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COMUNICATO STAMPA: Reggio Calabria 8 Dicembre
2004
Siglato l'accordo per i lavoratori
LSU/LPU con l'Assessore Regionale al Lavoro.
IL Responsabile ALAI-CISL
Domenico Serrano'
Ieri in tarda serata, dopo una estenuante trattativa
durata tutta la giornata, le OO.SS. regionali CGIL,CISL,
UIL hanno raggiunto un accordo con il quale l'Assessore
Regionale al Lavoro On.le Mangialavori si è
impegnato a proporre alla Giunta regionale la proroga
per il prossimo anno per i lavoratori LSU/LPU.
Oltre alla proroga per il prossimo anno le OO.SS.
sono riusciti ad ottenere:
l'immediata pubblicazione degli elenchi del bacino
regionale degli LSU/LPU, la presentazione al Consiglio
regionale del piano annuale e triennale per la stabilizzazione,
la corresponsione agli LPU dal 1.1.2005 degli assegni
familiari, la convocazione del comitato previsto
dall'art. 1 della L.R. 20/2003, un incontro con
il Sottosegretario al Lavoro Viespoli per sottoporre
al Governo una serie di azioni tendenti alla stabilizzazione,
a risolvere d'intesa con l'ANCI i problemi che si
stanno creando con molti comuni per l'istituto della
"compensazione" in modo tale da non danneggiare
i sussidi dei lavoratori.
Il sit-in di oggi, che interessava i precari di
Catanzaro, Vibo e Crotone ha visto la partecipazione
di numerosi lavoratori che hanno costretto l'Assessore,
la dirigenza dell'Assessorato e il Capo di Gabinetto
del Presidente Chiavalloti, Dott.r Morelli, a riconoscere
i ritardi e le inadempienze della Regione e convincendoli,
alla fine della lunga trattativa, a prendere precisi
impegni.
Per la CISL, oltre al Segr. Regionale Luigi Sbarra,
erano presenti le delegazioni di tutte e cinque
le province, per la nostra erano presenti Serrano'
e Cagliuso.
In attesa che gli impegni presi diventino provvedimenti
della Giunta e del Consiglio
Regionale sono stati sospesi i sit-in del 9 e del
10 Dicembre previsti per i lavoratori della provincia
di Cosenza e Reggio Cal.
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COMUNICATO STAMPA: Reggio Calabria 26 Novembre
2004
Adesione dei lavoratori
LSU/LPU allo
sciopero generale del 30 Novembre 2004
L' ALAI- CISL di Reggio Calabria nel dare piena
adesione allo Sciopero Generale indetto da CGIL
- CISL - UIL del 30 NOVEMBRE 2004, sollecita tutti
i lavoratori LSU/LPU a scioperare contro una finanziaria
che, ancora una volta, li
penalizza.
Ribadisce e fa proprie le motivazioni dello sciopero,
indetto dalle segreterie nazionali di CGIL-CISL-UIL,
perché non è accettabile una finanziaria:
- che colpisce il Mezzogiorno,
- che crea un solco sempre più profondo tra
ricchi e poveri,
- che taglia i trasferimenti agli Enti Locali,
- che impone il blocco delle assunzioni,
- che ha come logica i tagli indiscriminati,
- che ignora totalmente i problemi dei precari.
Si scende in sciopero, anche, contro la Regione
Calabria che ha completamente abbandonato i lavoratori
LSU/LPU, basti considerare che:
- a distanza di un anno dall'emanazione della Legge
Regionale 19 Novembre 2004, n. 20, l'Assessorato
al Lavoro, ancora, non ha pubblicato l'elenco dei
lavoratori LSU/LPU destinatari della legge stessa;
- eroga i sussidi ai lavoratori LPU ogni 5/6 mesi;
- ritarda i piani di stabilizzazione annuale e triennale;
- affossa anche i bandi per la fuoruscita dei lavoratori;
- tace sui fondi che intende mettere nei bilanci
dei prossimi anni;
- ritarda la richiesta di proroga per il 2005;
- ignora la riserva del 30% per gli LSU/LPU nei
concorsi banditi.
Per queste ragioni sollecita tutti gli LSU/LPU
a partecipare anche alle manifestazioni del 30 Novembre
che si terranno sul territorio della provincia (
Reggio Cal. - Polistena - Rosarno - Locri - Marina
di Gioiosa Jonica)
IL RESPONSABILE ALAI-CISL
(Domenico Serrano')
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Reggio Calabria, 22 novembre 2004
Ufficio Stampa Cisl Reggio Calabria
Esce più che mai rafforzata la Cisl dalla
tornata elettorale per il rinnovo delle Rsu del
pubblico impiego. Un risultato che conferma la presenza
del sindacato d'ispirazione cattolica a difesa di
tutti i dipendenti del pubblico impiego, nella difficile
e impegnativa partita legata ai rinnovi contrattuali
e alla salvaguardia del loro futuro pensionistico.
Grande soddisfazione per il risultato uscito dalle
urne lo esprimono il segretario generale Cosimo
Piscioneri e il segretario Cisl-Fps Natale Pace:
"Da questa tornata elettorale la Cisl esce
decisamente rafforzata. Siamo andati bene in tutti
i settori e in alcuni, in particolare, abbiamo accresciuto
la nostra rappresentanza. Comunali, statali, parastatali
e sanità, tutti settori dove si è
confermata in modo chiaro e cristallino la radicalità
delle rappresentanze Cisl".
"Un risultato indiscutibile - sostiene ancora
il segretario generale Cosimo Piscioneri -, che
dà ragione ai sindacati confederali, che
in alcuni settori hanno raggiunto anche il 90% delle
rappresentanze. Dati che testimoniano la massiccia
affluenza alle urne da parte dei lavoratori, con
picchi decisamente rilevanti in realtà significative.
E' indubbio che i lavoratori hanno ben compreso
il significato di queste elezioni e l'importanza
della politica confederale. Se qualcuno ha solo
per un attimo inseguito l'illusione di un arretramento
delle organizzazioni confederali per indebolire
il tessuto connettivo dei lavoratori del pubblico
impiego, adesso deve fare marcia indietro e prendere
coscienza che i lavoratori sono più che mai
convinti che sia il sindacato a dover difendere
e rappresentare i loro interessi e i loro diritti,
individuali e collettivi. Il Governo e gli enti
locali non possono più chiudere gli occhi
sul sindacato e sostenere che questo non rappresenta
la volontà dei lavoratori. A questo punto
l'Esecutivo nazionale deve riflettere attentamente
su dati che sono incontrovertibili per far ripartire
la contrattazione e definire i contratti ancora
aperti del pubblico impiego".
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Reggio Calabria, 21 novembre 2004
Adolfo Romeo - CISL FPS Reggio Calabria
Elezioni RSU dipendenti Regione Calabria: eccezionale
risultato della CISL-FPS di Reggio Calabria che
conquista 5 seggi, due in più rispetto alle
elezioni 2001.
In tutta la Calabria, il sindacato di Pezzotta
conquista 30 dei 48 seggi in palio.
Dichiarazione di Adolfo Romeo, segretario SAS CISL
dipendenti regionali di Reggio C.
Eccezionale risultato per la CISL-FPS di Reggio
Calabria che nelle elezioni per il rinnovo delle
Rappresentanze Sindacali Unitarie RSU - dei
dipendenti della Regione Calabria ha conseguito
oltre il 50 per cento dei consensi, 504 voti su
circa 1000 votanti e 9 eletti. In particolare, i
voti riportati dalla lista del sindacato di Savino
Pezzotta nei tre seggi della provincia reggina,
sono stati rispettivamente 316 nel seggio di Reggio
(630 votanti), 98 in quello di Locri e 90 a Gioia
Tauro. Primo degli eletti è risultato Adolfo
Romeo, segretario provinciale della SAS CISL dipendenti
regionali, che ha riportato ben 154 voti nella sola
città di Reggio, progredendo ampiamente rispetto
alla precedente tornata elettorale delle RSU del
novembre 2001. Gli altri eletti CISL assieme ad
Adolfo Romeo sono Giovanni Arcadi, Giuseppe Bombara,
Michele Brilli, Felice Foti, Antonio Mangiola, Filippo
Praticò, Domenico Strati e Giuseppe
Varacalli.
Lampio consenso ricevuto da Romeo è
giudicato come il giusto riconoscimento per lottimo
lavoro da egli svolto in questi anni a favore di
tutti i dipendenti regionali, oltre che per le battaglie
lineari, pragmatiche e disinteressate condotte come
rappresentante sindacale.
E un primo posto di grandissima importanza
quello ottenuto dalla CISL in Calabria e di conseguenza
a Reggio allinsegna dello slogan niente
ideologia, solo sindacato dichiara
in proposito Adolfo Romeo . Di grande valenza
per le stesse dimensioni dei numeri della competizione.
Le elezioni per le RSU dei dipendenti dellente
Regione hanno fatto della Calabria un unico collegio
proporzionale di significativa dimensione: si è
votato contemporaneamente in tutte e cinque le province,
gli aventi diritto al voto erano oltre 4000, circa
tremila i votanti. In tutta la Calabria dunque,
la CISL FPS ha ottenuto 1771 voti conquistando 30
dei 48 seggi in palio.
Il sindacato di Pezzotta ha pertanto, nettamente
distanziato la seconda lista per numero di consensi,
quella della CGIL che ha riportato 435 voti e 8
posti, cui sono seguite la UIL con 253 voti e 5
posti, la Diccap (111 voti e 2 posti), la RDB (70
voti e 1 posto), lUGL (59 voti e 1 posto),
infine la CSA (45 voti e 1 posto). Molti eletti
delle altre liste confederali e autonome inoltre,
hanno raggiunto il quorum proprio in provincia di
Reggio dove la battaglia per la conquista del voto
è stata agguerrita, simile quasi per tensione
e impegno ad altri tipi di competizione elettorale.
Per la cronaca, di Reggio sono due su otto gli
eletti per la CGIL, Rolando Vasile e Maurizio Barbucci;
uno dei due eletti per la Diccap, Giovanni Vozza;
e quindi, gli unici eletti per la CSA, Aurelio Guarnaccia,
e per le RDB, Franco Minniti.
Il risultato di Reggio prosegue Adolfo
Romeo - è ancor più straordinario
perché la CISL è passata dai 3 seggi
del 2001 ai cinque di oggi, con un aumento consistente
in termini di voti e di percentuali, che è
il tangibile premio dellimpegno del nostro
sindacato a favore dei colleghi di lavoro. La CISL
FPS reggina ringrazia perciò, tutti
gli elettori per la fiducia assegnata ai propri
rappresentanti i quali rinnovano limpegno
a risolvere le tante problematiche territoriali
esistenti, a migliorare le prestazioni a favore
degli uffici decentrati della provincia di Reggio
e dei centri di formazione professionale.
Gli eletti CISL dice ancora Adolfo Romeo
- proseguiranno nellazione volta ad instaurare
sempre migliori e costruttivi rapporti con lamministrazione
regionale. Primo appuntamento sarà lincontro
con lassessore al personale on. Alberto Sarra,
in calendario il 27 novembre prossimo, per la stipula
in via definitiva del contratto integrativo 2004,
un risultato anche questo sottolinea Romeo
- acquisito per la forte spinta impressa dalla CISL
che consente unulteriore progressione economica
per i lavoratori dalla categoria A alla D, e lassegnazione
delle indennità previste dal contratto.
Ma sul tavolo delle rivendicazioni, la delegazione
CISL-FPS porrà tutta la partita relativa
allattuazione del decentramento e, dunque,
del passaggio dei dipendenti regionali negli enti
destinatari delle deleghe che dovranno essere trasferite
entro breve tempo dalla Regione, alla sistemazione
del personale delle equipe socio-psico-pedagogiche,
dei lavoratori precari interinali e dei disciolti
consorzi di bonifica.
