischio altrettanto elevato.
L'iniziativa di "Patti chiari" con l'ABI è un primo passo per migliorare l'informazione; altre iniziative possono e devono seguire da parte delle singole banche.
Energia elettrica e gas in Italia sono più cari che nel resto d'Europa; i black out hanno evidenziato anche la debolezza del nostro sistema elettrico caratterizzato da:
o Centrali di produzione obsolete, retaggio del monopolio pubblico.
o Dipendenza da energia importata per circa il 20%.
o Investimenti irrilevanti nelle energie alternative (solare, eolico, ecc).
o Mancanza di una politica sul risparmio energetico e sull'uso razionale della stessa energia. Inoltre, la dipendenza dell'energia elettrica dal petrolio ha causato significativi aumenti (altre fonti di energia non ne hanno avuto quali il carbone e il nucleare). L'Autorità dell'Energia ha regolato la tariffa unica nazionale, ha evitato fino ad oggi aspetti speculativi sul prezzo dell'energia elettrica.
L'attività dell'associazione va oltre i temi toccati, riguarda settori dove già esiste una consolidata esperienza di iniziative che impegnano quotidianamente l'associazione e che non rivestono minor valore rispetto ad altri temi trattati.
Ci riferiamo:
o Al settore assicurativo per dare continuità ad una politica di riduzione delle tariffe RC, nuove regole sulla mutualità per impedire che ai giovani siano chieste tariffe esorbitanti, un miglioramento del servizio, investimenti concreti sulla prevenzione e sicurezza stradale.
o Al settore del commercio nel perseguire lo sviluppo della grande distribuzione organizzata anche nelle aree del mezzogiorno, come un elemento di concorrenza al commercio tradizionale che deve ristrutturarsi e specializzarsi.
Vanno diffusi i nuovi diritti della legge sulla conformità che restano ancora sconosciuti.
o Alla sicurezza alimentare nel far rispettare le norme sulla tracciabilità, e sugli OGM, migliorare le informazioni in etichetta (con la data di produzione e non solo quella di scadenza).
o Ai servizi pubblici (poste, trasporti, telefono) affinché gli standard qualitativi siano sempre più precisi, con controlli anche da parte delle associazioni.
o Alla TV digitale dove, pur favorevoli allo sviluppo di queste tecnologie, occorre evitare che dietro l'aspetto tecnico si crei una condizione di monopolio inaccettabile ed in violazione della stessa legge.
o Sui prezzi perseguire l'impegno a vigilare e denunciare tutti quegli aumenti speculativi, operando sul territorio con osservatori su prezzi e tariffe in grado di cogliere le criticità. Un osservatorio nazionale ci permetterà di realizzare approfondimenti rapidi in temi di prezzi e tariffe per poter intervenire in maniera tempestiva e precisa
Per i lavoratori immigrati iniziative specifiche rivolte ad una loro integrazione sociale, con informazioni sui diritti, sull'accesso ai servizi pubblici e strutture sanitarie. Chiedere al Ministero che risorse specifiche siano destinate a questi progetti.
Valutare con Anolf la possibilità di dar vita anche ad una associazione specifica che tuteli i diritti dei consumatori immigrati.

Tale attività a Reggio Calabria, che come detto è presente da qualche anno, ha creato numerose adesioni all'ADICONSUM per cui attualmente, il numero complessivo dei soci è salito a 500 tra soci ordinari e soci convenzionati.
Va considerato il fatto importante che l'assistenza nei contenziosi avviene anche nei confronti di consumatori di altre province essendo l'ADICONSUM di Reggio Calabria uno dei pochi sportelli funzionanti in Calabria.
L'attività posta in essere viene realizzata con l'ausilio di consulenza qualificata di esperti nelle varie materie che mettono a disposizione le loro professionalità in maniera del tutto gratuita.
Occorre proporre nuovi valori, nuove presenze, nuovi servizi per la responsabilità sociale ed etica di chi opera nell'ADICONSUM.
Portare a sintesi, interessi differenziati esplicitando comuni valori condivisi.
Occorre poi, oltre al programma, una speranza. Tutto ciò ci porta al rapporto tra etica e organizzazione, in cui l'erogazione dei servizi è reinserita e giustificata in una logica di allargamento della base associativa.
Con tale spirito, l'ADICONSUM di Reggio Calabria ha ottenuto significativi ed importanti risultati in particolare nel settore assicurativo, dei servizi pubblici (poste, telefonia, elettricità), della TV digitale e sui prezzi perseguendo l'impegno a vigilare e denunciare tutti gli aumenti speculativi.
In questa sede lanciamo, quindi, un invito a tutti gli amici della Confederazione ad associarsi a tali iniziative per realizzare sempre più numerose e diversificate consulenze nei vari settori.
Pertanto l'ADICONSUM di Reggio Calabria si impegna a tutelare, i consumatori per evitare che vengano raggirati, e truffati e che siano una volta per tutte
protagonisti per un reale potere contrattuale.


COMUNICATO STAMPA; Reggio Calabria 13 Ottobre 2004

IL RESPONSABILE ALAI - CISL Domenico Serrano

Sempre più di nero in nero per gli LSU/LPU

Nei giorni scorsi " Il Sole 24-ore Sud " ci ha riportato una ricerca fatta dall'Eurispes, secondo cui la stima per il lavoro nero in Calabria per il 2004 raggiunge oltre il 35% del PIL ufficiale calabrese.
Seguono alla radiografia, analisi e terapie da parte di politici ed esperti.

Ma nessuno si scandalizza, se poi sono per primi gli Enti pubblici ad utilizzare lavoro nero. Difatti, regione, province, comuni ed enti vari utilizzano la disponibilità degli LSU/LPU a lavorare in nero. Sono oltre 10.000 precari che sono senza tutele e garanzie, senza assegni familiari, senza copertura previdenziale.
Vengono, spesso e volentieri, ricattati e minacciati se non prestano determinati servizi e con orari inimmaginabili senza alcun minima contrattazione sindacale.

E la Regione, invece di accellerare i tempi per svuotare il bacino scarica il problema additando le amministrazioni precedenti, preannunciando percorsi, usando il fenomeno per promozione pre-elettorale, inventandosi commissioni, mega strutture, scuole, consulenti per studiare e combattere il LAVORO NERO.

Difatti, a distanza di un anno dalla legge regionale 20/03 la Regione:
· non ha ancora pubblicato gli elenchi dei lavoratori che appartengono al bacino degli LSU/PLU (art. 2 della citata L.R. 20/03).
· non ha preparato il piano per dare gli incentivi a coloro che rispondendo
al bando previsto dalla legge regionale 20/03 e scaduto il 5 Luglio,
hanno presentato domanda per iniziare il processo di stabilizzazione.
Sono, infatti, circa 1200 le domande pervenute sia dai singoli lavoratori che
dalle imprese e dagli enti.
· Non riesce ad elargire l'esiguo assegno assistenziale mensile, se non dopo
sei mesi. Basti pensare che tra la firma del provvedimento per il pagamento
dell'assegno e la liquidazione ai precari passano oltre due mesi. Mentre ai
tanti consulenti e collaboratori spesso inutili ed incompetenti vengono
liquidate cifre altissime in tempi brevi.
___________________________________________________________
ALAI -CISL VIA DEI CORRETTORI, 6 89127 REGGIO CALABRIA TEL. 0965-27173 Fax 0965- 331820


E se poi ci si mette anche il Presidente della Provincia di Reggio Calabria che prima sottoscrive un verbale (12.2.2003) dove si impegna, coinvolgendo tutti gli enti pubblici del territorio, ad aprire percorsi per stabilizzare addirittura tutti i 3000 LSU/LPU della provincia di Reggio, e poi non riesce a formulare un piano di stabilizzazione per i 180 LSU/LPU del suo Ente, di chi bisogna più fidarsi?
La situazione non è proprio rosea, il Presidente della provincia non è ancora riuscito a distanza di un anno a mezzo ad aprire un tavolo con le parti sociali, a presentare un vero percorso di stabilizzazione, se non fumose e strani percorsi come: comandi, trasferimenti, collaborazioni, esternalizzazioni che portano lavoro stabile solo per un anno o solamente annunci stampa per concorsi con posti vacanti che dovrebbero liberarsi dopo aver effettuato le progressioni interne.

Non è di meno il comune di Reggio Calabria che nonostante l'avvio della esternalizzazione dei servizi di N.U., la creazione della Società Leonia con la conseguente stabilizzazione dei lavoratori LSU, difronte agli attacchi politici e alla sentenza del Consiglio di Stato dimostra ancora una volta che la politica del fai da te non crea e non trasmette vere certezze. Anzi,conferma ancora una volta che andare avanti da solo senza il coinvolgimento dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali, di quel consiglio comunale che ha avviato il processo di esternalizzazione e della società tutta non si possono creare occasioni di sviluppo per il territorio.

Ancora una volta chiediamo alla politica e alle istituzioni una vera svolta, affinchè mettano veramente in moto gli strumenti per CONCRETIZZARE, attivando, ciascuno per il proprio ruolo, tutte le iniziative a favorire vere politiche di sviluppo concertate.
E' tempo che maggioranza e minoranza in seno a tutti gli Enti mettano al centro delle loro politiche e dei loro programmi la dignità di questi lavoratori.



Lamezia Terme, 9 settembre 2004

LSU-LPU Situazione sempre più insostenibile
Dichiarazione di Luigi Sbarra Segretario Generale CISL Calabria.

L'amministrazione Comunale di Catanzaro invia a 85 lavoratori di Pubblica Utilità con data retroattiva lettere di licenziamento adducendo come motivazione la mancata copertura finanziaria da parte della Regione necessaria per il pagamento dei sussidi dal 1 Luglio al 31.12.2004.

Il Sindaco Abramo anziché chiedere al suo amico Governatore Chiaravalloti le ragioni e le motivazioni del lunghissimo elenco di consulenti e collaboratori superpagati dalla Regione, e perché a distanza di mesi non si è proceduto ad individuare le risorse necessarie ad assicurare la prosecuzione dei progetti Lpu grazie ai quali anche nella Città di Catanzaro si garantiscono servizi utili alla collettività, trova invece comodo inviare con una freddezza inaudita lettere di licenziamento a 85 poveri lavoratori.

Tale determinazione rischia di creare un precedente pericoloso con prospettive di smantellamento complessivo dell'esperienza dei progetti Lpu in Calabria.

La Cisl si mobilita a difesa del lavoro con una prima manifestazione sit-in presso la Giunta Regionale Venerdì 10 Settembre e con la occupazione da parte dei Lavoratori di Pubblica Utilità della Sala del Consiglio Comunale di Catanzaro se i licenziamenti non saranno subito revocati.


Mentre si attende a quasi un anno della sua approvazione che la Legge Regionale N° 20 avvii il processo di stabilizzazione dei quasi diecimila lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità impegnati Calabria, diventa sempre più insostenibile il ritardo della Giunta Regionale rispetto ad alcuni adempimenti di attuazione della stessa legge ed alla mancata corresponsione dal mese di Aprile delle indennità maturate dai 4.000 Lpu.

Vorremmo chiedere all'On. Mangialavori ed al Presidente Chiaravalloti se hanno ben presente la gravità del problema e se sono a conoscenza che tanti dei lavoratori Lpu hanno famiglie a carico e vivono in una condizione sociale inaccettabile per la esiguità del sussidio di appena 480 euro al mese. Se poi le indennità vengono stranamente liquidate ogni 5-6 mesi le difficoltà aumentano notevolmente.

Può sembrare strumentale ma non è il chiedersi come è possibile che all'esercito di consulenti e collaboratori della Regione si liquidano cifre da capogiro e tanta di questa gentaglia nessuno conosce , nessuno sa cosa fa , dove lavora ,cosa produce e contemporaneamente ai 10.000 Lsu ed Lpu che fanno il loro dovere quotidianamente si negano diritti elementari come quelli di una dignitosa retribuzione.

E' semplicemente vergognoso quanto sta avvenendo nel totale disinteresse della maggioranza che governa la Regione e nella colpevole distrazione di chi dovrebbe esercitare un minimo di controllo politico come minoranza in consiglio regionale.