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Comunicato Stampa 16 ottobre 2004
Saverio Vespia
Responsabile Provinciale Adiconsum - Reggio Calabria
"PROTAGONISMO DELL'ADICONSUM PER UN REALE
POTERE CONTRATTUALE DEI CONSUMATORI"
Carissimi amici, vi ringrazio della vostra numerosa
partecipazione a questo evento che possiamo definire
il battesimo ufficiale di questa associazione che
formalizza l'organigramma democratico eletto per
la prima volta direttamente dagli associati.
In apertura dei lavori è mio dovere esprimere
gratitudine alla CISL per il lodevole sostegno,
la disponibilità e l'ospitalità.
Ringrazio in particolare per la presenza
..
Nel 1987, quando è nata l'Adiconsum, il ruolo
svolto dalle Associazioni dei Consumatori era praticamente
sconosciuto: oggi, a distanza di 17 anni, si sono
affermate come un nuovo soggetto sociale.
È il prodotto di una crescita che non trova
riscontro né in altri settori, né
in altri paesi europei.
Il ruolo delle associazioni si è sviluppato,
di anno in anno, nel rapporto con le istituzioni,
con le imprese e con i mass-media, ma soprattutto,
è cresciuta l'attenzione e la fiducia dei
consumatori.
Consumatori sempre più consapevoli dei propri
diritti, più protagonisti del mercato e non
più soggetti passivi.
In questi anni, rilevante è stata la crescita
dell'Adiconsum sul territorio, grazie, in particolare,
al positivo rapporto con la CISL ed alla collaborazione
che ne è scaturita.
Per favorire questo nostro sviluppo sono stati realizzati
protocolli nazionali di collaborazione con la CISL,
con la FNP e sul territorio, anche con altre categorie.
L'Adiconsum rappresenta circa 110.000 associati
ed ha oltre 500 quadri, in prevalenza volontari,
che operano nell'Associazione dei quali sono funzionanti
circa 265 sportelli territoriali che coprono le
regioni, le province e le città non capoluogo.
Nessuna altra associazione dei consumatori dispone
di una rete così capillarmente diffusa nel
territorio.
L'anno 2001, a seguito dei suggerimenti del già
Segretario regionale SI.NA.L.CO. VVF, il Segretario
Generale della CISL di Reggio Calabria Cosimo Piscioneri,
decideva di realizzare nella provincia di Reggio
Calabria la presenza dell'ADICONSUM che è
l'Associazione di consumatori promossa dalla CISL.
L'Esecutivo confederale, a giugno del 2001, nominava
responsabile provinciale Saverio Vespia.
L'inizio dell'attività dell'ADICONSUM di
Reggio Calabria è stata possibile anche grazie
alla disponibilità della CISL e della FNP
di Reggio Calabria di dotare la struttura dell'Associazione
dei locali e degli strumenti di lavoro necessari
(P.C., arredi, ecc).
Per avere la possibilità di cominciare ad
operare era necessario dotarsi di un finanziamento
minimo per cui è stata esplorata con successo
la strada delle convenzioni con le categorie della
CISL.
In questa sede, quindi, è doveroso dare atto
alle Federazioni le quali hanno aderito alla convenzione
che ha materialmente consentito l'avvio dell'attività
dell'Associazione di consumatori .
L'ADICONSUM di Reggio Calabria si è distinta
fin dall'inizio per l'attività di assistenza
e consulenza nei contenziosi che interessano i consumatori
in particolare nei seguenti settori:
Ø settore bancario e assicurativo;
Ø settore del commercio e della grande distribuzione;
Ø settore della sicurezza alimentare;
Ø settore dei servizi pubblici (Poste, trasporti,
telefonia, elettricità);
Ø settore della TV digitale;
Ø vigilanza sulla formazione dei prezzi e
tariffe.
Adiconsum ha svolto un ruolo leader nel consumerismo
italiano per la capacità di essere presente
con proposte puntuali e tempestive su vari problemi,
per la scelta di dialogare e di confrontarsi con
le istituzioni, con le imprese e con gli altri soggetti
sociali.
Questo risultato politico e organizzativo è
da ascriversi a tutti i quadri, ieri come oggi,
impegnati in Adiconsum, al centro e in periferia.La
crescita di Adiconsum è frutto dell'impegno
di quadri volontari, che sono stati e restano una
risorsa insostituibile.
Con l'introduzione dell'Euro il costo del denaro
si è ridotto di circa 2 punti (dal 5% al
3%), creando le premesse per una bassa inflazione
e una ripresa degli investimenti.
Consapevoli che con l'Euro le svalutazioni competitive
non sarebbero state più possibili, bisognava
impegnarsi a sviluppare la ricerca, destinare maggiori
risorse alla scuola, incentivare gli investimenti
nelle nuove tecnologie, rafforzare la cooperazione
con i paesi entranti nell'Unione;promuovere quel
circuito virtuoso di innovazione e sviluppo che
avrebbe dovuto portare a migliorare la competitività
dell'Italia.
Le attese positive non si sono realizzate, il circuito
virtuoso non si è messo in moto perché
nel frattempo è intervenuta la crisi economica
internazionale, ma anche perché il sistema
Italia ci ha messo del suo.
La mancanza di adeguati controlli sui prezzi dopo
l'introduzione dell'Euro, ha permesso una vastissima
speculazione sui prezzi, con aumenti ingiustificati,
che hanno provocato un minor potere di acquisto
delle famiglie e in conseguenza un vistoso calo
dei consumi con le inevitabili ripercussioni sulle
possibilità di ripresa.
Il Governo di centro-destra, anziché ricercare
coesione sociale e consenso per rilanciare lo sviluppo,
ha scelto lo scontro frontale con il sindacato,
con l'obiettivo di un suo ridimensionamento; ha
alimentato il conflitto con la magistratura per
ridurne l'autonomia; ha indicato nell'euro il capro
espiatorio dell'aumento dei prezzi e nell'Europa
la causa dei problemi del paese. Il controllo dei
mass media ha permesso un'informazione ingannevole,
che ha coperto le scelte sbagliate e il sostanziale
immobilismo rispetto ai problemi concreti.
Negli ultimi due anni si è anche aggiunta
la grave crisi sul risparmio che ha coinvolto importanti
gruppi del nostro Paese (Cirio, Parmalat) e che
ha portato alla luce numerose truffe a danno dei
piccoli risparmiatori.
La politica dei condoni ha poi danneggiato i cittadini
onesti e premiato gli evasori; i condoni hanno riproposto
e valorizzato una cultura della illegalità
e dell'evasione che dovrebbe essere contrastata.
I continui tagli di risorse agli enti locali hanno
provocato un aumento di tasse e tariffe dei servizi
locali.
Il livello di tassazione nei confronti delle famiglie
non è quindi diminuito, come affermano esponenti
del Governo, ma si è ulteriormente appesantito.
I risparmi delle famiglie non sono tutelati, perché,
troppo spesso sono alla mercé di furbizie,
raggiri, e anche di truffe.
Ciò è dovuto ad una insufficiente
informazione, alla scarsa trasparenza dei contratti
sottoposti al risparmiatore e alla passiva fiducia
nei confronti dell'Istituto o della persona che
propone l'investimento e, più semplicemente,
per la mancanza di alternative
I casi dei bond Argentina, Cirio, Parmalat, ecc.
non sono casi isolati, ma la punta di un iceberg.
Il problema non riguarda solo i bond ma anche le
polizze vita dove la dimensione del crac della Parmalat
si ripete ogni anno per contratti non trasparenti,
penalità sconosciute ed esose, con il risultato
che solo metà dei risparmiatori porta a termine
questo investimento.
È necessario un quadro normativo che riordini
le responsabilità di Banca d'Italia sulla
vigilanza, la responsabilità dell'Antitrust
sulla concorrenza e la responsabilità della
Consob per quanto riguarda il risparmio destinato
all'impresa.
Sono essenziali più controlli, sanzioni e
nuove incompatibilità per evitare il ripetersi
di quanto accaduto sul risparmio nel nostro Paese.
Per Adiconsum è importante l'istituzione
di un fondo a "garanzia del risparmio"
(non a garanzia del rischio) come protezione contro
le truffe a danno di piccoli risparmiatori. Fondi
analoghi già esistono nelle assicurazioni
per le vittime della strada, nel turismo, ecc.
Le informazioni vanno rese più semplici per
consentire a tutti i risparmiatori una corretta
valutazione del rischio dell'investimento e rendere
consapevole il risparmiatore che ad un rendimento
elevato corrisponde un rischio altrettanto elevato.
L'iniziativa di "Patti chiari" con l'ABI
è un primo passo per migliorare l'informazione;
altre iniziative possono e devono seguire da parte
delle singole banche.
Energia elettrica e gas in Italia sono più
cari che nel resto d'Europa; i black out hanno evidenziato
anche la debolezza del nostro sistema elettrico
caratterizzato da:
o Centrali di produzione obsolete, retaggio del
monopolio pubblico.
o Dipendenza da energia importata per circa il 20%.
o Investimenti irrilevanti nelle energie alternative
(solare, eolico, ecc).
o Mancanza di una politica sul risparmio energetico
e sull'uso razionale della stessa energia. Inoltre,
la dipendenza dell'energia elettrica dal petrolio
ha causato significativi aumenti (altre fonti di
energia non ne hanno avuto quali il carbone e il
nucleare). L'Autorità dell'Energia ha regolato
la tariffa unica nazionale, ha evitato fino ad oggi
aspetti speculativi sul prezzo dell'energia elettrica.
L'attività dell'associazione va oltre i temi
toccati, riguarda settori dove già esiste
una consolidata esperienza di iniziative che impegnano
quotidianamente l'associazione e che non rivestono
minor valore rispetto ad altri temi trattati.
Ci riferiamo:
o Al settore assicurativo per dare continuità
ad una politica di riduzione delle tariffe RC, nuove
regole sulla mutualità per impedire che ai
giovani siano chieste tariffe esorbitanti, un miglioramento
del servizio, investimenti concreti sulla prevenzione
e sicurezza stradale.
o Al settore del commercio nel perseguire lo sviluppo
della grande distribuzione organizzata anche nelle
aree del mezzogiorno, come un elemento di concorrenza
al commercio tradizionale che deve ristrutturarsi
e specializzarsi.
Vanno diffusi i nuovi diritti della legge sulla
conformità che restano ancora sconosciuti.
o Alla sicurezza alimentare nel far rispettare le
norme sulla tracciabilità, e sugli OGM, migliorare
le informazioni in etichetta (con la data di produzione
e non solo quella di scadenza).
o Ai servizi pubblici (poste, trasporti, telefono)
affinché gli standard qualitativi siano sempre
più precisi, con controlli anche da parte
delle associazioni.
o Alla TV digitale dove, pur favorevoli allo sviluppo
di queste tecnologie, occorre evitare che dietro
l'aspetto tecnico si crei una condizione di monopolio
inaccettabile ed in violazione della stessa legge.
o Sui prezzi perseguire l'impegno a vigilare e denunciare
tutti quegli aumenti speculativi, operando sul territorio
con osservatori su prezzi e tariffe in grado di
cogliere le criticità. Un osservatorio nazionale
ci permetterà di realizzare approfondimenti
rapidi in temi di prezzi e tariffe per poter intervenire
in maniera tempestiva e precisa
Per i lavoratori immigrati iniziative specifiche
rivolte ad una loro integrazione sociale, con informazioni
sui diritti, sull'accesso ai servizi pubblici e
strutture sanitarie. Chiedere al Ministero che risorse
specifiche siano destinate a questi progetti.
Valutare con Anolf la possibilità di dar
vita anche ad una associazione specifica che tuteli
i diritti dei consumatori immigrati.
Tale attività a Reggio Calabria, che come
detto è presente da qualche anno, ha creato
numerose adesioni all'ADICONSUM per cui attualmente,
il numero complessivo dei soci è salito a
500 tra soci ordinari e soci convenzionati.
Va considerato il fatto importante che l'assistenza
nei contenziosi avviene anche nei confronti di consumatori
di altre province essendo l'ADICONSUM di Reggio
Calabria uno dei pochi sportelli funzionanti in
Calabria.
L'attività posta in essere viene realizzata
con l'ausilio di consulenza qualificata di esperti
nelle varie materie che mettono a disposizione le
loro professionalità in maniera del tutto
gratuita.
Occorre proporre nuovi valori, nuove presenze, nuovi
servizi per la responsabilità sociale ed
etica di chi opera nell'ADICONSUM.
Portare a sintesi, interessi differenziati esplicitando
comuni valori condivisi.
Occorre poi, oltre al programma, una speranza. Tutto
ciò ci porta al rapporto tra etica e organizzazione,
in cui l'erogazione dei servizi è reinserita
e giustificata in una logica di allargamento della
base associativa.
Con tale spirito, l'ADICONSUM di Reggio Calabria
ha ottenuto significativi ed importanti risultati
in particolare nel settore assicurativo, dei servizi
pubblici (poste, telefonia, elettricità),
della TV digitale e sui prezzi perseguendo l'impegno
a vigilare e denunciare tutti gli aumenti speculativi.
In questa sede lanciamo, quindi, un invito a tutti
gli amici della Confederazione ad associarsi a tali
iniziative per realizzare sempre più numerose
e diversificate consulenze nei vari settori.
Pertanto l'ADICONSUM di Reggio Calabria si impegna
a tutelare, i consumatori per evitare che vengano
raggirati, e truffati e che siano una volta per
tutte
protagonisti per un reale potere contrattuale.
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COMUNICATO STAMPA; Reggio Calabria 13 Ottobre 2004
IL RESPONSABILE ALAI - CISL Domenico Serrano
Sempre più di nero in
nero per gli LSU/LPU
Nei giorni scorsi " Il Sole 24-ore Sud "
ci ha riportato una ricerca fatta dall'Eurispes,
secondo cui la stima per il lavoro nero in Calabria
per il 2004 raggiunge oltre il 35% del PIL ufficiale
calabrese.
Seguono alla radiografia, analisi e terapie da parte
di politici ed esperti.
Ma nessuno si scandalizza, se poi sono per primi
gli Enti pubblici ad utilizzare lavoro nero. Difatti,
regione, province, comuni ed enti vari utilizzano
la disponibilità degli LSU/LPU a lavorare
in nero. Sono oltre 10.000 precari che sono senza
tutele e garanzie, senza assegni familiari, senza
copertura previdenziale.
Vengono, spesso e volentieri, ricattati e minacciati
se non prestano determinati servizi e con orari
inimmaginabili senza alcun minima contrattazione
sindacale.
E la Regione, invece di accellerare i tempi per
svuotare il bacino scarica il problema additando
le amministrazioni precedenti, preannunciando percorsi,
usando il fenomeno per promozione pre-elettorale,
inventandosi commissioni, mega strutture, scuole,
consulenti per studiare e combattere il LAVORO NERO.
Difatti, a distanza di un anno dalla legge regionale
20/03 la Regione:
· non ha ancora pubblicato gli elenchi dei
lavoratori che appartengono al bacino degli LSU/PLU
(art. 2 della citata L.R. 20/03).
· non ha preparato il piano per dare gli
incentivi a coloro che rispondendo
al bando previsto dalla legge regionale 20/03 e
scaduto il 5 Luglio,
hanno presentato domanda per iniziare il processo
di stabilizzazione.
Sono, infatti, circa 1200 le domande pervenute sia
dai singoli lavoratori che
dalle imprese e dagli enti.
· Non riesce ad elargire l'esiguo assegno
assistenziale mensile, se non dopo
sei mesi. Basti pensare che tra la firma del provvedimento
per il pagamento
dell'assegno e la liquidazione ai precari passano
oltre due mesi. Mentre ai
tanti consulenti e collaboratori spesso inutili
ed incompetenti vengono
liquidate cifre altissime in tempi brevi.
___________________________________________________________
ALAI -CISL VIA DEI CORRETTORI, 6 89127 REGGIO CALABRIA
TEL. 0965-27173 Fax 0965- 331820
E se poi ci si mette anche il Presidente della Provincia
di Reggio Calabria che prima sottoscrive un verbale
(12.2.2003) dove si impegna, coinvolgendo tutti
gli enti pubblici del territorio, ad aprire percorsi
per stabilizzare addirittura tutti i 3000 LSU/LPU
della provincia di Reggio, e poi non riesce a formulare
un piano di stabilizzazione per i 180 LSU/LPU del
suo Ente, di chi bisogna più fidarsi?
La situazione non è proprio rosea, il Presidente
della provincia non è ancora riuscito a distanza
di un anno a mezzo ad aprire un tavolo con le parti
sociali, a presentare un vero percorso di stabilizzazione,
se non fumose e strani percorsi come: comandi, trasferimenti,
collaborazioni, esternalizzazioni che portano lavoro
stabile solo per un anno o solamente annunci stampa
per concorsi con posti vacanti che dovrebbero liberarsi
dopo aver effettuato le progressioni interne.
Non è di meno il comune di Reggio Calabria
che nonostante l'avvio della esternalizzazione dei
servizi di N.U., la creazione della Società
Leonia con la conseguente stabilizzazione dei lavoratori
LSU, difronte agli attacchi politici e alla sentenza
del Consiglio di Stato dimostra ancora una volta
che la politica del fai da te non crea e non trasmette
vere certezze. Anzi,conferma ancora una volta che
andare avanti da solo senza il coinvolgimento dei
lavoratori, delle organizzazioni sindacali, di quel
consiglio comunale che ha avviato il processo di
esternalizzazione e della società tutta non
si possono creare occasioni di sviluppo per il territorio.
Ancora una volta chiediamo alla politica e alle
istituzioni una vera svolta, affinchè mettano
veramente in moto gli strumenti per CONCRETIZZARE,
attivando, ciascuno per il proprio ruolo, tutte
le iniziative a favorire vere politiche di sviluppo
concertate.
E' tempo che maggioranza e minoranza in seno a tutti
gli Enti mettano al centro delle loro politiche
e dei loro programmi la dignità di questi
lavoratori.
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Lamezia Terme, 9 settembre 2004
LSU-LPU Situazione sempre più insostenibile
Dichiarazione di Luigi Sbarra Segretario Generale
CISL Calabria.
L'amministrazione Comunale di Catanzaro invia a
85 lavoratori di Pubblica Utilità con data
retroattiva lettere di licenziamento adducendo come
motivazione la mancata copertura finanziaria da
parte della Regione necessaria per il pagamento
dei sussidi dal 1 Luglio al 31.12.2004.
Il Sindaco Abramo anziché chiedere al suo
amico Governatore Chiaravalloti le ragioni e le
motivazioni del lunghissimo elenco di consulenti
e collaboratori superpagati dalla Regione, e perché
a distanza di mesi non si è proceduto ad
individuare le risorse necessarie ad assicurare
la prosecuzione dei progetti Lpu grazie ai quali
anche nella Città di Catanzaro si garantiscono
servizi utili alla collettività, trova invece
comodo inviare con una freddezza inaudita lettere
di licenziamento a 85 poveri lavoratori.
Tale determinazione rischia di creare un precedente
pericoloso con prospettive di smantellamento complessivo
dell'esperienza dei progetti Lpu in Calabria.
La Cisl si mobilita a difesa del lavoro con una
prima manifestazione sit-in presso la Giunta Regionale
Venerdì 10 Settembre e con la occupazione
da parte dei Lavoratori di Pubblica Utilità
della Sala del Consiglio Comunale di Catanzaro se
i licenziamenti non saranno subito revocati.
Mentre si attende a quasi un anno della sua approvazione
che la Legge Regionale N° 20 avvii il processo
di stabilizzazione dei quasi diecimila lavoratori
socialmente utili e di pubblica utilità impegnati
Calabria, diventa sempre più insostenibile
il ritardo della Giunta Regionale rispetto ad alcuni
adempimenti di attuazione della stessa legge ed
alla mancata corresponsione dal mese di Aprile delle
indennità maturate dai 4.000 Lpu.
Vorremmo chiedere all'On. Mangialavori ed al Presidente
Chiaravalloti se hanno ben presente la gravità
del problema e se sono a conoscenza che tanti dei
lavoratori Lpu hanno famiglie a carico e vivono
in una condizione sociale inaccettabile per la esiguità
del sussidio di appena 480 euro al mese. Se poi
le indennità vengono stranamente liquidate
ogni 5-6 mesi le difficoltà aumentano notevolmente.
Può sembrare strumentale ma non è
il chiedersi come è possibile che all'esercito
di consulenti e collaboratori della Regione si liquidano
cifre da capogiro e tanta di questa gentaglia nessuno
conosce , nessuno sa cosa fa , dove lavora ,cosa
produce e contemporaneamente ai 10.000 Lsu ed Lpu
che fanno il loro dovere quotidianamente si negano
diritti elementari come quelli di una dignitosa
retribuzione.
E' semplicemente vergognoso quanto sta avvenendo
nel totale disinteresse della maggioranza che governa
la Regione e nella colpevole distrazione di chi
dovrebbe esercitare un minimo di controllo politico
come minoranza in consiglio regionale.
Nessuno riesce a capire per quali ragioni l'attuale
Assessorato Regionale al Lavoro non attiva , cosi
come previsto dalla Legge Regionale 20 del 19.11.2003,
il Piano Annuale e Triennale per dare piena esecutività
alle richieste di stabilizzazioni degli Lsu-Lpu
pari quasi a 1.200 unità pervenute da Enti
Locali , Imprese , singoli lavoratori ; perché
si ritarda la pubblicazione del Bando per le stabilizzazioni
legate all'annualità 2004; per quali motivi
la Giunta Regionale non ha ancora deliberato la
proroga con relativo impegno di spesa sino al 31.12.2004
di tutti i progetti Lpu tanto che alcuni Enti Utilizzatori
cominciano a licenziare e sospendere i lavoratori.
Dal mese di Aprile 4.000 unità Lpu impegnate
nei progetti, che continuano con serietà
, impegno e professionalità a garantire servizi
essenziali alle comunità ,si vedono negato
il diritto al sussidio nell'assoluta distrazione
e nel disinteresse dell'Assessorato al Lavoro e
dell'intera Giunta Regionale.
Di fronte a queste esigenze la Regione Calabria
dimostra, ancora una volta, l'incapacità
di gestire , applicare ed attuare le stesse leggi
che emana oltre che l'indisponibilità ad
elaborare un piano per il lavoro che metta in moto
processi di sviluppo per i giovani disoccupati e
che permettano la piena e stabile occupazione per
tutti i diecimila precari LSU/LPU.
Mobiliteremo i lavoratori LSU/LPU per una forte
protesta nei territori ed a livello regionale qualora
tali ingiustizie non dovessero essere definite e
risolte nel più breve tempo possibile.
Lamezia Terme 9.9.2004
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Lamezia Terme 9 settembre 2004
LSU-LPU Situazione sempre più insostenibile
Dichiarazione di Luigi Sbarra Segretario Generale
CISL Calabria.
L'amministrazione Comunale di Catanzaro invia a
85 lavoratori di Pubblica Utilità con data
retroattiva lettere di licenziamento adducendo come
motivazione la mancata copertura finanziaria da
parte della Regione necessaria per il pagamento
dei sussidi dal 1 Luglio al 31.12.2004.