Nessuno riesce a capire per quali ragioni l'attuale Assessorato Regionale al Lavoro non attiva , cosi come previsto dalla Legge Regionale 20 del 19.11.2003, il Piano Annuale e Triennale per dare piena esecutività alle richieste di stabilizzazioni degli Lsu-Lpu pari quasi a 1.200 unità pervenute da Enti Locali , Imprese , singoli lavoratori ; perché si ritarda la pubblicazione del Bando per le stabilizzazioni legate all'annualità 2004; per quali motivi la Giunta Regionale non ha ancora deliberato la proroga con relativo impegno di spesa sino al 31.12.2004 di tutti i progetti Lpu tanto che alcuni Enti Utilizzatori cominciano a licenziare e sospendere i lavoratori.

Dal mese di Aprile 4.000 unità Lpu impegnate nei progetti, che continuano con serietà , impegno e professionalità a garantire servizi essenziali alle comunità ,si vedono negato il diritto al sussidio nell'assoluta distrazione e nel disinteresse dell'Assessorato al Lavoro e dell'intera Giunta Regionale.


Di fronte a queste esigenze la Regione Calabria dimostra, ancora una volta, l'incapacità di gestire , applicare ed attuare le stesse leggi che emana oltre che l'indisponibilità ad elaborare un piano per il lavoro che metta in moto processi di sviluppo per i giovani disoccupati e che permettano la piena e stabile occupazione per tutti i diecimila precari LSU/LPU.

Mobiliteremo i lavoratori LSU/LPU per una forte protesta nei territori ed a livello regionale qualora tali ingiustizie non dovessero essere definite e risolte nel più breve tempo possibile.

Lamezia Terme 9.9.2004

Lamezia Terme 9 settembre 2004

LSU-LPU Situazione sempre più insostenibile
Dichiarazione di Luigi Sbarra Segretario Generale CISL Calabria.

L'amministrazione Comunale di Catanzaro invia a 85 lavoratori di Pubblica Utilità con data retroattiva lettere di licenziamento adducendo come motivazione la mancata copertura finanziaria da parte della Regione necessaria per il pagamento dei sussidi dal 1 Luglio al 31.12.2004.

Il Sindaco Abramo anziché chiedere al suo amico Governatore Chiaravalloti le ragioni e le motivazioni del lunghissimo elenco di consulenti e collaboratori superpagati dalla Regione, e perché a distanza di mesi non si è proceduto ad individuare le risorse necessarie ad assicurare la prosecuzione dei progetti Lpu grazie ai quali anche nella Città di Catanzaro si garantiscono servizi utili alla collettività, trova invece comodo inviare con una freddezza inaudita lettere di licenziamento a 85 poveri lavoratori.

Tale determinazione rischia di creare un precedente pericoloso con prospettive di smantellamento complessivo dell'esperienza dei progetti Lpu in Calabria.

La Cisl si mobilita a difesa del lavoro con una prima manifestazione sit-in presso la Giunta Regionale Venerdì 10 Settembre e con la occupazione da parte dei Lavoratori di Pubblica Utilità della Sala del Consiglio Comunale di Catanzaro se i licenziamenti non saranno subito revocati.


Mentre si attende a quasi un anno della sua approvazione che la Legge Regionale N° 20 avvii il processo di stabilizzazione dei quasi diecimila lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità impegnati Calabria, diventa sempre più insostenibile il ritardo della Giunta Regionale rispetto ad alcuni adempimenti di attuazione della stessa legge ed alla mancata corresponsione dal mese di Aprile delle indennità maturate dai 4.000 Lpu.

Vorremmo chiedere all'On. Mangialavori ed al Presidente Chiaravalloti se hanno ben presente la gravità del problema e se sono a conoscenza che tanti dei lavoratori Lpu hanno famiglie a carico e vivono in una condizione sociale inaccettabile per la esiguità del sussidio di appena 480 euro al mese. Se poi le indennità vengono stranamente liquidate ogni 5-6 mesi le difficoltà aumentano notevolmente.

Può sembrare strumentale ma non è il chiedersi come è possibile che all'esercito di consulenti e collaboratori della Regione si liquidano cifre da capogiro e tanta di questa gentaglia nessuno conosce , nessuno sa cosa fa , dove lavora ,cosa produce e contemporaneamente ai 10.000 Lsu ed Lpu che fanno il loro dovere quotidianamente si negano diritti elementari come quelli di una dignitosa retribuzione.

E' semplicemente vergognoso quanto sta avvenendo nel totale disinteresse della maggioranza che governa la Regione e nella colpevole distrazione di chi dovrebbe esercitare un minimo di controllo politico come minoranza in consiglio regionale.

Nessuno riesce a capire per quali ragioni l'attuale Assessorato Regionale al Lavoro non attiva , cosi come previsto dalla Legge Regionale 20 del 19.11.2003, il Piano Annuale e Triennale per dare piena esecutività alle richieste di stabilizzazioni degli Lsu-Lpu pari quasi a 1.200 unità pervenute da Enti Locali , Imprese , singoli lavoratori ; perché si ritarda la pubblicazione del Bando per le stabilizzazioni legate all'annualità 2004; per quali motivi la Giunta Regionale non ha ancora deliberato la proroga con relativo impegno di spesa sino al 31.12.2004 di tutti i progetti Lpu tanto che alcuni Enti Utilizzatori cominciano a licenziare e sospendere i lavoratori.

Dal mese di Aprile 4.000 unità Lpu impegnate nei progetti, che continuano con serietà , impegno e professionalità a garantire servizi essenziali alle comunità ,si vedono negato il diritto al sussidio nell'assoluta distrazione e nel disinteresse dell'Assessorato al Lavoro e dell'intera Giunta Regionale.


Di fronte a queste esigenze la Regione Calabria dimostra, ancora una volta, l'incapacità di gestire , applicare ed attuare le stesse leggi che emana oltre che l'indisponibilità ad elaborare un piano per il lavoro che metta in moto processi di sviluppo per i giovani disoccupati e che permettano la piena e stabile occupazione per tutti i diecimila precari LSU/LPU.

Mobiliteremo i lavoratori LSU/LPU per una forte protesta nei territori ed a livello regionale qualora tali ingiustizie non dovessero essere definite e risolte nel più breve tempo possibile.


"Il turismo nella nostra realtà"

Reggio Calabria 13 agosto 2004
Rosi Perrone Segretario Conf.le Cisl
Francesco Spano' Segretario Provle. Fisascat Cisl


Il turismo nella nostra realtà è un settore nel quale abbondano idee e proposte che però si scontrano regolarmente con una serie di difficoltà pratiche riconducibili anche alla mancanza di un progetto di sviluppo turistico complessivo, sostenibile, incentivato e concertato.
Quello che sembra un argomento alla portata di tutti deve però essere considerato con la massima attenzione e serietà in quanto deve essere recepito come una delle poche fonti di riscatto e di rilancio dell'intera provincia reggina.
Da una analisi sommaria della situazione non si evincono dati estremamente confortanti poiché le lacune e la scarsa valorizzazione delle nostre risorse sono ciclopiche e disarmanti. Molte le iniziative singole, ma anche, spesso, fini a se stesse, e che dovrebbero invece rientrare in un progetto definito e mirato.
L'aereoporto è diventato ormai un tormentone: nonostante serva la realtà dello Stretto la struttura non "decolla", e non si comprende il motivo per il quale questa città sia impotente davanti ad un problema che in larga parte dipende dalla volontà di praticare oltre che predicare il concetto di sviluppo endogeno. Tariffe allucinanti allontanano l'utenza e la dirottano verso altre realtà, creando i presupposti per un declassamento del nostro aeroporto . E' significativa la decisione politica territoriale di questi giorni di tentare di divincolarsi dal monopolio dell'Alitalia. Il nostro aeroporto ha tutte le caratteristiche per diventare scalo internazionale e d'altronde, se aeroporti internazionali sono stati interamente "rubati" al mare, noi a Reggio Calabria possiamo e dobbiamo, in un progetto di sviluppo complessivo del territorio, valorizzarne le potenzialità chiudendo definitivamente la stagione delle contrapposizioni che non giovano certamente a costruire il futuro della nostra terra .
I bronzi di Riace hanno di recente avuto una impennata di popolarità grazie alle grossolane esternazioni del Governatore Chiaravalloti, ma finito il trambusto mediatico non si nota ad oggi una programmazione futuribile che crei delle prospettive per valorizzarne la presenza nel nostro museo. Nella città non si nota ancora alcun percorso turistico che esuli dal lungomare, la ricezione alberghiera è scarsa e costosa, tantomeno si può parlare di turismo congressuale poiché in assenza di una struttura convegnistica ci si deve affidare alla "clemenza" delle singole realtà alberghiere che avanzano proposte molto poco competitive rispetto ad altre realtà nazionali.
Sono scomparse spiagge storiche , ma la cura e la salvaguardia delle coste non sembra essere un argomento rilevante o perlomeno non affrontato in un progetto complessivo di sviluppo locale, ci si affida al fatalismo, mentre per quanto riguarda il Lido Comunale possiamo affermare con certezza che la struttura non è valorizzata per quanto merita: rimangono nella memoria delle scorse generazioni i tempi della "rotonda sul mare".
La Costa Viola potrebbe garantire ben oltre quello che oggi realisticamente offre. Una località come Scilla ed il suo circondario, debitamente organizzata e valorizzata, potrebbe fungere da volano per l'intera zona ma manca di tutto: alberghi, campeggi e quant'altro necessario per poter competere con località simili e meglio attrezzate quali sono Tropea e Taormina.
Altra peculiarità del nostro territorio e' rappresentata dalla zona aspromontana, il cui centro turistico - la stazione sciistica di Gambarie- esprime al minimo le proprie potenzialità. L'Aspromonte e nello specifico Gambarie, nonostante rappresentino il polmone verde reggino, non si sono adeguate all'evoluzione dei tempi: si sono rinnovate al minimo e non hanno utilizzato al meglio le proprie potenzialità. L'offerta turistica ha enormi margini di crescita ma deve incanalarsi dalla spontaneità della crescita del singolo soggetto alla progettualità della crescita complessiva, anche affidandosi ad un soggetto terzo che crei impresa turistica nella zona, un soggetto in grado di creare pacchetti appetibili di proposte turistiche ,che ricerchi i clienti che elabori nuovi progetti di servizi e che ne verifichi " in itinere " i risultati.
La Locride sconta ancora una carenza di viabilità, la mancanza di alternative alla insufficiente ss 106 ed una rete ferroviaria prossima alla nullità, impediscono a questa realtà di valorizzare le proprie risorse che oltre alla perla di Gerace può vantare spiagge e mare invidiabili, può contare su storia e cultura e potrebbe sviluppare il turismo termale con la struttura di Antonimina, tutte risorse che hanno fatto la fortuna di altre reltà del Paese e che nella Locride sono concentrate in un territorio ristretto.
La provincia di Reggio Calabria presenta, da Rosarno a Monasterace, centinaia di Km di costa eppure non si sente parlare di turismo da diporto: legiferare per ridurre tasse e costi in tal senso aprirebbe orizzonti nuovi e profiqui.
E' ormai indispensabile che gli amministratori locali lavorino in banch-marking seguendo esempi di sviluppo tipici delle realtà settentrionali della nostra penisola .Di questo e di altro ancora si è discusso nell'incontro che Rosi Perrone Cisl e Francesco Spano' FISASCAT Cisl hanno avuto con l'Assessore provinciale al turismo Ornella Milella, incontro proficuo sotto l'aspetto del confronto e finalizzato alla concretizzazione di una proposta condivisa di sviluppo turistico provinciale per cercare di fare un salto di qualità passando dal miraggio industriale, miseramente fallito, alla più realistica ed attuale vocazione turistica. L'assessore Milella ad oggi, ha svolto una attività impegnativa sul territorio provinciale promuovendo i Sistemi Turistici Locali (STL), mettendo così in sinergia pubblico e privato .Necessita oggi che questa attività provinciale reggina trovi realizzazione immediata in un quadro normativo di riferimento regionale che renda praticabile la realizzazione concreta degli S.T.L. Inoltre l'attività dell'assessore. provinciale Milella ha la necessità di essere supportata, e perché no, arricchita di idee e proposte. E' necessaria ,a nostro parere, la promozione di un protocollo d'intesa che realizzi un Osservatorio Provinciale Turistico composto da istituzioni locali, associazioni di categoria, sindacati, industriali, camera di commercio , confesercenti ecc. con l'obiettivo di verificare, (magari bimestralmente) lo stato dell'arte e formulare nuove proposte per lo sviluppo turistico della nostra provincia, dando così respiro ad un modello di concertazione ampio e condiviso.
C'è tanto da fare, il federalismo ci impone di essere protagonisti del nostro futuro, ci sono tantissime opportunità per creare occupazione.
L'economia reggina ha bisogno di una scossa: il Turismo è il nostro "giacimento petrolifero" sta a noi saperlo sfruttare. La Cisl e la Fisascat di Reggio Calabria ritengono che necessiti creare un sistema di sviluppo locale ,lavorando a progetti , proposte, potenzialità locali da valorizzare, esigenze e richieste di mercato .Una attività sinergica e' oggi più che mai indispensabile per creare nella nostra provincia le condizioni di decollo turistico e consequenzialmente di decollo lavorativo. Il primo incontro Cisl istituzioni locali ha messo in evidenza questa volontà comune. Accarezziamo un sogno :creare le condizioni per lavorare assieme, ognuno nella propria specificità, per un unico grande obiettivo il riscatto e lo sviluppo della nostra provincia e della nostra regione.

"Comitato Politico Femminile

30 giugno 2004

Rosi Perrone segretario ust cisl Reggio Calabria

Cambiamenti importanti hanno interessato negli ultimi anni il mondo delle donne, oggi infatti le stesse investono significativamente piu' degli uomini nell'ambito della cultura, riescono meglio che in passato in tutti i settori degli studi ,anche in quei settori che sino a pochi anni addietro erano rigidamente, anche se solo formalmente, riservati agli uomini. danno maggiore spazio al lavoro, sperimentando forme nuove di produzione, investendo in proprio e mettendosi in gioco nel campo imprenditoriale . Rivestono vari ruoli nell'arco della loro vita, hanno percorsi lavorativi e di quotidianita' piu' articolati, hanno, nei fatti, accettato la sfida del difficile raggiungimento sostanziale delle p.o. il lavoro e' un aspetto importante della sfera femminile tant' e' che il numero delle donne lavoratrici italiane e' aumentato significativamente ,anche se e' ancora inferiore alla media europea.cresce l'occupazione in tutti i settori, migliora la posizione lavorativa . si trovano donne impegnate attraverso assunzioni part-time o con contratti a tempo determinato, offrendo quell'adattabilita' auspicata dai teorici della flessibilita' che deve essere la porta di entrata ad un mercato del lavoro si' snello ma non precarizzato.nonostante questi dati apparentemente soddisfacenti, permangono nei fatti alcune aree di criticita' significative. non e ' infatti , ancora semplice il passaggio scuola lavoro.le donne trovano lavoro in eta' piu' avanzata rispetto gli uomini. IL carico di lavoro familiare,l'interruzione lavorativa per le nascite,le grandi difficolta' di accesso ai ruoli di maggiore responsabilita' rappresentano concrete barriere che ci fanno intendere come nei fatti la strada da percorrere per reali condizioni di parita' sia ancora lunga ed irta di ostacoli. limiti reali ,dunque, dovuti anche ad una idea, atavicamente radicata nella societa', di donna lavoratrice e donna tuttofare. Anche nella nostra provincia si regitrano dei cambiamenti significativi nel campo femminile,significativi ma non ancora estremamente soddisfacenti. si rileva infatti, la presenza della donna in campi lavorativi tradizionalmente intesi quali ambiti tipicamente femminili, ossia lavori di cura ed assistenza. nel commercio settore che registra alti tassi di sommerso ,nell'agricoltura. ma la forza lavoro femminile nella provincia di reggio calabria e' concentrata ai livelli medi nella pubblica amministrazione e nei settori dei servizi quali banche ,poste enel telecomunicazioni.la donna lavoratrice reggina, costretta a conciliare in solitudine vari ruoli famiglia ,casa lavoro difficilmente riesce a raggiungere livelli di managerialita'quali quelli maschili, e' questo il piu' famoso soffitto di cristallo. la soluzione sarebbe a portata di mano se si realizzassero buone prassi che consentirebbero ad esempio, recuperi formativi dopo periodi di aspettativa.concertando in questa direzione si creerebbero le condizioni affinche'anche le donne raggiungano nel caso in cui lo desiderino,livelli medio-alti nel campo lavorativo. Mancando nel nostro territorio, servizi pubblici di supporto alle famiglie,asili nido, mense ,strutture di accoglienza per disabili ed anziani,non esistendo un progetto di welfare locale complessivo,e' tutto demandato alla buona volonta' , all'inventiva degli operatori del terzo settore e del volontariato,ad interventi a macchia di leopardo per parte istituzionale .Un progetto di welfare complessivo concertato, produrrebbe oltre che servizi alle famiglie ed ai cittadini anche lavoro per il territorio.ancora presenza di forza lavoro femminile si individua nell'asfittico nel settore industria tessile reggino, ma non si trovano donne in industrie quali le omeca, o operaie edili nei cantieri o lavoratrici portuali ,se non nei livelli amministrativi. insomma alcuni settori sono out per le donne,ma non per scelta molte volte per condizione . mancati investimenti e conseguente risicato sviluppo nei settori suindicati impediscono di alzare il tasso di occupazione femminile a Reggio Calabria. Le donne che vogliono lavorare ,oggi ,non si precludono vie di accesso al m.d.l. attraverso una scelta rigida di settori nei quali impegnarsi ma,debitamente formate, affrontano il mercato del lavoro con grande impegno e professionalita'.la strada per la parita' si sta faticosamente percorrendo, nonostante le difficolta' quotidiane, in tutti i campi. Necessita ancora e piu' mettersi in gioco per ottenere ruoli e responsabilita' che appare evidente nei fatti sono ancora tipicamente maschili,uno per tutti la rappresentanza femminile nei ruoli decisionali e quindi di potere in tutti i segmenti sociali.non è un percorso semplice ma le donne ci sono e vogliono esserci per rappresentare le istanze complessive delle donne degli uomini ,della societa' tutta.


Rosi Perrone segretario ust cisl Reggio Calabria

30 giugno 2004


Convegno "Prevenzione Donna"

L'8 giugno, durante il convegno "Prevenzione Donna" organizzato dal settore bancari, FIBA-CISL Reggio Calabria, si è trattato un argomento assai delicato, che costituisce per le donne, e non soltanto per loro, un'esigenza fortemente sentita e non assecondata a dovere dalle istituizioni sanitarie , quale il diritto alla prevenzione nel campo dei tumori femminili.
Si sono esaminate le statistiche più recenti che fanno intravedere come il nostro paese, sia in notevole ritardo tra il gruppo di nazioni più avanzate nell'istituzione di un sistema capillare di prevenzione sul territorio, ed in particolare la nostra regione, la Calabria, dove si accumulano da decenni carenze e disfunzioni croniche..
Si è messo in risalto come il denaro investito nella prevenzione produce un sensibile risparmio a distanza, evitando le procedure più costose ed invasive necessarie per trattare le malattie in una fase più avanzata, tenendo conto inoltre la cosa più importante, che le maggiori speranze di guarigione e le minori sofferenze per le pazienti vengono registrate quando trattate come patologie iniziali.
A seguito del suddetto convegno si sono incontrate, presso la sede del palazzo della Provincia, la Dott.ssa Ornella Milella, assessore pari opportunità e politiche sociali che si avvale della collaborazione della Commissione pari opportunità provinciale presieduta dalla dott.ssa Wilma Iaria , la Dott.ssa Giovanna Ferrara presidente del CIF, la presidente di agi 2000 Prof.ssa Sara Bottari, la segretaria confederale CISL Rosy Perrone,la responsabile del coor.to Nuccia Malaspina e per la FIBA-CISL il segretario prov.le Rocco Ianno' e la responsabile del coordinamento Maria Rachele Arena, per definire una strategia comune che serva da stimolo alle istituzioni sanitarie, per l'avvio di una politica di prevenzione in provincia di Reggio Calabria, nel campo dei tumori femminili.Il gruppo di lavoro intende sviluppare un progetto provinciale che non guardi all'estemporaneita' dei casi bensi' che si occupi in maniera definitiva della salute della donna.Il federalismo impone scelte di politica regionale solide e che guardino alle potenzialita' sia professionali che di servizi da valorizzare in loco,il piano della salute regionale deve avere intrinsecamente connesso il dato della prevenzione non solo sulla carta ma come principio sostenuto finanziariamente e progettualmente in maniera definitiva.La tutela della salute del cittadino, bene prezioso ed inalienabile,aumenta la qualita' della vita ,migliora le condizioni delle famiglie ,crea opportunita' di nuovi servizi ed aumenta il tasso di occupazione.Il gruppo di lavoro neonato,vuole essere da pungolo e da stimolo sul territorio provinciale per realizzare politiche femminili concrete ,e' aperto ad ogni tipo di contributo di presenza e di proposta positive che vogliano arrivare da ogni soggetto che operi in questo campo nella provincia reggina.Il primo passo sara' quello di inviare una richiesta di incontro ai direttori generali delle ASL competenti del territorio per meglio comprendere quali siano ad oggi le progettualita' sanitarie in questo settore e per meglio individuare le strade future da percorrere in sinergia per realizzare politiche della salute e della prevenzione per le donne nella provincia di Reggio Calabria.

Reggio Calabria 10 giugno 2004

Segretario Confederale Cisl
UST Reggio Calabria
Rosi Perrone

COMUNICATO STAMPA ALAI CISL

Reggio Calabria 16 Giugno 2004

IL responsabileALAI CISL Reggio Calabria
(Domenico Serranò)

Si sono effettuate le elezioni per il Parlamento Europeo e come in tutte le elezioni " tutti hanno vinto.... si sono rafforzati ... ha vinto chi veramente fa politica... ecc..". Ma i problemi restano, il lavoro manca, i lavoratori hanno sempre meno diritti, i precari perdono il posto dopo aver contribuito a sollevare i bilanci delle imprese grazie al loro "basso costo dei lavoro" e alle nuove " flessibilità".
Certamente i 18 lavoratori precari dei call center di Poste Italiane di Reggio Cal. A cui è scaduto il contratto ed i 39 il cui contratto scadrà il 30 giugno prossimo hanno sempre saputo che il loro era un contratto interinale e come tale a termine e a determinate condizioni. Ma speravano che, come in moltissime altre aziende cheutilizzano lavoratori interinali, avendo acquisito una elevata professionalità nel call center ed avendo necessità di personale Poste Italiane avrebbe trasformato il contratto da interinale a contratto a tempo indeterminato (e pensare che il lavoro interinale è la
porta di accesso al lavoro a tempo indeterminato per il 35% dei giovani con percentuali che toccano anche il 50% in Lombardia).

E se accanto al semplici ragionamenti aziendalistici guardiamo la realtà sociale di
Reggio e della Calabria dove c'è un tasso di disoccupazione tra i più alti d'Europa,
con circa 200.000 disoccupati e 187.000 lavoratori in nero si comprende come Poste
Italiane deve nipensare ?al suo ?ruolo nel paese e nel Mezzogiorno.

E' qui che la politica, la politica vera, deve intervenire. Deve ripensare su come Poste Italiane non debba ragionare soltanto con mentalità aziendalistica. Poste Italiane sul territorio e maggiormente nel mezzogiorno svolge una funzione sociale e pertanto non può allontanare giovani che producono e che servono al call center, ma deve trovare gli strumenti per inserirli stabilmente nel ciclo lavorativo.