Il Sindaco Abramo anziché chiedere al suo
amico Governatore Chiaravalloti le ragioni e le
motivazioni del lunghissimo elenco di consulenti
e collaboratori superpagati dalla Regione, e perché
a distanza di mesi non si è proceduto ad
individuare le risorse necessarie ad assicurare
la prosecuzione dei progetti Lpu grazie ai quali
anche nella Città di Catanzaro si garantiscono
servizi utili alla collettività, trova invece
comodo inviare con una freddezza inaudita lettere
di licenziamento a 85 poveri lavoratori.
Tale determinazione rischia di creare un precedente
pericoloso con prospettive di smantellamento complessivo
dell'esperienza dei progetti Lpu in Calabria.
La Cisl si mobilita a difesa del lavoro con una
prima manifestazione sit-in presso la Giunta Regionale
Venerdì 10 Settembre e con la occupazione
da parte dei Lavoratori di Pubblica Utilità
della Sala del Consiglio Comunale di Catanzaro se
i licenziamenti non saranno subito revocati.
Mentre si attende a quasi un anno della sua approvazione
che la Legge Regionale N° 20 avvii il processo
di stabilizzazione dei quasi diecimila lavoratori
socialmente utili e di pubblica utilità impegnati
Calabria, diventa sempre più insostenibile
il ritardo della Giunta Regionale rispetto ad alcuni
adempimenti di attuazione della stessa legge ed
alla mancata corresponsione dal mese di Aprile delle
indennità maturate dai 4.000 Lpu.
Vorremmo chiedere all'On. Mangialavori ed al Presidente
Chiaravalloti se hanno ben presente la gravità
del problema e se sono a conoscenza che tanti dei
lavoratori Lpu hanno famiglie a carico e vivono
in una condizione sociale inaccettabile per la esiguità
del sussidio di appena 480 euro al mese. Se poi
le indennità vengono stranamente liquidate
ogni 5-6 mesi le difficoltà aumentano notevolmente.
Può sembrare strumentale ma non è
il chiedersi come è possibile che all'esercito
di consulenti e collaboratori della Regione si liquidano
cifre da capogiro e tanta di questa gentaglia nessuno
conosce , nessuno sa cosa fa , dove lavora ,cosa
produce e contemporaneamente ai 10.000 Lsu ed Lpu
che fanno il loro dovere quotidianamente si negano
diritti elementari come quelli di una dignitosa
retribuzione.
E' semplicemente vergognoso quanto sta avvenendo
nel totale disinteresse della maggioranza che governa
la Regione e nella colpevole distrazione di chi
dovrebbe esercitare un minimo di controllo politico
come minoranza in consiglio regionale.
Nessuno riesce a capire per quali ragioni l'attuale
Assessorato Regionale al Lavoro non attiva , cosi
come previsto dalla Legge Regionale 20 del 19.11.2003,
il Piano Annuale e Triennale per dare piena esecutività
alle richieste di stabilizzazioni degli Lsu-Lpu
pari quasi a 1.200 unità pervenute da Enti
Locali , Imprese , singoli lavoratori ; perché
si ritarda la pubblicazione del Bando per le stabilizzazioni
legate all'annualità 2004; per quali motivi
la Giunta Regionale non ha ancora deliberato la
proroga con relativo impegno di spesa sino al 31.12.2004
di tutti i progetti Lpu tanto che alcuni Enti Utilizzatori
cominciano a licenziare e sospendere i lavoratori.
Dal mese di Aprile 4.000 unità Lpu impegnate
nei progetti, che continuano con serietà
, impegno e professionalità a garantire servizi
essenziali alle comunità ,si vedono negato
il diritto al sussidio nell'assoluta distrazione
e nel disinteresse dell'Assessorato al Lavoro e
dell'intera Giunta Regionale.
Di fronte a queste esigenze la Regione Calabria
dimostra, ancora una volta, l'incapacità
di gestire , applicare ed attuare le stesse leggi
che emana oltre che l'indisponibilità ad
elaborare un piano per il lavoro che metta in moto
processi di sviluppo per i giovani disoccupati e
che permettano la piena e stabile occupazione per
tutti i diecimila precari LSU/LPU.
Mobiliteremo i lavoratori LSU/LPU per una forte
protesta nei territori ed a livello regionale qualora
tali ingiustizie non dovessero essere definite e
risolte nel più breve tempo possibile.
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"Il turismo nella
nostra realtà"
Reggio Calabria 13 agosto 2004
Rosi Perrone Segretario Conf.le Cisl
Francesco Spano' Segretario Provle. Fisascat Cisl
Il turismo nella nostra realtà è un
settore nel quale abbondano idee e proposte che
però si scontrano regolarmente con una serie
di difficoltà pratiche riconducibili anche
alla mancanza di un progetto di sviluppo turistico
complessivo, sostenibile, incentivato e concertato.
Quello che sembra un argomento alla portata di tutti
deve però essere considerato con la massima
attenzione e serietà in quanto deve essere
recepito come una delle poche fonti di riscatto
e di rilancio dell'intera provincia reggina.
Da una analisi sommaria della situazione non si
evincono dati estremamente confortanti poiché
le lacune e la scarsa valorizzazione delle nostre
risorse sono ciclopiche e disarmanti. Molte le iniziative
singole, ma anche, spesso, fini a se stesse, e che
dovrebbero invece rientrare in un progetto definito
e mirato.
L'aereoporto è diventato ormai un tormentone:
nonostante serva la realtà dello Stretto
la struttura non "decolla", e non si comprende
il motivo per il quale questa città sia impotente
davanti ad un problema che in larga parte dipende
dalla volontà di praticare oltre che predicare
il concetto di sviluppo endogeno. Tariffe allucinanti
allontanano l'utenza e la dirottano verso altre
realtà, creando i presupposti per un declassamento
del nostro aeroporto . E' significativa la decisione
politica territoriale di questi giorni di tentare
di divincolarsi dal monopolio dell'Alitalia. Il
nostro aeroporto ha tutte le caratteristiche per
diventare scalo internazionale e d'altronde, se
aeroporti internazionali sono stati interamente
"rubati" al mare, noi a Reggio Calabria
possiamo e dobbiamo, in un progetto di sviluppo
complessivo del territorio, valorizzarne le potenzialità
chiudendo definitivamente la stagione delle contrapposizioni
che non giovano certamente a costruire il futuro
della nostra terra .
I bronzi di Riace hanno di recente avuto una impennata
di popolarità grazie alle grossolane esternazioni
del Governatore Chiaravalloti, ma finito il trambusto
mediatico non si nota ad oggi una programmazione
futuribile che crei delle prospettive per valorizzarne
la presenza nel nostro museo. Nella città
non si nota ancora alcun percorso turistico che
esuli dal lungomare, la ricezione alberghiera è
scarsa e costosa, tantomeno si può parlare
di turismo congressuale poiché in assenza
di una struttura convegnistica ci si deve affidare
alla "clemenza" delle singole realtà
alberghiere che avanzano proposte molto poco competitive
rispetto ad altre realtà nazionali.
Sono scomparse spiagge storiche , ma la cura e la
salvaguardia delle coste non sembra essere un argomento
rilevante o perlomeno non affrontato in un progetto
complessivo di sviluppo locale, ci si affida al
fatalismo, mentre per quanto riguarda il Lido Comunale
possiamo affermare con certezza che la struttura
non è valorizzata per quanto merita: rimangono
nella memoria delle scorse generazioni i tempi della
"rotonda sul mare".
La Costa Viola potrebbe garantire ben oltre quello
che oggi realisticamente offre. Una località
come Scilla ed il suo circondario, debitamente organizzata
e valorizzata, potrebbe fungere da volano per l'intera
zona ma manca di tutto: alberghi, campeggi e quant'altro
necessario per poter competere con località
simili e meglio attrezzate quali sono Tropea e Taormina.
Altra peculiarità del nostro territorio e'
rappresentata dalla zona aspromontana, il cui centro
turistico - la stazione sciistica di Gambarie- esprime
al minimo le proprie potenzialità. L'Aspromonte
e nello specifico Gambarie, nonostante rappresentino
il polmone verde reggino, non si sono adeguate all'evoluzione
dei tempi: si sono rinnovate al minimo e non hanno
utilizzato al meglio le proprie potenzialità.
L'offerta turistica ha enormi margini di crescita
ma deve incanalarsi dalla spontaneità della
crescita del singolo soggetto alla progettualità
della crescita complessiva, anche affidandosi ad
un soggetto terzo che crei impresa turistica nella
zona, un soggetto in grado di creare pacchetti appetibili
di proposte turistiche ,che ricerchi i clienti che
elabori nuovi progetti di servizi e che ne verifichi
" in itinere " i risultati.
La Locride sconta ancora una carenza di viabilità,
la mancanza di alternative alla insufficiente ss
106 ed una rete ferroviaria prossima alla nullità,
impediscono a questa realtà di valorizzare
le proprie risorse che oltre alla perla di Gerace
può vantare spiagge e mare invidiabili, può
contare su storia e cultura e potrebbe sviluppare
il turismo termale con la struttura di Antonimina,
tutte risorse che hanno fatto la fortuna di altre
reltà del Paese e che nella Locride sono
concentrate in un territorio ristretto.
La provincia di Reggio Calabria presenta, da Rosarno
a Monasterace, centinaia di Km di costa eppure non
si sente parlare di turismo da diporto: legiferare
per ridurre tasse e costi in tal senso aprirebbe
orizzonti nuovi e profiqui.
E' ormai indispensabile che gli amministratori locali
lavorino in banch-marking seguendo esempi di sviluppo
tipici delle realtà settentrionali della
nostra penisola .Di questo e di altro ancora si
è discusso nell'incontro che Rosi Perrone
Cisl e Francesco Spano' FISASCAT Cisl hanno avuto
con l'Assessore provinciale al turismo Ornella Milella,
incontro proficuo sotto l'aspetto del confronto
e finalizzato alla concretizzazione di una proposta
condivisa di sviluppo turistico provinciale per
cercare di fare un salto di qualità passando
dal miraggio industriale, miseramente fallito, alla
più realistica ed attuale vocazione turistica.
L'assessore Milella ad oggi, ha svolto una attività
impegnativa sul territorio provinciale promuovendo
i Sistemi Turistici Locali (STL), mettendo così
in sinergia pubblico e privato .Necessita oggi che
questa attività provinciale reggina trovi
realizzazione immediata in un quadro normativo di
riferimento regionale che renda praticabile la realizzazione
concreta degli S.T.L. Inoltre l'attività
dell'assessore. provinciale Milella ha la necessità
di essere supportata, e perché no, arricchita
di idee e proposte. E' necessaria ,a nostro parere,
la promozione di un protocollo d'intesa che realizzi
un Osservatorio Provinciale Turistico composto da
istituzioni locali, associazioni di categoria, sindacati,
industriali, camera di commercio , confesercenti
ecc. con l'obiettivo di verificare, (magari bimestralmente)
lo stato dell'arte e formulare nuove proposte per
lo sviluppo turistico della nostra provincia, dando
così respiro ad un modello di concertazione
ampio e condiviso.
C'è tanto da fare, il federalismo ci impone
di essere protagonisti del nostro futuro, ci sono
tantissime opportunità per creare occupazione.
L'economia reggina ha bisogno di una scossa: il
Turismo è il nostro "giacimento petrolifero"
sta a noi saperlo sfruttare. La Cisl e la Fisascat
di Reggio Calabria ritengono che necessiti creare
un sistema di sviluppo locale ,lavorando a progetti
, proposte, potenzialità locali da valorizzare,
esigenze e richieste di mercato .Una attività
sinergica e' oggi più che mai indispensabile
per creare nella nostra provincia le condizioni
di decollo turistico e consequenzialmente di decollo
lavorativo. Il primo incontro Cisl istituzioni locali
ha messo in evidenza questa volontà comune.