 

"Rinnovo delle cariche Cral poste"
Reggio Calabria 11 giugno 2004
Rosi Perrone Resp.le Corr.to slpcisl Calabria


Siamo alla vigilia del rinnovo delle cariche Cral poste.IL momento è di massima importanza e richiede l'impegno di tutti noi; donne giovani ,iscritti e simpatizzanti Slp Cisl. Il coordinamento regionale Slp Cisl donne e giovani Calabria si sente fortemente impegnato nella direzione del supporto a questa campagna elettorale per vari motivi. Innanzitutto il grande senso di appartenenza alla nostra organizzazione che continua a distinguersi per solidarieta' ,responsabilita',progettualita',a tutti i tavoli ed in tutte le iniziative.Inoltre il coordinamento donne e giovani della calabria, ha sempre operato affinche' in un mercato del lavoro fortemente globalizzato e liberista ,si riporti al centro della discussione l'essere umano nella sua interezza,la/il dipendente poste dunque non numero ma donna ed uomo valutato ed espresso positivamente in tutte le proprie peculiarita',non ultima la sfera extra lavoro.Negli ultimi anni la nostra organizzazione si e' misurata e confrontata con un 'azienda che ha avuto un unico obiettivo,risanare i bilanci e rendere competitiva e moderna l'azienda ,obiettivo condiviso da parte slp cisl ma indirizzato e governato tenendo in forte considerazione la politica del benessere e dei ditritti della / del dipendente poste. Una battaglia ardua nel confronto con un'azienda sorda a queste sollecitazioni,ma una battaglia che attraverso anche il lavoro dei coordinamenti d.eg. a tutti i livelli ha portato a risultati importanti. Oggi vogliamo e dobbiamo sostenere e condividere la campagna elettorale del Cral .Le nostre liste devono essere sostenute presso tutti i nostri colleghi , spiegando loro l'importanza del voto .Il nostro tempo libero e' un bene prezioso dobbiamo saperlo indirizzare. L'attivita' del nostro Cral e' determinante anche per dare significato alle nostre politiche del benessere non dobbiamo lasciarci sfuggire questo momento .Lavoriamo affinche' i nostri candidati vincano perche' possano meglio e piu' rappresenrtare le nostre politiche perche' il nostro voler essere donne e uomini della nostra organizzazione concretizzi l'opportunita' di creare rete di progetti condivisi con i nostri rappresentanti Cral.Mettiamoci in moto ed in gioco come solo noi sappiamo fare ed otterremo il risultato che vogliamo.


Assorbimento Lavoratori in esubero uffici postali
Reggio Calabria, 28 maggio 2003
Filippo Praticò - responsabile stampa CISL di Reggio Calabria

Assorbimento dei lavoratori in esubero negli uffici postali di Reggio, Locri e Vibo Valentia e stabilizzazione dei precari: queste le richieste CISL per il call center di Reggio Calabria divenuto Punto di Eccellenza in Italia. L'impegno CISL per il rinnovo del contratto di lavoro dei postali.
Dichiarazione congiunta di Rosy Perrone, segretaria confederale CISL, e di Mimmo Foti, segretario generale di SLP-CISL di Reggio Calabria.

L'avvio a Roma nei prossimi giorni, del tavolo di confronto tra società Poste Italiane e parti sociali per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto da oltre 18 mesi, suscita molte attese tra i lavoratori postali ed i sindacati.
"La convocazione del tavolo contrattuale - dichiarano Rosy Perrone, segretario confederale della CISL di Reggio Calabria, e Mimmo Foti, segretario generale della SLP-CISL provinciale - è il frutto dell'ampia e convinta partecipazione dei lavoratori postali allo sciopero generale di venerdì 16 maggio che, a livello locale e in ovunque in Italia, ha registrato cifre altissime di astensione dal lavoro e di chiusura di uffici ed agenzie. Si dovrà adesso, verificare se questa è un'apertura vera alle istanze dei lavoratori, oppure è una tattica dilatoria. Saggeremo le buone intenzioni della controparte se, assieme alla discussione della parte di rivendicazione economica, sarà affrontato anche l'esame del piano d'impresa della società Poste Italiane. Cioè, saranno presentate al sindacato da parte del management guidato dall'amministratore delegato Massimo Sarmi, le linee di indirizzo strategico dello sviluppo di un'azienda che il prossimo anno, quotandosi in borsa, persegue la strada della totale privatizzazione, ma che oggi resta una società di cui maggiore azionista è il ministero del tesoro".
Rosy Perrone e Mimmo Foti danno "un giudizio molto positivo della partecipazione dei postali reggini allo sciopero generale" e ricordano che "il rinnovo contrattuale oltre ad essere un atto dovuto per un contratto fermo al 2001, deve contenere in termini di avanzamento di carriera e di progressione economica, il giusto riconoscimento per il sacrificio e la dedizione professionale dimostrati dai postali in questi anni durante l'intenso percorso che ha portato al risanamento dei conti delle Poste. Nel piano d'impresa inoltre, si dovranno avere le risposte alle emergenze calabresi e del territorio provinciale in termini di blocco degli inaccettabili tagli di uffici postali e di occupazione ventilati da più parti, per puntare invece, a risolvere le evidenti carenze di personale nella sportelleria e nel recapito della corrispondenza".
Per questo è necessario - affermano Perrone e Foti - che accanto a quella del sindacato confederale CGIL CISL UIL si unisca forte anche la voce di protesta dei tantissimi Sindaci dei piccoli comuni della provincia di Reggio e della Calabria, contro l' ulteriore chiusura di altri uffici postali per ottenere la cosiddetta "ottimizzazione dei costi". La società Poste Italiane deve continuare a svolgere quel "servizio universale" che ha caratterizzato fin dalla sua costituzione il vecchio "ente poste", e in questa direzione l'impegno del sindacato sarà massimo. Ancora oggi le Poste infatti, svolgono un'enorme funzione sociale - dichiarano Rosy Perrone e Mimmo Foti -, evidenziata dal fatto che continuano ad erogare numerosi servizi a favore delle fasce più deboli della popolazione, in particolare di quelle che abitano nelle zone interne del nostro territorio, nel segno della concreta presenza dello Stato".
"Qualità ed efficienza dei servizi e assorbimento degli eventuali esuberi debbono camminare di pari passo", affermano ancora i leader sindacali CISL dei postali reggini Rosy Perrone e Mimmo Foti analizzando il tasto dolente del call center di Reggio Calabria: "Il call center svolge da anni una gran mole di lavoro gestendo l'informazione sui servizi erogati a favore dell'utenza privata e istituzionale, e di recente anche effettuando la vendita dei nuovi prodotti con grande ritorno economico per il business delle Poste Italiane. Per la professionalità degli addetti, il call center reggino è divenuto un punto di eccellenza in Italia. Al suo management adesso tocca tirare un primo bilancio che, essendo positivo, dovrà comportare da una parte la regolarizzazione e la stabilizzazione del personale assunto in forma precaria, oltre cinquanta giovani con contratto di lavoro interinale, e prevedendo l'ampliamento degli organici, dall'altra parte dovrà rivolgere la prima attenzione all'assorbimento delle unità in esubero negli uffici sparsi sul territorio provinciale con particolare riferimento a quelle unità di personale spostate nelle zone di Locri e Vibo Valenzia".
"E' necessario allora si sappia, che la CISL vigilerà in questa direzione - concludono la segretaria confederale Rosy Perrone e il segretario di categoria Mimmo Foti - e in modo pressante impegnerà le proprie strutture locali e nazionali affinché in tale direzione, il management delle Poste Italiane dia risposte concrete e risolutive".


"Mobbing"
Reggio Calabria 26 maggio 2004

Rosi Perrone Segretario provinciale Cisl Reggio Calabria
Nuccia Malaspina resp.le coor.to femm.le cisl r.c.


Il Segretario Confederale Cisl Reggio Calabria Rosi Perrone, e la responsabile del coor.to femm.le Cisl Nuccia Malaspina, sollecitano la Regione Calabria affinche' esamini e faccia sintesi delle proposte di legge regionali sul Mobbing presentate dagli onorevoli Borrello -Morrone e Chiarella .Le tre proposte di legge giacciono infatti da tempo in commissione senza avere giusto esame per parte istituzionale; nei fatti questa stasi impedisce di lavorare progettualmente alla emanazione di una legge regionale che normi il fenomeno del mobbing. In un m.d.l. fortemente competitivo e globalizzato che evidenzia realtà nuove forti e competitive, la cisl e' attenta al benessere del dipendente ed una delle tematiche particolarmente attenzionata anche nella contrattazione collettiva nazionale ,è il Mobbing sui posti di lavoro. Mobbing e' quella forma di ghettizzazione diretta o indiretta ,verticale o orizzontale che sottilmente e purtoppo drammaticamente mette oggi duramente a prova la potenzialita' del singolo. Difatti, in un mercato del lavoro liberista dove l'unico obiettivo e' il prodotto finito, la competitivita' e' sfrenata e ,dunque, il risultato economico, rappresenta l'obiettivo finale da raggiungere ad ogni costo .L'individuo,in questo contesto rischia con la propria sfera emozionale caratteriale e familiare di essere fortemente penalizzato sotto l'aspetto dell'armoniosa rappresentazione del " se ". La competitivita' tra colleghi,sottilmente sostenuta per parte datoriale,molte volte non vissuta in positivo,crea terreno fertile per ghettizzazioni e penalizzazioni di vario tipo. In questa direzione , la Cisl di Reggio Calabria,fortemente impegnata nel realizzare condizioni positive nell'ambito lavorativo,attenta a tutte le peculiarita' del singolo, e' impegnata da tempo.Ha infatti analizzato il tema mobbing in varie occasioni convegnistiche confederali e di categoria,cisl slp ed fps ed ha attivato sul territorio uno sportello mobbing Fps ,coordinato da Alba Sapioli per dare il supporto necessario a chi e' vittima di questa trappola psicologica. Inoltre ritiene che non possano rimanere inevasi gli sforzi profusi nella direzione dell'elaborazioni delle proposte di legge regionali sul mobbing. E' indispensabile che la commissione regionale valuti le proposte faccia sintesi e si attivi il piu' presto possibile per emanare la legge,prevedendone naturalmente il supporto finanziario.E' importante infatti che si crei una sinergia legislativa che faccia camminare di pari passo la legge sul mobbing ,la legge di recepimento della 328,dopo anni finalmente promulgata a livello regionale e il piano sanitario regionale .Devono prevedersi fondi infatti affinche' si crei sinergia lavorativa ,tra le asl , le aziende ed i comuni.E' di qualche giorno addietro la firma di in un protocollo,proposto dall'assessore alle p.o.del comune di r.c. Mazzitelli sul fenomeno del mobbing.Protocollo accolto favorevolmente e condiviso dalle organizzazioni sindacali confederali, dai vertici dell'asl 11, dall'Inail, dalla consigliera di parita'.Questo protocollo evidenziando per parte istituzionale attenzione al fenomeno,propone una fattiva collaborazione sul tema, individua nella realizzazione di un osservatorio proposto dal comune di Reggio Calabria un supporto tecnico significativo per contrastare il fenomeno mobbing,propone inoltre percorsi comuni per individuare strumenti e realizzare condizioni affinche' i soggetti mobbizzati vengano tutelati sostenuti ed accompagnati nella risoluzione del problema.Va nella medesima direzione l'indagine a campione sul mobbing realizzata dalla commissione p.o. del comune di r.c.Tutto questo evidenzia grande sensibilita' al problema del fenomeno in ambito lavorativo.La proposta cisl è che si possano mettere in rete le esperienze affinchè attraverso azioni sinergiche si lavori per eliminare alla base ogni tipo di vessazione da mobbing.E' importante registrare il dato che siano sensibili ed impegnate in questa direzione professionalita'e personalita' di Reggio Calabria in ambito istituzionale e di commissione consiliare.Le donne della Cisl guardano con attenzione a quanto si sta realizzando , sono tuttavia convinte che le potenzialita' non si debbano disperde in mille rivoli, ma ognuna nella propria specificita' debba concorrere al raggiungimento di un unico obbiettivo , scommettere su un grande progetto di "Azione positiva" promosso dalle donne impegnate a tutti i livelli e in tutti i settori della citta', non solo per le donne ma per donne e uomini mobbizzati.Un progetto che preveda la realizzazione di un osservatorio regionale sul mobbing ,del quale facciano parte esperti di medicina del lavoro es. sociologi psicologi etc affinche' si sostengano i mobbizzati e le loro specificita'. Ad oggi è dunque indispensabile fare il passo avanti decisivo per promulgare la legge mobbing della Regione Calabria, che potra' dare respiro e spazio ai lavoratori che subiscono questi drammi.I gruppi consiliari facciano dunque lavoro comune ed investano nella direzione del benessere lavorativo per creare clima e qualita' di vita positivi all'interno delle aziende che devono rappresentare il futuro delle nostre realta' meridionali.


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NIDIL - CGIL ALAI - CISL CPO - UIL

REGGIO CALABRIA - GIOIA TAURO

COMUNICATO STAMPA Reggio Calabria 18 Maggio 2004

CGIL -CISL - UIL chiamano alla Sciopero Generale e alla
Manifestazione di Catanzaro per il giorno 26 Maggio tutti
i lavoratori precari della Provincia di Reggio Calabria.