Accarezziamo un sogno :creare le condizioni per
lavorare assieme, ognuno nella propria specificità,
per un unico grande obiettivo il riscatto e lo sviluppo
della nostra provincia e della nostra regione.
|
"Comitato Politico
Femminile
30 giugno 2004
Rosi Perrone segretario ust cisl Reggio Calabria
Cambiamenti importanti hanno interessato negli
ultimi anni il mondo delle donne, oggi infatti le
stesse investono significativamente piu' degli uomini
nell'ambito della cultura, riescono meglio che in
passato in tutti i settori degli studi ,anche in
quei settori che sino a pochi anni addietro erano
rigidamente, anche se solo formalmente, riservati
agli uomini. danno maggiore spazio al lavoro, sperimentando
forme nuove di produzione, investendo in proprio
e mettendosi in gioco nel campo imprenditoriale
. Rivestono vari ruoli nell'arco della loro vita,
hanno percorsi lavorativi e di quotidianita' piu'
articolati, hanno, nei fatti, accettato la sfida
del difficile raggiungimento sostanziale delle p.o.
il lavoro e' un aspetto importante della sfera femminile
tant' e' che il numero delle donne lavoratrici italiane
e' aumentato significativamente ,anche se e' ancora
inferiore alla media europea.cresce l'occupazione
in tutti i settori, migliora la posizione lavorativa
. si trovano donne impegnate attraverso assunzioni
part-time o con contratti a tempo determinato, offrendo
quell'adattabilita' auspicata dai teorici della
flessibilita' che deve essere la porta di entrata
ad un mercato del lavoro si' snello ma non precarizzato.nonostante
questi dati apparentemente soddisfacenti, permangono
nei fatti alcune aree di criticita' significative.
non e ' infatti , ancora semplice il passaggio scuola
lavoro.le donne trovano lavoro in eta' piu' avanzata
rispetto gli uomini. IL carico di lavoro familiare,l'interruzione
lavorativa per le nascite,le grandi difficolta'
di accesso ai ruoli di maggiore responsabilita'
rappresentano concrete barriere che ci fanno intendere
come nei fatti la strada da percorrere per reali
condizioni di parita' sia ancora lunga ed irta di
ostacoli. limiti reali ,dunque, dovuti anche ad
una idea, atavicamente radicata nella societa',
di donna lavoratrice e donna tuttofare. Anche nella
nostra provincia si regitrano dei cambiamenti significativi
nel campo femminile,significativi ma non ancora
estremamente soddisfacenti. si rileva infatti, la
presenza della donna in campi lavorativi tradizionalmente
intesi quali ambiti tipicamente femminili, ossia
lavori di cura ed assistenza. nel commercio settore
che registra alti tassi di sommerso ,nell'agricoltura.
ma la forza lavoro femminile nella provincia di
reggio calabria e' concentrata ai livelli medi nella
pubblica amministrazione e nei settori dei servizi
quali banche ,poste enel telecomunicazioni.la donna
lavoratrice reggina, costretta a conciliare in solitudine
vari ruoli famiglia ,casa lavoro difficilmente riesce
a raggiungere livelli di managerialita'quali quelli
maschili, e' questo il piu' famoso soffitto di cristallo.
la soluzione sarebbe a portata di mano se si realizzassero
buone prassi che consentirebbero ad esempio, recuperi
formativi dopo periodi di aspettativa.concertando
in questa direzione si creerebbero le condizioni
affinche'anche le donne raggiungano nel caso in
cui lo desiderino,livelli medio-alti nel campo lavorativo.
Mancando nel nostro territorio, servizi pubblici
di supporto alle famiglie,asili nido, mense ,strutture
di accoglienza per disabili ed anziani,non esistendo
un progetto di welfare locale complessivo,e' tutto
demandato alla buona volonta' , all'inventiva degli
operatori del terzo settore e del volontariato,ad
interventi a macchia di leopardo per parte istituzionale
.Un progetto di welfare complessivo concertato,
produrrebbe oltre che servizi alle famiglie ed ai
cittadini anche lavoro per il territorio.ancora
presenza di forza lavoro femminile si individua
nell'asfittico nel settore industria tessile reggino,
ma non si trovano donne in industrie quali le omeca,
o operaie edili nei cantieri o lavoratrici portuali
,se non nei livelli amministrativi. insomma alcuni
settori sono out per le donne,ma non per scelta
molte volte per condizione . mancati investimenti
e conseguente risicato sviluppo nei settori suindicati
impediscono di alzare il tasso di occupazione femminile
a Reggio Calabria. Le donne che vogliono lavorare
,oggi ,non si precludono vie di accesso al m.d.l.
attraverso una scelta rigida di settori nei quali
impegnarsi ma,debitamente formate, affrontano il
mercato del lavoro con grande impegno e professionalita'.la
strada per la parita' si sta faticosamente percorrendo,
nonostante le difficolta' quotidiane, in tutti i
campi. Necessita ancora e piu' mettersi in gioco
per ottenere ruoli e responsabilita' che appare
evidente nei fatti sono ancora tipicamente maschili,uno
per tutti la rappresentanza femminile nei ruoli
decisionali e quindi di potere in tutti i segmenti
sociali.non è un percorso semplice ma le
donne ci sono e vogliono esserci per rappresentare
le istanze complessive delle donne degli uomini
,della societa' tutta.
Rosi Perrone segretario ust cisl Reggio Calabria
30 giugno 2004
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Convegno "Prevenzione Donna"
L'8 giugno, durante il convegno "Prevenzione
Donna" organizzato dal settore bancari, FIBA-CISL
Reggio Calabria, si è trattato un argomento
assai delicato, che costituisce per le donne, e
non soltanto per loro, un'esigenza fortemente sentita
e non assecondata a dovere dalle istituizioni sanitarie
, quale il diritto alla prevenzione nel campo dei
tumori femminili.
Si sono esaminate le statistiche più recenti
che fanno intravedere come il nostro paese, sia
in notevole ritardo tra il gruppo di nazioni più
avanzate nell'istituzione di un sistema capillare
di prevenzione sul territorio, ed in particolare
la nostra regione, la Calabria, dove si accumulano
da decenni carenze e disfunzioni croniche..
Si è messo in risalto come il denaro investito
nella prevenzione produce un sensibile risparmio
a distanza, evitando le procedure più costose
ed invasive necessarie per trattare le malattie
in una fase più avanzata, tenendo conto inoltre
la cosa più importante, che le maggiori speranze
di guarigione e le minori sofferenze per le pazienti
vengono registrate quando trattate come patologie
iniziali.
A seguito del suddetto convegno si sono incontrate,
presso la sede del palazzo della Provincia, la Dott.ssa
Ornella Milella, assessore pari opportunità
e politiche sociali che si avvale della collaborazione
della Commissione pari opportunità provinciale
presieduta dalla dott.ssa Wilma Iaria , la Dott.ssa
Giovanna Ferrara presidente del CIF, la presidente
di agi 2000 Prof.ssa Sara Bottari, la segretaria
confederale CISL Rosy Perrone,la responsabile del
coor.to Nuccia Malaspina e per la FIBA-CISL il segretario
prov.le Rocco Ianno' e la responsabile del coordinamento
Maria Rachele Arena, per definire una strategia
comune che serva da stimolo alle istituzioni sanitarie,
per l'avvio di una politica di prevenzione in provincia
di Reggio Calabria, nel campo dei tumori femminili.Il
gruppo di lavoro intende sviluppare un progetto
provinciale che non guardi all'estemporaneita' dei
casi bensi' che si occupi in maniera definitiva
della salute della donna.Il federalismo impone scelte
di politica regionale solide e che guardino alle
potenzialita' sia professionali che di servizi da
valorizzare in loco,il piano della salute regionale
deve avere intrinsecamente connesso il dato della
prevenzione non solo sulla carta ma come principio
sostenuto finanziariamente e progettualmente in
maniera definitiva.La tutela della salute del cittadino,
bene prezioso ed inalienabile,aumenta la qualita'
della vita ,migliora le condizioni delle famiglie
,crea opportunita' di nuovi servizi ed aumenta il
tasso di occupazione.Il gruppo di lavoro neonato,vuole
essere da pungolo e da stimolo sul territorio provinciale
per realizzare politiche femminili concrete ,e'
aperto ad ogni tipo di contributo di presenza e
di proposta positive che vogliano arrivare da ogni
soggetto che operi in questo campo nella provincia
reggina.Il primo passo sara' quello di inviare una
richiesta di incontro ai direttori generali delle
ASL competenti del territorio per meglio comprendere
quali siano ad oggi le progettualita' sanitarie
in questo settore e per meglio individuare le strade
future da percorrere in sinergia per realizzare
politiche della salute e della prevenzione per le
donne nella provincia di Reggio Calabria.
Reggio Calabria 10 giugno 2004
Segretario Confederale Cisl
UST Reggio Calabria
Rosi Perrone
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COMUNICATO STAMPA ALAI
CISL
Reggio Calabria 16 Giugno 2004
IL responsabileALAI CISL Reggio Calabria
(Domenico Serranò)
Si sono effettuate le elezioni per il Parlamento
Europeo e come in tutte le elezioni " tutti
hanno vinto.... si sono rafforzati ... ha vinto
chi veramente fa politica... ecc..". Ma i problemi
restano, il lavoro manca, i lavoratori hanno sempre
meno diritti, i precari perdono il posto dopo aver
contribuito a sollevare i bilanci delle imprese
grazie al loro "basso costo dei lavoro"
e alle nuove " flessibilità".
Certamente i 18 lavoratori precari dei call center
di Poste Italiane di Reggio Cal. A cui è
scaduto il contratto ed i 39 il cui contratto scadrà
il 30 giugno prossimo hanno sempre saputo che il
loro era un contratto interinale e come tale a termine
e a determinate condizioni. Ma speravano che, come
in moltissime altre aziende cheutilizzano lavoratori
interinali, avendo acquisito una elevata professionalità
nel call center ed avendo necessità di personale
Poste Italiane avrebbe trasformato il contratto
da interinale a contratto a tempo indeterminato
(e pensare che il lavoro interinale è la
porta di accesso al lavoro a tempo indeterminato
per il 35% dei giovani con percentuali che toccano
anche il 50% in Lombardia).
E se accanto al semplici ragionamenti aziendalistici
guardiamo la realtà sociale di
Reggio e della Calabria dove c'è un tasso
di disoccupazione tra i più alti d'Europa,
con circa 200.000 disoccupati e 187.000 lavoratori
in nero si comprende come Poste
Italiane deve nipensare ?al suo ?ruolo nel paese
e nel Mezzogiorno.
E' qui che la politica, la politica vera, deve
intervenire. Deve ripensare su come Poste Italiane
non debba ragionare soltanto con mentalità
aziendalistica. Poste Italiane sul territorio e
maggiormente nel mezzogiorno svolge una funzione
sociale e pertanto non può allontanare giovani
che producono e che servono al call center, ma deve
trovare gli strumenti per inserirli stabilmente
nel ciclo lavorativo.
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"Rinnovo delle cariche Cral poste"
Reggio Calabria 11 giugno 2004
Rosi Perrone Resp.le Corr.to slpcisl Calabria
Siamo alla vigilia del rinnovo delle cariche Cral
poste.IL momento è di massima importanza
e richiede l'impegno di tutti noi; donne giovani
,iscritti e simpatizzanti Slp Cisl. Il coordinamento
regionale Slp Cisl donne e giovani Calabria si sente
fortemente impegnato nella direzione del supporto
a questa campagna elettorale per vari motivi. Innanzitutto
il grande senso di appartenenza alla nostra organizzazione
che continua a distinguersi per solidarieta' ,responsabilita',progettualita',a
tutti i tavoli ed in tutte le iniziative.Inoltre
il coordinamento donne e giovani della calabria,
ha sempre operato affinche' in un mercato del lavoro
fortemente globalizzato e liberista ,si riporti
al centro della discussione l'essere umano nella
sua interezza,la/il dipendente poste dunque non
numero ma donna ed uomo valutato ed espresso positivamente
in tutte le proprie peculiarita',non ultima la sfera
extra lavoro.Negli ultimi anni la nostra organizzazione
si e' misurata e confrontata con un 'azienda che
ha avuto un unico obiettivo,risanare i bilanci e
rendere competitiva e moderna l'azienda ,obiettivo
condiviso da parte slp cisl ma indirizzato e governato
tenendo in forte considerazione la politica del
benessere e dei ditritti della / del dipendente
poste. Una battaglia ardua nel confronto con un'azienda
sorda a queste sollecitazioni,ma una battaglia che
attraverso anche il lavoro dei coordinamenti d.eg.
a tutti i livelli ha portato a risultati importanti.
Oggi vogliamo e dobbiamo sostenere e condividere
la campagna elettorale del Cral .Le nostre liste
devono essere sostenute presso tutti i nostri colleghi
, spiegando loro l'importanza del voto .Il nostro
tempo libero e' un bene prezioso dobbiamo saperlo
indirizzare. L'attivita' del nostro Cral e' determinante
anche per dare significato alle nostre politiche
del benessere non dobbiamo lasciarci sfuggire questo
momento .Lavoriamo affinche' i nostri candidati
vincano perche' possano meglio e piu' rappresenrtare
le nostre politiche perche' il nostro voler essere
donne e uomini della nostra organizzazione concretizzi
l'opportunita' di creare rete di progetti condivisi
con i nostri rappresentanti Cral.Mettiamoci in moto
ed in gioco come solo noi sappiamo fare ed otterremo
il risultato che vogliamo.
|
Assorbimento Lavoratori
in esubero uffici postali
Reggio Calabria, 28 maggio 2003
Filippo Praticò - responsabile stampa CISL
di Reggio Calabria
Assorbimento dei lavoratori in esubero negli uffici
postali di Reggio, Locri e Vibo Valentia e stabilizzazione
dei precari: queste le richieste CISL per il call
center di Reggio Calabria divenuto Punto di Eccellenza
in Italia. L'impegno CISL per il rinnovo del contratto
di lavoro dei postali.
Dichiarazione congiunta di Rosy Perrone, segretaria
confederale CISL, e di Mimmo Foti, segretario generale
di SLP-CISL di Reggio Calabria.
L'avvio a Roma nei prossimi giorni, del tavolo
di confronto tra società Poste Italiane e
parti sociali per il rinnovo del contratto nazionale
di lavoro scaduto da oltre 18 mesi, suscita molte
attese tra i lavoratori postali ed i sindacati.
"La convocazione del tavolo contrattuale -
dichiarano Rosy Perrone, segretario confederale
della CISL di Reggio Calabria, e Mimmo Foti, segretario
generale della SLP-CISL provinciale - è il
frutto dell'ampia e convinta partecipazione dei
lavoratori postali allo sciopero generale di venerdì
16 maggio che, a livello locale e in ovunque in
Italia, ha registrato cifre altissime di astensione
dal lavoro e di chiusura di uffici ed agenzie. Si
dovrà adesso, verificare se questa è
un'apertura vera alle istanze dei lavoratori, oppure
è una tattica dilatoria. Saggeremo le buone
intenzioni della controparte se, assieme alla discussione
della parte di rivendicazione economica, sarà
affrontato anche l'esame del piano d'impresa della
società Poste Italiane. Cioè, saranno
presentate al sindacato da parte del management
guidato dall'amministratore delegato Massimo Sarmi,
le linee di indirizzo strategico dello sviluppo
di un'azienda che il prossimo anno, quotandosi in
borsa, persegue la strada della totale privatizzazione,
ma che oggi resta una società di cui maggiore
azionista è il ministero del tesoro".
Rosy Perrone e Mimmo Foti danno "un giudizio
molto positivo della partecipazione dei postali
reggini allo sciopero generale" e ricordano
che "il rinnovo contrattuale oltre ad essere
un atto dovuto per un contratto fermo al 2001, deve
contenere in termini di avanzamento di carriera
e di progressione economica, il giusto riconoscimento
per il sacrificio e la dedizione professionale dimostrati
dai postali in questi anni durante l'intenso percorso
che ha portato al risanamento dei conti delle Poste.
Nel piano d'impresa inoltre, si dovranno avere le
risposte alle emergenze calabresi e del territorio
provinciale in termini di blocco degli inaccettabili
tagli di uffici postali e di occupazione ventilati
da più parti, per puntare invece, a risolvere
le evidenti carenze di personale nella sportelleria
e nel recapito della corrispondenza".
Per questo è necessario - affermano Perrone
e Foti - che accanto a quella del sindacato confederale
CGIL CISL UIL si unisca forte anche la voce di protesta
dei tantissimi Sindaci dei piccoli comuni della
provincia di Reggio e della Calabria, contro l'
ulteriore chiusura di altri uffici postali per ottenere
la cosiddetta "ottimizzazione dei costi".
La società Poste Italiane deve continuare
a svolgere quel "servizio universale"
che ha caratterizzato fin dalla sua costituzione
il vecchio "ente poste", e in questa direzione
l'impegno del sindacato sarà massimo. Ancora
oggi le Poste infatti, svolgono un'enorme funzione
sociale - dichiarano Rosy Perrone e Mimmo Foti -,
evidenziata dal fatto che continuano ad erogare
numerosi servizi a favore delle fasce più
deboli della popolazione, in particolare di quelle
che abitano nelle zone interne del nostro territorio,
nel segno della concreta presenza dello Stato".
"Qualità ed efficienza dei servizi e
assorbimento degli eventuali esuberi debbono camminare
di pari passo", affermano ancora i leader sindacali
CISL dei postali reggini Rosy Perrone e Mimmo Foti
analizzando il tasto dolente del call center di
Reggio Calabria: "Il call center svolge da
anni una gran mole di lavoro gestendo l'informazione
sui servizi erogati a favore dell'utenza privata
e istituzionale, e di recente anche effettuando
la vendita dei nuovi prodotti con grande ritorno
economico per il business delle Poste Italiane.
Per la professionalità degli addetti, il
call center reggino è divenuto un punto di
eccellenza in Italia. Al suo management adesso tocca
tirare un primo bilancio che, essendo positivo,
dovrà comportare da una parte la regolarizzazione
e la stabilizzazione del personale assunto in forma
precaria, oltre cinquanta giovani con contratto
di lavoro interinale, e prevedendo l'ampliamento
degli organici, dall'altra parte dovrà rivolgere
la prima attenzione all'assorbimento delle unità
in esubero negli uffici sparsi sul territorio provinciale
con particolare riferimento a quelle unità
di personale spostate nelle zone di Locri e Vibo
Valenzia".
"E' necessario allora si sappia, che la CISL
vigilerà in questa direzione - concludono
la segretaria confederale Rosy Perrone e il segretario
di categoria Mimmo Foti - e in modo pressante impegnerà
le proprie strutture locali e nazionali affinché
in tale direzione, il management delle Poste Italiane
dia risposte concrete e risolutive".
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"Mobbing"
Reggio Calabria 26 maggio 2004
Rosi Perrone Segretario provinciale Cisl Reggio
Calabria
Nuccia Malaspina resp.le coor.to femm.le cisl r.c.
Il Segretario Confederale Cisl Reggio Calabria Rosi
Perrone, e la responsabile del coor.to femm.le Cisl
Nuccia Malaspina, sollecitano la Regione Calabria
affinche' esamini e faccia sintesi delle proposte
di legge regionali sul Mobbing presentate dagli
onorevoli Borrello -Morrone e Chiarella .Le tre
proposte di legge giacciono infatti da tempo in
commissione senza avere giusto esame per parte istituzionale;
nei fatti questa stasi impedisce di lavorare progettualmente
alla emanazione di una legge regionale che normi
il fenomeno del mobbing. In un m.d.l. fortemente
competitivo e globalizzato che evidenzia realtà
nuove forti e competitive, la cisl e' attenta al
benessere del dipendente ed una delle tematiche
particolarmente attenzionata anche nella contrattazione
collettiva nazionale ,è il Mobbing sui posti
di lavoro. Mobbing e' quella forma di ghettizzazione
diretta o indiretta ,verticale o orizzontale che
sottilmente e purtoppo drammaticamente mette oggi
duramente a prova la potenzialita' del singolo.
Difatti, in un mercato del lavoro liberista dove
l'unico obiettivo e' il prodotto finito, la competitivita'
e' sfrenata e ,dunque, il risultato economico, rappresenta
l'obiettivo finale da raggiungere ad ogni costo
.L'individuo,in questo contesto rischia con la propria
sfera emozionale caratteriale e familiare di essere
fortemente penalizzato sotto l'aspetto dell'armoniosa
rappresentazione del " se ". La competitivita'
tra colleghi,sottilmente sostenuta per parte datoriale,molte
volte non vissuta in positivo,crea terreno fertile
per ghettizzazioni e penalizzazioni di vario tipo.
In questa direzione , la Cisl di Reggio Calabria,fortemente
impegnata nel realizzare condizioni positive nell'ambito
lavorativo,attenta a tutte le peculiarita' del singolo,
e' impegnata da tempo.Ha infatti analizzato il tema
mobbing in varie occasioni convegnistiche confederali
e di categoria,cisl slp ed fps ed ha attivato sul
territorio uno sportello mobbing Fps ,coordinato
da Alba Sapioli per dare il supporto necessario
a chi e' vittima di questa trappola psicologica.
Inoltre ritiene che non possano rimanere inevasi
gli sforzi profusi nella direzione dell'elaborazioni
delle proposte di legge regionali sul mobbing. E'
indispensabile che la commissione regionale valuti
le proposte faccia sintesi e si attivi il piu' presto
possibile per emanare la legge,prevedendone naturalmente
il supporto finanziario.E' importante infatti che
si crei una sinergia legislativa che faccia camminare
di pari passo la legge sul mobbing ,la legge di
recepimento della 328,dopo anni finalmente promulgata
a livello regionale e il piano sanitario regionale
.Devono prevedersi fondi infatti affinche' si crei
sinergia lavorativa ,tra le asl , le aziende ed
i comuni.E' di qualche giorno addietro la firma
di in un protocollo,proposto dall'assessore alle
p.o.del comune di r.c. Mazzitelli sul fenomeno del
mobbing.Protocollo accolto favorevolmente e condiviso
dalle organizzazioni sindacali confederali, dai
vertici dell'asl 11, dall'Inail, dalla consigliera
di parita'.Questo protocollo evidenziando per parte
istituzionale attenzione al fenomeno,propone una
fattiva collaborazione sul tema, individua nella
realizzazione di un osservatorio proposto dal comune
di Reggio Calabria un supporto tecnico significativo
per contrastare il fenomeno mobbing,propone inoltre
percorsi comuni per individuare strumenti e realizzare
condizioni affinche' i soggetti mobbizzati vengano
tutelati sostenuti ed accompagnati nella risoluzione
del problema.Va nella medesima direzione l'indagine
a campione sul mobbing realizzata dalla commissione
p.o. del comune di r.c.Tutto questo evidenzia grande
sensibilita' al problema del fenomeno in ambito
lavorativo.La proposta cisl è che si possano
mettere in rete le esperienze affinchè attraverso
azioni sinergiche si lavori per eliminare alla base
ogni tipo di vessazione da mobbing.E' importante
registrare il dato che siano sensibili ed impegnate
in questa direzione professionalita'e personalita'
di Reggio Calabria in ambito istituzionale e di
commissione consiliare.Le donne della Cisl guardano
con attenzione a quanto si sta realizzando , sono
tuttavia convinte che le potenzialita' non si debbano
disperde in mille rivoli, ma ognuna nella propria
specificita' debba concorrere al raggiungimento
di un unico obbiettivo , scommettere su un grande
progetto di "Azione positiva" promosso
dalle donne impegnate a tutti i livelli e in tutti
i settori della citta', non solo per le donne ma
per donne e uomini mobbizzati.Un progetto che preveda
la realizzazione di un osservatorio regionale sul
mobbing ,del quale facciano parte esperti di medicina
del lavoro es. sociologi psicologi etc affinche'
si sostengano i mobbizzati e le loro specificita'.