E' sconcertante come la Giunta Regionale sembra disconoscere
gli alti tassi di disoccupazione e i dati del lavoro sommerso.
Sembra proprio che voglia abbandonare sempre più i calabresi
verso la disperazione e la povertà.

· Si pagano i sussidi agli LPU ogni sei mesi
· Per tutto il 2003 e fino ad oggi non si è fatta nessuna stabilizzazione di LSU/LPU.
· Il Bilancio regionale 2004 prevede solo i sussidi fino al 30 giugno
· La legge regionale 20/03, conquistata dalla mobilitazione dei
precari, è svuotata dall'assenza totale di finanziamenti per il 2004
· Continua a rimanere assente una qualche politica organica del lavoro che, seppur gradualmente, dia qualche speranza all'esercito dei disoccupati e precari Calabresi.

Si chiede un piano regionale che preveda:
· Un fondo regionale per l'occupazione che, già dal 2004, concentri tutte le risorse disponibili
· L'apertura di una trattativa con il GOVERNO NAZIONALE per affrontare e finanziare un piano di inserimenti dei precari dei piccoli comuni
· La messa a regime dei servizi all'impiego per garantire l'orientamento, la formazione, selezioni trasparenti per gli eccessi, le politiche attive del lavoro
· La stabilizzazione di tutto il bacino LSU/LPU entro il 2007, e quindi di almeno un quarto nel 2004
· L'effettiva riserva del 30% in tutte le operazioni di avviamento al lavoro
· Il censimento dei posti effettivamente vacanti negli Enti sub-regionali, nella Regione e nel complesso delle Amministrazioni pubbliche.


CGIL-CISL- UIL, nell'organizzare assemblee zonali, invitano i lavoratori
LSU/LPU a partecipare compatti allo SCIOPERO GENERALE e alla
MANIFESTAZIONE del 26 Maggio a Catanzaro.
Invitano, altresì, tutta l'opinione pubblica a solidarizzare con i lavoratori
precari che chiedono un loro diritto costituzionale " il diritto al lavoro".



NIDIL -CGIL Reggio C. NIDIL -CGIL Gioia T. ALAI - CISL CPO - UIL
(F. Ali') (A. Calogero) (D. Serrano') (I. Giarmoleo)

NIDIL -CGIL Reggio C. Tel. 0965- 893505 Fax 0965 - 812635
NIDIL - CGIL Gioia T. Tel. 0966- 52396 Fax 0966- 52895
ALAI - CISL Tel. 0965- 27173 Fax 0965 - 331820
CPO - UIL Tel. 0965 - 890541 Fax 0965 - 891046

Venerdì 7 e sabato 8 maggio 2004: INAS in piazza.
Torna l'INAS DAY a Reggio Calabria come in tutt'Italia.
Il Patronato della CISL a Piazza San Giorgio (dalle ore 16 alle ore 20),
quest'anno per chiarire i dubbi dei cittadini sulle pensioni.

Inas in piazza dal 7 all'8 maggio per chiarire i dubbi dei cittadini,
in particolare sul diritto alla pensione.
In questi due giorni torna a Reggio Calabria come in tutt'Italia, l'INAS
DAY, la felice iniziativa promossa dall'INAS, il patronato della CISL,
con l'obiettivo di far conoscere meglio i suoi servizi di tutela, assistenza,
informazione e consulenza nelle materie socio-previdenziali, offerti gratuitamente
a tutti i cittadini.
Nella città di Reggio, da venerdì 7 a sabato 8 maggio, un gazebo sarà allestito
nella centralissima Piazza San Giorgio, per incontrare e sensibilizzare
il maggior numero di cittadini e lavoratori al tema scelto quest'anno per
l'INAS Day, appunto il diritto alla pensione, ma anche su tantissimi altri
temi socio-previdenziali di competenza del Patronato.
L informazione prima di tutto per tutelare i propri diritti ,sottolineano
congiuntamente il segretario dell'unione sindacale territoriale CISL, Cosimo
Piscioneri, e il responsabile provinciale del patronato INAS Ferdinando
Loiacono -. Con l'INAS si hanno a disposizione i servizi gratuiti di consulenza
e di assistenza previdenziali con INPS, INAIL, INPADAP; assistenza medico-legale
e assistenza legale gratuita.
L'INAS DAY 2004 è interamente dedicato al tema delle pensioni: donne e
pensioni, dunque, lavoro nero e pensione, e poi le nuove procedure per
ottenere subito la pensione definitiva Inpdap, quando spetta la pensione
ai superstiti del lavoratore e come l'Inas può fornire l'assistenza adeguata
per ottenerne l'erogazione.
In particolare l'Inas mette in guardia rispetto ai rischi di ripercussioni
del lavoro irregolare sulla pensione. Il lavoro nero, infatti, porta a minori
entrate contributive, cosa che concorre a mettere in discussione l'attuale
sistema pensionistico pubblico. Inoltre, i lavoratori in nero possono ritrovarsi
con vuoti contributivi sulle proprie posizioni assicurative. Questo può
penalizzare i singoli nel calcolo della pensione e della loro condizione
di vita di pensionati. Per evitare che si creino situazioni di questo tipo
e per permettere a tutti i lavoratori di essere correttamente informati
su questa ed altre tematiche legate all'argomento pensioni, l'Inas è a disposizione
dei suoi utenti per un attento esame della posizione assicurativa, per un'azione
di consulenza sulla futura pensione e per l'avvio delle pratiche necessarie
al recupero dei contributi non versati.
Dal 7 all'8 maggio l'Inas - Cisl si porta a Piazza San Giorgio oltre che
per rispondere ai dubbi del cittadino sulla pensione, anche per aiutarlo
nella compilazione dei moduli pensionistici, informarlo sulle prospettive
pensionistiche e sulle pensioni integrative.
Un occasione importante, dunque, per chiarirsi le idee sul proprio futuro
e su quello che l'Inas Cisl può fare per la tutela dei diritti di tutti.
In questi due giorni, si potranno ricevere le stesse informazioni anche
presso le sedi Inas - Cisl distribuite sul territorio della provincia di
Reggio Calabria, che resteranno aperte al pubblico con orario continuato;

di Reggio in Via dei Correttori, n. 6 (tel. 0965 27194);
di Gioia Tauro in Via Statale 111, n. 238 (0966 52901);
di Locri in Via Firenze, n. 28 (0964 22443);
di Palmi in Via V. Veneto, n. 14/a (0966 22034);
di Caulonia in Via Provinciale, n. 4 (0964 83015);
di Melito Porto Salvo sul Corso Garibaldi, n. 74 (0965 771128);
di Cittanova in Via D. Marvasi, n. 70 (0966 653235);
di Polistena in Via Domenicani, n. 20 (0966 941797):
di Bovalino in Via Garibaldi, n. 218 (0964 61569);
e di Bianco in via Vittoria, n. 98 /o964-911417).
L'INAS, inoltre, mette a disposizione dei cittadini il
numero verde 800-249307,
al quale ci si potrà rivolgere per ricevere sia le informazioni sui servizi
sia sulle sedi INAS più vicine al proprio luogo di residenza.

Reggio Calabra, 5 maggio 2004.

Il responsabile INAS CISL di Reggio Calabria
- Ferdinando Loiacono

 

Cisl Roma
CALABRIA
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COSTRUIAMO IL FUTURO DELLA CALABRIA

CGIL, CISL e UIL della Calabria proclamano lo Sciopero Generale della Regione per Mercoledì 28 Aprile 2004

per contrastare, con la forza della mobilitazione del mondo del lavoro, dei pensionati, dei giovani e delle donne calabresi, il processo di ulteriore aggravamento della condizione economica, sociale e civile della regione.
Fanno appello agli esponenti della cultura e delle professioni, alle università e alla scuola, al mondo dell'associazionismo e del volontariato, alla Chiesa, al sistema delle Autonomie Locali, ma anche al mondo imprenditoriale , cooperativo, agricolo e dell'artigianato, perché sia forte e corale il NO all'indifferenza e all'arroganza che Governo nazionale e regionale mostrano rispetto all'impoverimento ed al degrado che sta investendo la Calabria.
Bisogna invertire le tendenze in atto ed affermare il diritto dei calabresi al lavoro, alla formazione, alla sicurezza, alla salute; il diritto della Calabria a rimanere in Europa realizzando crescita economica e coesione sociale.
Bisogna quindi cambiare nettamente il segno delle scelte politiche che i Governi nazionale e regionale, stanno compiendo.

Perché questo avvenga è prima di tutto necessario che cambino i metodi di governo e si reimposti una pratica della concertazione e della negoziazione con le rappresentanze sociali che sia in grado di produrre quel valore aggiunto delle politiche economiche e sociali che è dato dal protagonismo e dalla partecipazione democratica. L'autoreferenzialità che la Giunta Regionale ha mostrato attraverso le scelte unilaterali compiute in questi anni è causa prima dell'arretramento nelle condizioni di vita dei lavoratori e dei cittadini, così come nei livelli di democrazia.

La Calabria è oggi innanzitutto pervasa e sopraffatta dall'illegalità e dall'attacco mafioso all'economia ed alle istituzioni. Negli ultimi anni la forza delle organizzazioni criminali è cresciuta; aree intere del territorio sono sottratte al controllo dello Stato e consegnate alle prevaricazioni ed alla violenza; i proventi dei traffici illeciti, reinvestiti nell'economia "legale", inquinano il tessuto commerciale e di impresa; l'usura è una forma di "credito" quasi ordinaria. Soprattutto si esprime un attacco frontale ai sindaci, agli amministratori in genere, a tutti coloro che, dentro e fuori le amministrazioni pubbliche, tentano di non piegarsi e di esercitare la loro funzione democratica. Quando, ad esempio, un sindaco rinuncia al suo mandato per paura per la propria famiglia, si celebra la sconfitta della democrazia e delle regole basilari della convivenza civile; quando imprenditori, professionisti o semplici funzionari sono costretti a rinunciare al proprio impegno o anche ad andare via dalla regione, vuol dire che si è raggiunto il punto limite.
Perciò non bastano più le dichiarazioni e le buone intenzioni: occorre una seria azione d'urto. Bisogna che la questione legalità in Calabria, stante anche le dimostrate connessioni nazionali ed internazionali della 'ndrangheta, diventi una grande questione nazionale ed intorno ad essa si sviluppi una azione di contrasto con dispiegamento di forze di intelligence, di polizia, di strumenti di indagine, di ben più vasta portata di quella attuale.
La Regione ha il compito di stimolare, coordinare, proporre, e rappresentare a Roma questa grande esigenza di bonifica, e non continuare invece a celebrare scialbi protocolli sulla legalità che nulla hanno prodotto ed anzi, per qualche aspetto, sono stati destrutturanti.
La lotta alla criminalità si fa anche bonificando la politica ed impedendo che il potere di condizionamento mafioso determini scelte ed indirizzi flussi di spesa pubblica.
Così come è necessario affrontare con la dovuta strumentazione, anche legislativa, la questione degli appalti ( la legge regionale in materia di opere pubbliche e appalti giace da anni chiusa nei cassetti del Consiglio Regionale della Calabria), sui quali, col pretesto della velocizzazione delle opere, si è attuata una vasta e perniciosa opera di attenuazione dei controlli e di deregolamentazione.

La Calabria ha visto negli ultimi anni disperdersi quel patrimonio di elaborazione e di coesione sociale che aveva connotato la stagione della programmazione negoziata e delle politiche di sviluppo locale.
L'abbandono delle politiche per il Mezzogiorno attuato dal Governo, il rifiuto del metodo della programmazione e della finalizzazione della spesa da parte della Giunta Regionale, l'incapacità di utilizzare al meglio i Fondi Europei, i colpi tremendi inferti alla finanza locale con il taglio secco dei trasferimenti, hanno provocato il peggioramento di tutti gli indicatori dello sviluppo, rendendo la regione sempre più estranea ai processi di crescita e di innovazione europea ed approfondendo il divario strutturale con il resto di Italia.
Divario che oggi si accentua anche rispetto le altre regioni meridionali, rendendo evidente che, accanto alle difficoltà storiche, la Calabria registra un fattore di arretratezza in più, determinato da una classe di governo incapace di produrre un progetto di sviluppo, di valorizzare le risorse locali e di innescare pratiche di buona amministrazione della cosa pubblica.
E' infatti evidente che non è possibile attrarre investimenti, interni ed esterni, se non si opera una decisa innovazione di contesto, attrezzando ed infrastrutturando il territorio, scommettendo sul grande capitale sociale delle risorse umane disponibili, valorizzando cultura e ricerca, potenziando la qualità dell'ambiente, naturale e sociale, rendendo efficace l'Amministrazione Pubblica.
Tutto il contrario, cioè, delle politiche di spesa e di governo del territorio attuate dalla Regione Calabria, prima di tutto incapace di riformare se stessa e rimasta quindi Ente strutturalmente inadeguato a promuovere buone politiche, anzi ostacolo essa stessa alla programmazione ed allo sviluppo.
Gli stessi processi legislativi non trovano concreta applicazione, il trasferimento delle funzioni degli Enti Locali rimane sulla carta, cresce la consistenza ed il costo degli apparati senza aumentarne l'efficienza. Si producono invece sempre nuovi guasti, con provvedimenti di dubbia eticità, particolaristici e clientelari, come ad esempio l'inserimento in massa di nuove forme di precariato negli uffici, e tanto altro, ampiamente documentato dalla sezione calabrese della Corte dei Conti.
Bisogna perciò attuare il conferimento di deleghe e funzioni alle Autonomie Locali, incentivare e sostenere i processi di aggregazione e collaborazione tra questi ultimi e ridisegnare ruolo e funzioni della Regione come Ente di programmazione e controllo che rinuncia alla gestione della spesa ed all'amministrazione diretta che tanta parte ha nei processi di degenerazione clientelare del governo calabrese.
Un sistema amministrativo ordinato, sussidiario ed efficiente è la precondizione per innescare politiche di sviluppo.
L'inizio del percorso legislativo sulla cosiddetta devoluzione apre, peraltro, un pericolo di dimensioni storiche per l'Italia, che vedrebbe frantumarsi il quadro costituzionale e l'unità del Paese, e per la Calabria, che dovrebbe garantire con le sue sole risorse la scuola, la sanità, la sicurezza, cioè diritti fondamentali della cittadinanza che il sistema economico e la capacità impositiva della regione non è in grado di sostenere.
E' grave che la Giunta non colga questo pericolo e, invece di rappresentare le necessità della Calabria, continui ad esprimere solo subalternità alle scelte nazionali, come del resto è avvenuto per tutte le politiche sul Mezzogiorno.
La Regione si presenta così totalmente impreparata, anche dal punto di vista istituzionale, ad affrontare le sfide cui sarebbe chiamata per uscire dal sottosviluppo e dalla marginalità.

I dati della situazione economica segnano un netto e progressivo peggioramento: il PIL oscilla dallo 0,4 a -0,8, il più basso di tutte le regioni europee; il tasso di disoccupazione non si discosta dal 25 - 27%, il più alto delle regioni italiane; l'incidenza del lavoro nero e sommerso, senza diritti e senza tutele, riguarda un lavoratore su tre; un terzo della popolazione vive al di sotto o appena ai margini della soglia di povertà; le esportazioni sono appena lo 0,11% di quelle nazionali, un valore annuo di circa 250 milioni di euro, pari ad una fabbrica di medi dimensioni del nord; si depotenzia l'assetto complessivo dei servizi telefonici, postali ed elettrici, creando situazioni di grave disagio per l'utenza, contribuendo nel contempo ad indebolire la competitività del territorio regionale nell'attrarre nuovi insediamenti; si sta disintegrando il già fragilissimo tessuto industriale: sono a rischio altri quattromila posti di lavoro mentre tende a scomparire del tutto il settore tessile.
A tutto questo non si tenta neanche di rispondere se è vero che mancano strategie di breve, medio e lungo periodo per lo sviluppo, programmazione di settore, piani per la valorizzazione delle risorse, politiche per il lavoro, interventi infrastrutturali sul sistema viario, portuale (a partire da Gioia Tauro), aeroportuale, ferroviario e della mobilità locale, solo declamati e mai attuati.
Al contrario si svuotano e si depotenziano gli strumenti che ci sono, a partire dal POR Calabria, con la conseguenza che i Fondi Comunitari non stanno costituendo, come doveva essere, un valore aggiunto per lo sviluppo. I ritardi nella spesa infatti sono notevoli, soprattutto la qualità è molto bassa e vengono continuamente disattese le regole e gli indirizzi europei per il loro corretto utilizzo.
Le Università, che devono costituire il punto di riferimento essenziale per politiche di innovazione e di trasferimento della ricerca alle imprese ed al sistema economico, non sono sostenute con politiche regionali e risorse adeguate.
Le energie migliori della Calabria, i ricercatori, i giovani e le ragazze laureati nelle nostre Università, lasciano la regione, impoverendo così ulteriormente il tessuto sociale.

Sono queste le cifre di un enorme disagio sociale, che oggi cresce ancor di più perché calano, divorati dall'inflazione, dalla più alta tassazione regionale e locale e dall'aumento delle tariffe dei servizi, i redditi da lavoro dipendente e da pensione; nel mentre aumenta la precarizzazione anche del lavoro esistente, con perdita di fiducia nel futuro e di crisi anche nella tenuta tradizionale delle famiglie. Da ciò la crescita clamorosa della povertà.

Di fronte a questo quadro CGIL, CISL e UIL della Calabria, pur consapevoli della difficoltà ad operare, con questa Giunta e ad un anno dalle elezioni regionali, la svolta che sarebbe necessaria chiedono con forza che si cambi il metodo e la sostanza delle politiche del governo regionale e si operino scelte immediate in direzione nettamente contraria.

Per tali ragioni Cgil-Cisl-Uil della Calabria rivendicano:

· Una politica di coordinamento ed integrazione delle risorse finalizzata a creare lavoro ed a difendere il lavoro che c'è soprattutto nel settore industriale. La Calabria non ha bisogno di interventi estemporanei di sapore elettoralistico che creano solo nuove forme di precariato, è necessario che la spesa si concentri su progetti e produca lavoro buono. La prima e più urgente misura in tal senso è quella di un piano credibile per la stabilizzazione del bacino dei lavoratori LSU-LPU, per il quale non possono essere spese briciole, bensì va assunta la scelta di concentrare tutta la spesa possibile, europea ed ordinaria, già a partire dal 2004, cambiando quindi il Bilancio regionale ed anche investendo il Governo nazionale per ottenere finanziamenti e strumenti normativi in grado di sostenere il sistema delle Autonomie Locali calabresi che, nella condizione data, non è certo in grado di far fronte da solo.
Così come va rilanciato ed adeguato l' insufficiente sistema integrato di politiche attive del lavoro, per le quali non servono altre leggine, ma la messa in moto di strumenti quali i Centri per l'Impiego, che vanno finalmente attrezzati di un adeguato sistema informatico e messi in grado di offrire servizi come il bilancio delle competenze, l'orientamento, percorsi di inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro, e la formazione, che richiede una effettiva integrazione tra Università, scuola e formazione professionale. La costruzione di un efficiente ed efficace sistema integrato di formazione continua costituisce obiettivo irrinunciabile di ogni credibile politica del lavoro; perché questo possa avvenire il primo passo è che la Regione si liberi della gestione, peraltro fallimentare, della formazione, che va consegnata per intero alle Provincie, e metta invece mano alla programmazione ed alla costruzione di politiche fondate sull'integrazione e sulla qualità. A partire dall'intero sistema scolastico e dal diritto allo studio che non sono questioni residuali ma fattori essenziali dello sviluppo.

· Un credibile disegno di politiche industriale e dell'artigianato che scelga filiere, reti di impresa e territori su cui concentrare e finalizzare le risorse anche per dare soluzioni occupazionali ai lavoratori delle aziende in crisi. Non c'è soluzione ai problemi dell'insediamento industriale calabrese, fatto di piccole e piccolissime imprese, se non se ne orienta lo sviluppo in direzione della soddisfazione dei fabbisogni, dei legami e delle complementarietà tecnologiche collegate alle risorse locali (agroalimentare, legno, ambiente, turismo, beni culturali), e collocando in questo quadro una scelta netta in direzione della forestazione produttiva. Vanno inoltre consolidati i vantaggi competitivi con l'apertura all'esterno dei flussi produttivi e delle reti locali e per questo è necessario il consolidamento e lo sviluppo della società dell'informazione, delle politiche per l'innovazione e la ricerca, così come è urgente il rafforzamento di politiche di promozione e di marketing territoriale che permettono alle imprese un maggior grado di apertura internazionale. Per questo bisogna innovare anche la strumentazione di intervento, a partire dal superamento delle ASI e dall'identificazione dei distretti industriali, fino ad affrontare con forza e determinazione il grande nodo del credito.

· Le politiche dell'ambiente e delle reti (acqua, gas, energia, rifiuti) costituiscono questioni centrali, così come sul piano delle infrastrutture primarie è necessario un impegno reale del Governo nazionale e della Giunta Regionale che devono partire dalle vere priorità della Calabria che sono il sistema viario, soprattutto l'ammodernamento in tempi ragionevoli della A/3 e della S.S.106; la portualità, sia commerciale che turistica, a partire dallo sviluppo della logistica e dell'intermodalità a Gioia Tauro; la realizzazione dell'alta velocità tra Battipaglia e Villa San Giovanni e il potenziamento dell'intero sistema ferroviario calabrese con particolare attenzione a quello ionico. Va inoltre riorganizzato e reso efficiente rispetto alle reali esigenze di mobilità intraregionale l'intero sistema del trasporto pubblico locale.
Lo stesso turismo non accrescerà e consoliderà sviluppo se non si opera sull'insieme del contesto e non si allarga l'offerta non solo sul piano delle strutture alberghiere ma sul complesso dell'offerta culturale, ambientale e ricettiva.

· Il welfare calabrese registra un deficit di efficacia ed un offerta di servizi scarsi in quantità e qualità. In particolare è fragilissimo il tessuto di welfare locale, le risorse destinate ai servizi sociali vengono inghiottite dalla residenzialità di tipo tradizionale e dalla spesa a pioggia, il diritto alla salute viene negato e messo in discussione dallo stato disastroso del nostro sistema sanitario che produce migrazione, liste di attesa, bassa qualità delle strutture e di molta parte delle prestazioni nonché sprechi e parassitismi di varia natura.
L'approvazione del Piano Sanitario, molto deludente sul terreno del risanamento e degli obiettivi di razionalizzazione e di rilancio della qualità, non sposta le richieste del sindacato che rimangono quelle della costruzione di una rete di servizi territoriali alternativi all'ospedale, dell'integrazione socio-sanitaria, della riorganizzazione interna delle Aziende e degli ospedali, che premi professionalità e motivazioni degli operatori e non interessi di singoli e gruppi, magari espressioni del notabilato politico. Il sindacato calabrese riafferma la centralità e l'insostituibilità del sistema pubblico ed il diritto universale alla salute ed alla sicurezza sociale, e ritiene inaccettabile che il Piano, che non fa chiarezza sul deficit accumulato e non interviene sui disavanzi strutturali, confermi ai calabresi, che già pagano l'IRPEF regionale all'1,40% e il bollo auto più alto d'Italia, il sistema dei tickets e invece ne chiede l'abolizione.
L'approvazione della Legge Regionale sul sistema integrato dei servizi sociali non può rimanere sulla carta. Va varato il Piano Sociale Regionale e costruiti i Piani di Zona, ed è grave che, anche per il 2004, a Legge approvata, si continui a gestire come nel passato.
La situazione sociale della regione viene ulteriormente aggravata dall'eliminazione dell'unico strumento, se pure sperimentale, che si era messo in campo contro la povertà, il Reddito Minimo d'Inserimento. E' necessario che si avvii una riflessione seria su come la Calabria fa fronte a questo problema (altre regioni, come la Campania, hanno legiferato in materia) e si individuino strumenti e modalità operative che non lascino i sindaci soli nella gestione di una emergenza sociale che essi non possono fronteggiare.

· Una svolta sostanziale in politiche fondamentali quali Agenda 2000 e POR Calabria, verificando stato di avanzamento degli Assi e delle Misure, recuperando i ritardi e le storture evidenziate fin qui, rendendo operativi i PIT, ed assicurando centralità alla concertazione con il Partenariato economico e sociale su tutti gli aspetti legati alla rimodulazione; Intesa Istituzionale di Programma con verifica degli APQ su Ciclo Integrato delle Acque, Infrastrutture, Sicurezza e Legalità; istituendo la Cabina di Regia per il coordinamento ed il monitoraggio di tutti gli strumenti legati alla Programmazione Negoziata.