Ad oggi è dunque indispensabile fare il passo
avanti decisivo per promulgare la legge mobbing
della Regione Calabria, che potra' dare respiro
e spazio ai lavoratori che subiscono questi drammi.I
gruppi consiliari facciano dunque lavoro comune
ed investano nella direzione del benessere lavorativo
per creare clima e qualita' di vita positivi all'interno
delle aziende che devono rappresentare il futuro
delle nostre realta' meridionali.
.
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NIDIL
- CGIL ALAI - CISL CPO - UIL
REGGIO CALABRIA - GIOIA TAURO
COMUNICATO
STAMPA Reggio Calabria 18 Maggio 2004
CGIL -CISL - UIL chiamano alla Sciopero Generale
e alla
Manifestazione di Catanzaro per il giorno 26 Maggio
tutti
i lavoratori precari della Provincia di Reggio Calabria.
E' sconcertante come la Giunta Regionale sembra
disconoscere
gli alti tassi di disoccupazione e i dati del lavoro
sommerso.
Sembra proprio che voglia abbandonare sempre più
i calabresi
verso la disperazione e la povertà.
·
Si pagano i sussidi agli LPU ogni sei mesi
· Per tutto il 2003 e fino ad oggi non si
è fatta nessuna stabilizzazione di LSU/LPU.
· Il Bilancio regionale 2004 prevede solo
i sussidi fino al 30 giugno
· La legge regionale 20/03, conquistata dalla
mobilitazione dei
precari, è svuotata dall'assenza totale di
finanziamenti per il 2004
· Continua a rimanere assente una qualche
politica organica del lavoro che, seppur gradualmente,
dia qualche speranza all'esercito dei disoccupati
e precari Calabresi.
Si chiede un piano regionale che preveda:
· Un fondo regionale per l'occupazione che,
già dal 2004, concentri tutte le risorse
disponibili
· L'apertura di una trattativa con il GOVERNO
NAZIONALE per affrontare e finanziare un piano di
inserimenti dei precari dei piccoli comuni
· La messa a regime dei servizi all'impiego
per garantire l'orientamento, la formazione, selezioni
trasparenti per gli eccessi, le politiche attive
del lavoro
· La stabilizzazione di tutto il bacino LSU/LPU
entro il 2007, e quindi di almeno un quarto nel
2004
· L'effettiva riserva del 30% in tutte le
operazioni di avviamento al lavoro
· Il censimento dei posti effettivamente
vacanti negli Enti sub-regionali, nella Regione
e nel complesso delle Amministrazioni pubbliche.
CGIL-CISL- UIL, nell'organizzare assemblee zonali,
invitano i lavoratori
LSU/LPU a partecipare compatti allo SCIOPERO GENERALE
e alla
MANIFESTAZIONE del 26 Maggio a Catanzaro.
Invitano, altresì, tutta l'opinione pubblica
a solidarizzare con i lavoratori
precari che chiedono un loro diritto costituzionale
" il diritto al lavoro".
NIDIL
-CGIL Reggio C. NIDIL -CGIL Gioia T. ALAI - CISL
CPO - UIL
(F. Ali') (A. Calogero) (D. Serrano') (I.
Giarmoleo)
NIDIL -CGIL Reggio C. Tel. 0965- 893505 Fax 0965
- 812635
NIDIL - CGIL Gioia T. Tel. 0966- 52396 Fax 0966-
52895
ALAI - CISL Tel. 0965- 27173 Fax 0965 - 331820
CPO - UIL Tel. 0965 - 890541 Fax 0965 - 891046
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Venerdì
7 e sabato 8 maggio 2004: INAS in piazza.
Torna l'INAS DAY a Reggio Calabria come in tutt'Italia.
Il Patronato della CISL a Piazza San Giorgio (dalle
ore 16 alle ore 20),
quest'anno per chiarire i dubbi dei cittadini sulle
pensioni.
Inas
in piazza dal 7 all'8 maggio per chiarire i dubbi
dei cittadini,
in particolare sul diritto alla pensione.
In questi due giorni torna a Reggio Calabria come
in tutt'Italia, l'INAS
DAY, la felice iniziativa promossa dall'INAS, il
patronato della CISL,
con l'obiettivo di far conoscere meglio i suoi servizi
di tutela, assistenza,
informazione e consulenza nelle materie socio-previdenziali,
offerti gratuitamente
a tutti i cittadini.
Nella città di Reggio, da venerdì
7 a sabato 8 maggio, un gazebo sarà allestito
nella centralissima Piazza San Giorgio, per incontrare
e sensibilizzare
il maggior numero di cittadini e lavoratori al tema
scelto quest'anno per
l'INAS Day, appunto il diritto alla pensione, ma
anche su tantissimi altri
temi socio-previdenziali di competenza del Patronato.
L informazione prima di tutto per tutelare i propri
diritti ,sottolineano
congiuntamente il segretario dell'unione sindacale
territoriale CISL, Cosimo
Piscioneri, e il responsabile provinciale del patronato
INAS Ferdinando
Loiacono -. Con l'INAS si hanno a disposizione i
servizi gratuiti di consulenza
e di assistenza previdenziali con INPS, INAIL, INPADAP;
assistenza medico-legale
e assistenza legale gratuita.
L'INAS DAY 2004 è interamente dedicato al
tema delle pensioni: donne e
pensioni, dunque, lavoro nero e pensione, e poi
le nuove procedure per
ottenere subito la pensione definitiva Inpdap, quando
spetta la pensione
ai superstiti del lavoratore e come l'Inas può
fornire l'assistenza adeguata
per ottenerne l'erogazione.
In particolare l'Inas mette in guardia rispetto
ai rischi di ripercussioni
del lavoro irregolare sulla pensione. Il lavoro
nero, infatti, porta a minori
entrate contributive, cosa che concorre a mettere
in discussione l'attuale
sistema pensionistico pubblico. Inoltre, i lavoratori
in nero possono ritrovarsi
con vuoti contributivi sulle proprie posizioni assicurative.
Questo può
penalizzare i singoli nel calcolo della pensione
e della loro condizione
di vita di pensionati. Per evitare che si creino
situazioni di questo tipo
e per permettere a tutti i lavoratori di essere
correttamente informati
su questa ed altre tematiche legate all'argomento
pensioni, l'Inas è a disposizione
dei suoi utenti per un attento esame della posizione
assicurativa, per un'azione
di consulenza sulla futura pensione e per l'avvio
delle pratiche necessarie
al recupero dei contributi non versati.
Dal 7 all'8 maggio l'Inas - Cisl si porta a Piazza
San Giorgio oltre che
per rispondere ai dubbi del cittadino sulla pensione,
anche per aiutarlo
nella compilazione dei moduli pensionistici, informarlo
sulle prospettive
pensionistiche e sulle pensioni integrative.
Un occasione importante, dunque, per chiarirsi le
idee sul proprio futuro
e su quello che l'Inas Cisl può fare per
la tutela dei diritti di tutti.
In questi due giorni, si potranno ricevere le stesse
informazioni anche
presso le sedi Inas - Cisl distribuite sul territorio
della provincia di
Reggio Calabria, che resteranno aperte al pubblico
con orario continuato;
di
Reggio in Via dei Correttori, n. 6 (tel. 0965 27194);
di Gioia Tauro in Via Statale 111, n. 238 (0966
52901);
di Locri in Via Firenze, n. 28 (0964 22443);
di Palmi in Via V. Veneto, n. 14/a (0966 22034);
di Caulonia in Via Provinciale, n. 4 (0964 83015);
di Melito Porto Salvo sul Corso Garibaldi, n. 74
(0965 771128);
di Cittanova in Via D. Marvasi, n. 70 (0966 653235);
di Polistena in Via Domenicani, n. 20 (0966 941797):
di Bovalino in Via Garibaldi, n. 218 (0964 61569);
e di Bianco in via Vittoria, n. 98 /o964-911417).
L'INAS, inoltre, mette a disposizione dei cittadini
il
numero verde 800-249307,
al quale ci si potrà rivolgere per ricevere
sia le informazioni sui servizi
sia sulle sedi INAS più vicine al proprio
luogo di residenza.
Reggio
Calabra, 5 maggio 2004.
Il
responsabile INAS CISL di Reggio Calabria
- Ferdinando Loiacono
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CALABRIA
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COSTRUIAMO
IL FUTURO DELLA CALABRIA
CGIL,
CISL e UIL
della Calabria proclamano lo Sciopero Generale della
Regione per Mercoledì 28 Aprile 2004
per contrastare, con la forza della mobilitazione
del mondo del lavoro, dei pensionati, dei giovani
e delle donne calabresi, il processo di ulteriore
aggravamento della condizione economica, sociale
e civile della regione.
Fanno appello agli esponenti della cultura e delle
professioni, alle università e alla scuola,
al mondo dell'associazionismo e del volontariato,
alla Chiesa, al sistema delle Autonomie Locali,
ma anche al mondo imprenditoriale , cooperativo,
agricolo e dell'artigianato, perché sia forte
e corale il NO all'indifferenza e all'arroganza
che Governo nazionale e regionale mostrano rispetto
all'impoverimento ed al degrado che sta investendo
la Calabria.
Bisogna invertire le tendenze in atto ed affermare
il diritto dei calabresi al lavoro, alla formazione,
alla sicurezza, alla salute; il diritto della Calabria
a rimanere in Europa realizzando crescita economica
e coesione sociale.
Bisogna quindi cambiare nettamente il segno delle
scelte politiche che i Governi nazionale e regionale,
stanno compiendo.
Perché
questo avvenga è prima di tutto necessario
che cambino i metodi di governo e si reimposti una
pratica della concertazione e della negoziazione
con le rappresentanze sociali che sia in grado di
produrre quel valore aggiunto delle politiche economiche
e sociali che è dato dal protagonismo e dalla
partecipazione democratica. L'autoreferenzialità
che la Giunta Regionale ha mostrato attraverso le
scelte unilaterali compiute in questi anni è
causa prima dell'arretramento nelle condizioni di
vita dei lavoratori e dei cittadini, così
come nei livelli di democrazia.
La
Calabria è oggi innanzitutto pervasa e sopraffatta
dall'illegalità e dall'attacco mafioso all'economia
ed alle istituzioni. Negli ultimi anni la forza
delle organizzazioni criminali è cresciuta;
aree intere del territorio sono sottratte al controllo
dello Stato e consegnate alle prevaricazioni ed
alla violenza; i proventi dei traffici illeciti,
reinvestiti nell'economia "legale", inquinano
il tessuto commerciale e di impresa; l'usura è
una forma di "credito" quasi ordinaria.
Soprattutto si esprime un attacco frontale ai sindaci,
agli amministratori in genere, a tutti coloro che,
dentro e fuori le amministrazioni pubbliche, tentano
di non piegarsi e di esercitare la loro funzione
democratica. Quando, ad esempio, un sindaco rinuncia
al suo mandato per paura per la propria famiglia,
si celebra la sconfitta della democrazia e delle
regole basilari della convivenza civile; quando
imprenditori, professionisti o semplici funzionari
sono costretti a rinunciare al proprio impegno o
anche ad andare via dalla regione, vuol dire che
si è raggiunto il punto limite.
Perciò non bastano più le dichiarazioni
e le buone intenzioni: occorre una seria azione
d'urto. Bisogna che la questione legalità
in Calabria, stante anche le dimostrate connessioni
nazionali ed internazionali della 'ndrangheta, diventi
una grande questione nazionale ed intorno ad essa
si sviluppi una azione di contrasto con dispiegamento
di forze di intelligence, di polizia, di strumenti
di indagine, di ben più vasta portata di
quella attuale.