Reggio Calabria, 7 aprile 2004.

“E’ sconcertante osservare l’incapacità e l’indifferenza di una Regione Calabria che nega da mesi l’erogazione dei sussidi ai lavoratori precari LPU;

di una Regione che si trincera dietro il triste balletto di responsabilità tra l’assessorato al lavoro e la ragioneria”. Lo denunciano in una nota stampa, il segretario confederale della CISL di Reggio Calabria, Angelo Anastasio, e il responsabile dell’ALAI CISL, Domenico Serranò, prendendo posizione “contro una situazione che in Calabria pone in difficoltà migliaia di lavoratori precari, conduce migliaia di famiglia alla soglia della povertà, esaspera la tensione sociale”.

“E’ inaudito che la Regione lasci questi precari senza un assegno di assistenza di appena 472 euro da oltre quattro mesi – affermano Angelo Anastasio e Domenico Serranò -, mentre dirama bugiardi “bollettini della vittoria” con cui comunica l’avvenuta emissione dei decreti di pagamento per il periodo dicembre 2003 febbraio 2004. Siamo ad aprile e ancora nessun euro è stato percepito dai lavoratori precari”.

Già nei giorni scorsi i due dirigenti della CISL di Reggio Calabria avevano sollecitato il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore regionale al Lavoro, a rispettare l’impegno dei pagamenti arretrati, nel frattempo informando della situazione sia il prefetto sia il questore di Reggio Calabria.

Oggi, ancora in mancanza di fatti concreti, i due sindacalisti sono costretti a lanciare un nuovo messaggio di allarme sottolineando che la tensione tra i lavoratori è molto alta. “Fino a quando – chiedono Anastasio e Serranò - si continuerà a calpestare la dignità di padri e madri di famiglia deboli e già senza tutele, consentendo passivamente che la miseria del sussidio da loro lavorato e sudato, sia erogato ogni cinque o sei mesi?”. Rivolgendosi al presidente della giunta regionale e all’assessore al ramo, chiedono: “Avete mai provato nella vostra vita il disagio, la mortificazione di attendere tre o quattro mesi senza che un minimo di reddito arrivasse per soddisfare le esigenze primarie per la vostra famiglia? Avete mai dovuto attendere tanto tempo per percepire i vostri modestissimi stipendi? Quale sarebbe la vostra reazione al terzo giorno di ritardo?".

Il segretario confederale e il responsabile reggino dell’ALAI (Associazione Lavoratori Atipici e Interinali) rimarcano la loro dichiarazione chiedendo ancora “Fino a quando si abuserà con tracotanza e senza pudore, della disponibilità di migliaia di persone ad accettare il lavoro nero, senza tutele e garanzie, senza assegni al nucleo familiare, senza copertura previdenziale, nella speranza, probabilmente vana di un’ipotetica stabilizzazione, giustificare il ritardo dei pagamenti addebitando il tutto a problemi tecnici o burocratici?

Questi lavoratori precari, cattivo esempio di lavoro nero alla Regione, come pagheranno i canoni d’affitto, come e quando salderanno le bollette per i servizi? Come e quando potranno accedere ai negozi di generi alimentari?”.

I due sindacalisti chiedono poi, di chi sia la colpa per questi ingiustificati ritardi: “Della politica? Dell'apparato burocratico? O di chi altri ?". Un precario con chi se la deve prendere? Il presidente della giunta regionale e l’assessore al lavoro – concludono la dichiarazione – “vorremmo sperare che almeno ad uno di questi interrogativi, trovino il tempo e l’attenzione per dare segnali di presenza e di conoscenza dei veri problemi dei precari calabresi”.

“Certi comunque, che il detto dei nostri nonni “ L’omu sazio non capisci u diunu”

(l’uomo sazio non capisce chi muore di fame) è oggi più attuale che mai, vorremmo almeno sperare in un gesto di sensibilità e di attenzione su quanto abbiamo evidenziato. Circa 10.000 precari sfruttati, sottopagati ed incavolati neri, sapranno giudicare indolenza e insensibilità”.

 

Filippo Praticò - responsabile stampa CISL di Reggio Calabria


Reggio Calabria 2 aprile 2004

Un manuale delle verità sociali per rendere coscienti i pensionati ed i lavoratori sulle minacce portate avanti dal governo attuale al sistema previdenziale italiano.

"La controriforma delle pensioni", il libro saggio di Arturo Stella della FNP-CISL di Reggio Calabria.

A dare più forza alle iniziative di lotta intraprese dalla FNP-CiSL di Reggio Calabria contro le minacce al sistema previdenziale italiano, e decisa a partecipare in forze alla manifestazione nazionale di protesta il 3 aprile a Roma, c'è anche un libro dal titolo espressivo "La controriforma delle pensioni" che mette a nudo tutte le contraddizioni delle proposte Maroni-Tremonti.
Ne è autore un dirigente della CISL reggina, Arturo Stella, 40 anni di continua militanza, il quale con un saggio in cui tabelle e calcoli sono circostanziati quanto le analisi, lancia il chiaro e inequivocabile allarme di una pericolosa, progressiva e totale "scomparsa delle pensioni previdenziali che saranno tutte sostituite da pensioni sociali".
"Un manuale delle verità sociali", lo hanno definito gli addetti ai lavori, dove si pone l'accento tra l'altro che "grazie alla lotta dei lavoratori ed alla ferma mobilitazione del sindacato, il negativo scenario che si stava delineando con la decontribuzione e con il trasferimento del TFR è stato per il momento scongiurato. L'analisi è compiuta sia sul testo originario delle "riforma" che sui due successivi emendamenti presentati dal governo dopo le forti pressioni di lavoratori e pensionati e gli scioperi generali dello scorso anno, il 24 ottobre, il 15 novembre con la manifestazione nazionale per il sud a Reggio Calabria, e il 6 dicembre con l'imponente corteo di Roma.
Anche il nuovo panorama a parere di Arturo Stella, non è accettabile per la CISL e per l'intero movimento sindacale. L'innalzamento dell'età, la rigidità delle uscite, il voluto ridimensionamento della riforma Dini e dei suoi pregi apprezzati in tutto il mondo, la totale assenza di misure perequative sulle contribuzioni (si pensi ad esempio, annota l'autore, al fatto che per i lavoratori autonomi è prevista un'aliquota di finanziamento inferiore di ben tre punti all'aliquota di computo delle pensioni), le non chiare intenzioni del governo sulle misure fiscali per i fondi complementari, "ci affermano che il grado di allarme per la previdenza era ed è ancora attuale e giustificato".
La mobilitazione deve continuare, afferma Stella. "Ora più che mai è necessaria una previdenza equa, giusta che guardi alle fasce più deboli ed ai lavoratori flessibili che sono i più indifesi".
Stella punta il dito accusatore anche sull'insufficiente tutela sociale previdenziale delle nuove generazioni. La riforma Maroni-Tremonti nulla dice su questa realtà, sul negativo impatto che avranno i nuovi lavori "atipici" e "flessibili" previsti dalla recente riforma del mercato del lavoro. Le proposte del governo Berlusconi non sono di riforma in quanto "mirate esclusivamente a risparmiare sulla spesa previdenziale, con tagli pesanti che gravano solo sulle spalle dei lavoratori dipendenti".
Il governo, è la tesi dell'autore del saggio e che rispecchia i segnali d'allarme lanciati da Via Po e dalle sedi CISL e delle altre sigle sindacali in tutta l'Italia, non vuole vedere la drammatica situazione che già oggi vede una platea di ben cinque milioni di lavoratori tra Co.co.co., Lsu, Lpu, occasionali, lavoro a chiamata, job sharing, formazione e lavoro, inserimento, interinale: "Queste figure tra due decenni saranno la maggioranza dei lavoratori italiani; è su questo tema perciò, che è indifferibile riportare il dibattito".
Come corollario, i pericoli che derivano per il Mezzogiorno. Minacce ben individuate da Luigi Sbarra segretario generale della CISL Calabria, che lamenta che è il Mezzogiorno "a pagare uno scotto ancora maggiore perché la riforma del mercato del lavoro tende a determinare alcune posizioni lavorative ancor più precarie"; quindi, che la situazione dei lavoratori "atipici" si intreccia con il basso tasso d'occupazione e l'altissima percentuale di lavoro nero e sommerso delle regioni meridionali e della Calabria. Il giudizio di Sbarra è netto: "I lavoratori atipici dovrebbero vivere due o trecento anni per poter maturare i contributi necessari".
Sul tappeto è anche immensa la questione anziani. Il saggio "La controriforma delle pensioni" come orientamento e le parole d'ordine lanciate dalla CISL e da CGIL e UIL, "ci danno il giusto sostegno per aderire compatti alla manifestazione di Roma", afferma il segretario provinciale dei pensionati CISL di Reggio Calabria, Antonio Mammì. Questi sono giorni di riunioni, seminari, assemblee, in tanti luoghi del territorio reggino per preparare la manifestazione e così "rimarcare - dice Mammì - una maggiore presenza e protagonismo degli anziani e dei pensionati nel nostro Paese". Impegno di lotta del sindacato dunque, sulla questione previdenziale, del Welfare, della difesa dei diritti delle fasce più deboli, dei non autosufficienti, della difesa del potere d'acquisto delle pensioni, sulla ormai raggiunta consapevolezza dei pensionati di essere categoria attrice della propria specifica contrattazione".
Il libro è stato oggetto nei giorni scorsi di varie occasioni di presentazione delle tesi, ma anche di dibattito con la gente sui motivi della dura protesta che le organizzazioni sindacali confederali stanno attuando da tempo. Ed anche occasione di concreta solidarietà perché il saggio edito da "Città del Sole Edizioni" di Reggio Calabria, per espressa volontà di Arturo Stella e dell'editore Franco Arcidiaco, viene venduto ad un prezzo politico di 5 euro e tutto il ricavato della vendita è devoluto in beneficenza all'associazione di promozione sociale onlus "Per Mano". E' questa, un'associazione nata per volontà di una madre coraggiosa e di un gruppo di giovani professioniste che attuano una lodevole azione di volontariato per la lotta contro la distrofia muscolare, una terribile malattia che colpisce soprattutto i bambini.

Filippo Praticò responsabile stampa CISL di Reggio Calabria

Reggio Calabria, 24 marzo 2004.

Tante buone ragioni da Reggio Calabria, per partecipare allo sciopero nazionale del 26 marzo e allo sciopero generale del 28 aprile in Calabria.
Dichiarazione di Cosimo Piscioneri, segretario generale CISL Reggio C.

"Se a febbraio l'inflazione in Italia è cresciuta del 2,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2003, a Reggio Calabria l'aumento è stato più consistente, pari ad un pesantissimo 2,7 per cento. E' inoltre, angosciante costatare che i lavoratori dipendenti reggini, tra il 2001 e il 2003 in controtendenza rispetto alla media nazionale, sono stati i più tartassati avendo subito le addizionali Irpef sia dalla Regione sia dal Comune.
Ecco due buoni motivi in più - secondo il segretario generale della CISL di Reggio Calabria, Cosimo Piscioneri -, per aderire e partecipare compatti allo sciopero nazionale che CGIL CISL UIL hanno proclamato per venerdì 26 marzo contro la riforma delle pensioni e la politica economica del governo, e il 28 aprile allo sciopero generale della Calabria contro l'incapacità della Regione a programmare lo sviluppo e gestire la cosa pubblica.
E' con dati alla mano che il segretario CISL Cosimo Piscioneri, indica la strada della ferma protesta per reclamare una forte inversione di tendenza delle politiche economiche e sociali nazionali e regionali.
Minacce ingiustificate di messa in mobilità di altri lavoratori del polo tessile di San Gregorio, oltre al centinaio e passa di loro compagni di lavoro da mesi col rischio concreto di essere licenziati; minacce di tagli di centinaia di posti negli organici delle scuole a Reggio e in provincia, oltre 800 in Calabria per effetto della riforma Moratti; numerosissimi edifici scolastici fatiscenti; ritardi su ritardi nei pagamenti delle spettanze retributive per i lavoratori idraulico forestali, e dei sussidi per i lavoratori precari Lsu e Lpu; minaccia di bancarotta nei conti di molti piccoli comuni che si sono visti tagliati i già ridotti trasferimenti di risorse statali: è questo il quadro economico-sociale sconfortante nell'area reggina.
Un territorio - afferma Piscioneri - che registra un ulteriore record negativo, quello della criminalità organizzata, delle cosche della 'ndrangheta a livello internazionale monopoliste dei mercati della droga e delle armi, come indicato nella relazione presentata al Parlamento dalla Direzione investigativa antimafia sulle attività di indagine nel secondo semestre del 2003. Cosche altrettanto forti e pericolose nell'area calabrese nei settori del racket e dell'usura, e spavalde nel minacciare e intimidire amministratori pubblici, in particolare i sindaci dei piccoli comuni.
Altro che problema di far quadrare i salari e le pensioni nel Mezzogiorno!
A Reggio Calabria la desertificazione industriale è una realtà, e anche il pubblico impiego è diventato precario. In questo territorio si torna a parlare di sopravvivenza per molte famiglie, e si allunga e di molto, l'elenco dei nuclei a rischio povertà. E' proprio vero - afferma il segretario CISL Piscioneri - che il nuovo miracolo economico è arrivare alla fine del mese, che in tantissime famiglie è tornato ad essere tutto problematico, non solo per l'aumento dei prezzi ma anche perché è diminuito, e non di poco, il potere d'acquisto del salario mentre è cresciuta in maniera inquietante la precarietà del lavoro.
Davanti a questa realtà, il Governo pensa solo di riformare le pensioni per accattivarsi le simpatie di alcune lobbie economiche europee e imbellettarsi davanti alle società di rating per dimostrare di essere in grado di controllare il debito pubblico. Il governo da una parte attacca il sistema previdenziale con pesanti tagli, dall'altra si prepara a fare un grosso regalo a quelle società di calcio che da anni non pagano tasse e non versano i contribuiti ai calciatori.
Sono queste le altre buone ragioni - sostiene Cosimo Piscioneri - che spingono il sindacato di Reggio Calabria alla mobilitazione e alla protesta i lavoratori, i pensionati, i giovani alla ricerca di occupazione, perché interprete di un diffuso malessere economico e sociale, perché cosciente che attraverso le battaglie sindacali e le iniziative di lotta si può sostenere un effettivo cambiamento, si può esercitare una positiva pressione sulla classe politica e amministrativa affinché cambi rotta e affronti i reali problemi della gente.
Abbiamo già verificato come nel Paese la lotta intrapresa da lavoratori, pensionati e disoccupati assieme a CGIL CISL UIL abbia costretto il governo a rivedere più volte l'iniziale proposta di riforma delle pensioni. Ed abbiamo verificato lo scorso anno, in Calabria - sottolinea il segretario della CISL reggina - come abbia pagato la dura protesta del sindacato riuscita a coinvolgere il mondo politico, diversamente da quanto fatto dalla Regione, nel pretendere lo sblocco al Cipe dei fondi per il miglioramento e lo sviluppo del porto e dell'area industriale di Gioia Tauro. In quest'area adesso si ripropone da parte della Regione la scelta scellerata di farne la pattumiera dei rifiuti della Calabria. CGIL CISL UIL di Reggio Calabria hanno detto chiaramente che è inaccettabile e grave la decisione assunta dal governatore della Calabria di raddoppiare il termovalorizzatore a Gioia Tauro, come non può essere sostenibile la costruzione di ben tre centrali a metano, a Rizziconi, Melicucco e San Ferdinando.
Per il sindacato, invece, bisogna rilanciare l'idea di sviluppo fondata sull'utilizzo pieno del porto da parte del territorio, su un progetto agro-industriale efficace e soprattutto sul rilancio dell'area industriale. La Regione nulla dice su una Locride tagliata dal resto della Calabria per il forte ridimensionamento dei collegamenti ferroviari, nulla propone per incrementare il turismo e l'agricoltura, per attuare concrete iniziative nel campo dell'istruzione e della formazione professionale.
"Costruire il futuro" è la nostra lotta - dice il segretario CISL. Il sindacato CGIL CISL UIL ha presentato al Governo una serie di proposte per dare voce alle grandi capacità del Paese di uscire dalle difficoltà ponendo al centro dell'attenzione lo sviluppo e il lavoro. Per il Mezzogiorno, come sostenuto nella piattaforma unitaria, occorre conseguire l'obiettivo di una quota della spesa in conto capitale pari al 45 per cento. È da contrastare a tutti i costi quella politica che toglie ai poveri e non disturba i ricchi, che mette in discussione diritti universali quali la sanità, l'istruzione, la sicurezza, secondo gli sciagurati disegni della Lega Nord che predica un federalismo competitivo e disgregante in contrapposizione ad una visione solidale e cooperativa dello Stato e della società. Costruire il futuro dunque, per attuare una politica economica centrata sui fattori di sviluppo, su un modello di Welfare capace di rispondere ai bisogni nuovi degli anziani, dei giovani, delle donne, dei bambini. Per realizzare una coerente politica dei redditi capace di gestire attraverso controlli rigorosi prezzi e tariffe, sottraendole alle speculazioni e così difendere il potere d'acquisto di salari e pensioni.
Cosimo Piscioneri così conclude: Il 26 marzo contro la riforma delle pensioni e la politica economica del Governo che ha dimenticato il Mezzogiorno tra le priorità del Paese, il 3 aprile contro il carovita che ha diminuito il peso delle pensioni, il 28 aprile contro una Regione Calabria capace solo di aumentare le tasse e totalmente incapace a programmare politiche di crescita economica, sono perciò gli ulteriori momenti di una protesta che possono fare cambiare registro alle classi politiche e dirigenti di Milano, Roma e Catanzaro.

Il Segretario generale CISL di Reggio Calabria - Cosimo Piscioneri

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Regio Calabria 29 gennaio 2004

Il Segretario della FAI CISL di Reggio Calabria, Enzo Musolino, sollecita la Giunta e il Consiglio regionale a riassumere gli operai idraulico-forestali ex detenuti

"Non può cadere nel dimenticatoio la richiesta avanzata da più parti alla giunta regionale della Calabria, di procedere alla riassunzione di alcuni operai idraulico-forestali che hanno subito condanne ed espiato la pena, venendo nel frattempo sospesi o licenziati del lavoro. Soprattutto adesso che in attuazione della decisione assunta nel novembre scorso dal governo nazionale, è in corso la stabilizzazione degli altri forestali calabresi regolarmente in servizio, ed in considerazione dei recenti provvedimenti assunti dal consiglio regionale in tema di reddito da lavoro".
E' quanto sostiene in una dichiarazione Enzo Musolino, segretario provinciale del sindacato FAI-CISL di Reggio Calabria, intervenendo sul delicato argomento "oggetto recentemente, anche di un accorato appello del vescovo della Diocesi di Locri mons. Giancarlo Brigantini, in rappresentanza delle famiglie di alcuni sfortunati che oggi invocano la riammissione al lavoro".
Musolino depreca, invece "talune iniziative e prese di posizioni di alcuni ambienti non ancora bene individuati, che sembrano cogliere l'occasione per cavalcare la tigre della protesta e del malcontento. Ovvero, approfittano dello stato di difficoltà di questi lavoratori ex detenuti per apparire sui giornali e sulle televisioni, e così farsi pagare onerose competenze per questa fittizia ed impropria rappresentanza dei lavoratori che, deve spettare solo alle legittime organizzazioni sindacali dei forestali".
Sul tema della riassunzione degli operai idraulico-forestali ex detenuti la FAI CISL rivendica "coerenza ed impegno, avendo assunto già dall'anno 2000 le opportune azioni legali presso la Regione, i Consorzi di Bonifica e l'AFOR, in difesa del loro sacrosanto diritto al lavoro, in un'area depressa e ad alto tasso di disoccupazione, di lavoro nero e di sfruttamento, qual è la provincia di Reggio Calabria.
"Il sindacato - dichiara il segretario della FAI CISL - esprime perciò, forte preoccupazione circa la mancata riassunzione di questi lavoratori forestali che una volta espiata la pena, non possono rientrare a lavorare presso i consorzi di bonifica e l'AFOR.
"Tale comportamento è una grande ingiustizia soprattutto in considerazione del fatto che la Giunta regionale in un primo momento, ha adottato una delibera con la quale affidava agli enti il potere di riassumere questi lavoratori ex detenuti, e in un secondo tempo, incomprensibilmente ha annullato il provvedimento".
Per Enzo Musolino "la mancata riassunzione è inoltre una grave ingiustizia perché viene a negarsi la dignità del lavoro anche a chi ha sbagliato e intende ricostruirsi un avvenire, con pesanti riflessi sulla propria famiglia e i figli.
Certamente così non si favorisce la politica sociale del reinserimento di coloro i quali una volta espiata la pena, hanno il diritto di godere della possibilità di reinserirsi utilmente nel mondo del lavoro".
Il segretario della FAI CISL reggina conclude la dichiarazione sollecitando "Giunta e Consiglio regionale a riprendere in esame tutta la vicenda e a trovare le più opportune e utili soluzioni legislative sapendo che troveranno un ampio consenso sociale".

Il Segretario FAI CISL - Reggio Calabria
Enzo Musolino

LA CISL DI REGGIO CALABRIA NON SI FA INTIMORIRE DALLE MINACCE RIVOLTE AI DANNI DEGLI ADERENTI ALL'ORGANIZZAZIONE.

DOPO IL NUOVO ATTENTATO AD UN PROPRIO DIRIGENTE, LA SEGRETERIA E L'ESECUTIVO PROVINCIALE RIVOLGONO AMPIA SOLIDARIETA' AL COLLEGA VITTIMA DELL'INTIMIDAZIONE ED ESPRIMONO SDEGNO PER IL VILE ATTO.

"Non ci facciamo intimorire e, tutti uniti dirigenti quadri e semplici aderenti alla CISL, e ribadiamo con forza, che continuiamo ad andare avanti nell'impegno volto ad affermare nella società e nei luoghi di lavoro i valori della legalità, della trasparenza e della difesa dei diritti di lavoratori pensionati e disoccupati e delle classi più deboli della comunità".
E' questa, la risposta che danno la segreteria e l'esecutivo provinciale della CISL Reggio Calabria "a quanti, nascosti nell'ombra, attentando ad un nostro dirigente dell'area jonica reggina, hanno inteso minacciare un esponente della nostra organizzazione e, quindi, frenare l'azione e l'impegno di tutto il gruppo dirigente della CISL della provincia di Reggio Calabria".
La segreteria e l'esecutivo della CISL reggina rivolgono ampia solidarietà al collega e condannano duramente e con sdegno l'episodio che ferisce tutto il mondo del lavoro. Nel contempo, "esprimono una seria preoccupazione sull'escalation di intimidazioni compiute nell'ultimo periodo in vari centri della provincia, ai danni di esponenti appartenenti alle diverse categorie sindacali CISL. Evidentemente l'attività dei sindacalisti CISL, condotta in maniera trasparente e autonoma, non piace ai poteri criminali abituati a spadroneggiare su determinati territori".
LA CISL rileva che da tempo ormai, a Reggio Calabria la criminalità organizzata tenta di condizionare pesantemente ogni tipo di attività, da quella imprenditoriale a quella istituzionale, di intimorire i rappresentanti di prima linea del mondo del lavoro. Con l'unico risultato di compromettere ogni utile iniziativa di investimento produttivo nel territorio e vanificare la battaglia per il lavoro e lo sviluppo di Reggio Calabria.
La CISL reggina nel confidare nell'attività degli investigatori affinché si riesca presto a scoprire e ad assicurare alla giustizia autori e mandanti della grave intimidazione, sollecita ancora una volta lo Stato, come fatto in altre occasioni che hanno visto vittime imprenditori professionisti e amministratori politici, ad attuare un forte intervento per ridare serenità alla cittadinanza ed alle istituzioni in un'area dove stenta a decollare il progresso economico e sociale.
La CISL assicura il massimo sostegno a qualunque iniziativa si intenda attivare per denunciare e contrastare democraticamente la violenza criminale; per elevare l'attenzione della società civile, delle forze sociali e produttive, e di quelle politiche sulla pericolosa escalation criminale di intimidazioni in provincia di Reggio Calabria, e così intraprendere una rinnovata resistenza democratica contro la prevaricazione mafiosa e della criminalità organizzata.
Reggio Calabria 30 gennaio 2004.

Il segretario generale CISL Reggio Calabria
- Cosimo Piscioneri -

 
 
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