La Regione ha il compito di stimolare, coordinare,
proporre, e rappresentare a Roma questa grande esigenza
di bonifica, e non continuare invece a celebrare
scialbi protocolli sulla legalità che nulla
hanno prodotto ed anzi, per qualche aspetto, sono
stati destrutturanti.
La lotta alla criminalità si fa anche bonificando
la politica ed impedendo che il potere di condizionamento
mafioso determini scelte ed indirizzi flussi di
spesa pubblica.
Così come è necessario affrontare
con la dovuta strumentazione, anche legislativa,
la questione degli appalti ( la legge regionale
in materia di opere pubbliche e appalti giace da
anni chiusa nei cassetti del Consiglio Regionale
della Calabria), sui quali, col pretesto della velocizzazione
delle opere, si è attuata una vasta e perniciosa
opera di attenuazione dei controlli e di deregolamentazione.
La
Calabria ha visto negli ultimi anni disperdersi
quel patrimonio di elaborazione e di coesione sociale
che aveva connotato la stagione della programmazione
negoziata e delle politiche di sviluppo locale.
L'abbandono delle politiche per il Mezzogiorno attuato
dal Governo, il rifiuto del metodo della programmazione
e della finalizzazione della spesa da parte della
Giunta Regionale, l'incapacità di utilizzare
al meglio i Fondi Europei, i colpi tremendi inferti
alla finanza locale con il taglio secco dei trasferimenti,
hanno provocato il peggioramento di tutti gli indicatori
dello sviluppo, rendendo la regione sempre più
estranea ai processi di crescita e di innovazione
europea ed approfondendo il divario strutturale
con il resto di Italia.
Divario che oggi si accentua anche rispetto le altre
regioni meridionali, rendendo evidente che, accanto
alle difficoltà storiche, la Calabria registra
un fattore di arretratezza in più, determinato
da una classe di governo incapace di produrre un
progetto di sviluppo, di valorizzare le risorse
locali e di innescare pratiche di buona amministrazione
della cosa pubblica.
E' infatti evidente che non è possibile attrarre
investimenti, interni ed esterni, se non si opera
una decisa innovazione di contesto, attrezzando
ed infrastrutturando il territorio, scommettendo
sul grande capitale sociale delle risorse umane
disponibili, valorizzando cultura e ricerca, potenziando
la qualità dell'ambiente, naturale e sociale,
rendendo efficace l'Amministrazione Pubblica.
Tutto il contrario, cioè, delle politiche
di spesa e di governo del territorio attuate dalla
Regione Calabria, prima di tutto incapace di riformare
se stessa e rimasta quindi Ente strutturalmente
inadeguato a promuovere buone politiche, anzi ostacolo
essa stessa alla programmazione ed allo sviluppo.
Gli stessi processi legislativi non trovano concreta
applicazione, il trasferimento delle funzioni degli
Enti Locali rimane sulla carta, cresce la consistenza
ed il costo degli apparati senza aumentarne l'efficienza.
Si producono invece sempre nuovi guasti, con provvedimenti
di dubbia eticità, particolaristici e clientelari,
come ad esempio l'inserimento in massa di nuove
forme di precariato negli uffici, e tanto altro,
ampiamente documentato dalla sezione calabrese della
Corte dei Conti.
Bisogna perciò attuare il conferimento di
deleghe e funzioni alle Autonomie Locali, incentivare
e sostenere i processi di aggregazione e collaborazione
tra questi ultimi e ridisegnare ruolo e funzioni
della Regione come Ente di programmazione e controllo
che rinuncia alla gestione della spesa ed all'amministrazione
diretta che tanta parte ha nei processi di degenerazione
clientelare del governo calabrese.
Un sistema amministrativo ordinato, sussidiario
ed efficiente è la precondizione per innescare
politiche di sviluppo.
L'inizio del percorso legislativo sulla cosiddetta
devoluzione apre, peraltro, un pericolo di dimensioni
storiche per l'Italia, che vedrebbe frantumarsi
il quadro costituzionale e l'unità del Paese,
e per la Calabria, che dovrebbe garantire con le
sue sole risorse la scuola, la sanità, la
sicurezza, cioè diritti fondamentali della
cittadinanza che il sistema economico e la capacità
impositiva della regione non è in grado di
sostenere.
E' grave che la Giunta non colga questo pericolo
e, invece di rappresentare le necessità della
Calabria, continui ad esprimere solo subalternità
alle scelte nazionali, come del resto è avvenuto
per tutte le politiche sul Mezzogiorno.
La Regione si presenta così totalmente impreparata,
anche dal punto di vista istituzionale, ad affrontare
le sfide cui sarebbe chiamata per uscire dal sottosviluppo
e dalla marginalità.
I
dati della situazione economica segnano un netto
e progressivo peggioramento: il PIL oscilla dallo
0,4 a -0,8, il più basso di tutte le regioni
europee; il tasso di disoccupazione non si discosta
dal 25 - 27%, il più alto delle regioni italiane;
l'incidenza del lavoro nero e sommerso, senza diritti
e senza tutele, riguarda un lavoratore su tre; un
terzo della popolazione vive al di sotto o appena
ai margini della soglia di povertà; le esportazioni
sono appena lo 0,11% di quelle nazionali, un valore
annuo di circa 250 milioni di euro, pari ad una
fabbrica di medi dimensioni del nord; si depotenzia
l'assetto complessivo dei servizi telefonici, postali
ed elettrici, creando situazioni di grave disagio
per l'utenza, contribuendo nel contempo ad indebolire
la competitività del territorio regionale
nell'attrarre nuovi insediamenti; si sta disintegrando
il già fragilissimo tessuto industriale:
sono a rischio altri quattromila posti di lavoro
mentre tende a scomparire del tutto il settore tessile.
A tutto questo non si tenta neanche di rispondere
se è vero che mancano strategie di breve,
medio e lungo periodo per lo sviluppo, programmazione
di settore, piani per la valorizzazione delle risorse,
politiche per il lavoro, interventi infrastrutturali
sul sistema viario, portuale (a partire da Gioia
Tauro), aeroportuale, ferroviario e della mobilità
locale, solo declamati e mai attuati.
Al contrario si svuotano e si depotenziano gli strumenti
che ci sono, a partire dal POR Calabria, con la
conseguenza che i Fondi Comunitari non stanno costituendo,
come doveva essere, un valore aggiunto per lo sviluppo.
I ritardi nella spesa infatti sono notevoli, soprattutto
la qualità è molto bassa e vengono
continuamente disattese le regole e gli indirizzi
europei per il loro corretto utilizzo.
Le Università, che devono costituire il punto
di riferimento essenziale per politiche di innovazione
e di trasferimento della ricerca alle imprese ed
al sistema economico, non sono sostenute con politiche
regionali e risorse adeguate.
Le energie migliori della Calabria, i ricercatori,
i giovani e le ragazze laureati nelle nostre Università,
lasciano la regione, impoverendo così ulteriormente
il tessuto sociale.
Sono
queste le cifre di un enorme disagio sociale, che
oggi cresce ancor di più perché calano,
divorati dall'inflazione, dalla più alta
tassazione regionale e locale e dall'aumento delle
tariffe dei servizi, i redditi da lavoro dipendente
e da pensione; nel mentre aumenta la precarizzazione
anche del lavoro esistente, con perdita di fiducia
nel futuro e di crisi anche nella tenuta tradizionale
delle famiglie. Da ciò la crescita clamorosa
della povertà.
Di
fronte a questo quadro CGIL, CISL e UIL della Calabria,
pur consapevoli della difficoltà ad operare,
con questa Giunta e ad un anno dalle elezioni regionali,
la svolta che sarebbe necessaria chiedono con forza
che si cambi il metodo e la sostanza delle politiche
del governo regionale e si operino scelte immediate
in direzione nettamente contraria.
Per tali ragioni Cgil-Cisl-Uil della Calabria rivendicano:
·
Una politica di coordinamento ed integrazione delle
risorse finalizzata a creare lavoro ed a difendere
il lavoro che c'è soprattutto nel settore
industriale. La Calabria non ha bisogno di interventi
estemporanei di sapore elettoralistico che creano
solo nuove forme di precariato, è necessario
che la spesa si concentri su progetti e produca
lavoro buono. La prima e più urgente misura
in tal senso è quella di un piano credibile
per la stabilizzazione del bacino dei lavoratori
LSU-LPU, per il quale non possono essere spese briciole,
bensì va assunta la scelta di concentrare
tutta la spesa possibile, europea ed ordinaria,
già a partire dal 2004, cambiando quindi
il Bilancio regionale ed anche investendo il Governo
nazionale per ottenere finanziamenti e strumenti
normativi in grado di sostenere il sistema delle
Autonomie Locali calabresi che, nella condizione
data, non è certo in grado di far fronte
da solo.
Così come va rilanciato ed adeguato l' insufficiente
sistema integrato di politiche attive del lavoro,
per le quali non servono altre leggine, ma la messa
in moto di strumenti quali i Centri per l'Impiego,
che vanno finalmente attrezzati di un adeguato sistema
informatico e messi in grado di offrire servizi
come il bilancio delle competenze, l'orientamento,
percorsi di inserimento e reinserimento nel mondo
del lavoro, e la formazione, che richiede una effettiva
integrazione tra Università, scuola e formazione
professionale. La costruzione di un efficiente ed
efficace sistema integrato di formazione continua
costituisce obiettivo irrinunciabile di ogni credibile
politica del lavoro; perché questo possa
avvenire il primo passo è che la Regione
si liberi della gestione, peraltro fallimentare,
della formazione, che va consegnata per intero alle
Provincie, e metta invece mano alla programmazione
ed alla costruzione di politiche fondate sull'integrazione
e sulla qualità. A partire dall'intero sistema
scolastico e dal diritto allo studio che non sono
questioni residuali ma fattori essenziali dello
sviluppo.
·
Un credibile disegno di politiche industriale e
dell'artigianato che scelga filiere, reti di impresa
e territori su cui concentrare e finalizzare le
risorse anche per dare soluzioni occupazionali ai
lavoratori delle aziende in crisi. Non c'è
soluzione ai problemi dell'insediamento industriale
calabrese, fatto di piccole e piccolissime imprese,
se non se ne orienta lo sviluppo in direzione della
soddisfazione dei fabbisogni, dei legami e delle
complementarietà tecnologiche collegate alle
risorse locali (agroalimentare, legno, ambiente,
turismo, beni culturali), e collocando in questo
quadro una scelta netta in direzione della forestazione
produttiva. Vanno inoltre consolidati i vantaggi
competitivi con l'apertura all'esterno dei flussi
produttivi e delle reti locali e per questo è
necessario il consolidamento e lo sviluppo della
società dell'informazione, delle politiche
per l'innovazione e la ricerca, così come
è urgente il rafforzamento di politiche di
promozione e di marketing territoriale che permettono
alle imprese un maggior grado di apertura internazionale.
Per questo bisogna innovare anche la strumentazione
di intervento, a partire dal superamento delle ASI
e dall'identificazione dei distretti industriali,
fino ad affrontare con forza e determinazione il
grande nodo del credito.
·
Le politiche dell'ambiente e delle reti (acqua,
gas, energia, rifiuti) costituiscono questioni centrali,
così come sul piano delle infrastrutture
primarie è necessario un impegno reale del
Governo nazionale e della Giunta Regionale che devono
partire dalle vere priorità della Calabria
che sono il sistema viario, soprattutto l'ammodernamento
in tempi ragionevoli della A/3 e della S.S.106;
la portualità, sia commerciale che turistica,
a partire dallo sviluppo della logistica e dell'intermodalità
a Gioia Tauro; la realizzazione dell'alta velocità
tra Battipaglia e Villa San Giovanni e il potenziamento
dell'intero sistema ferroviario calabrese con particolare
attenzione a quello ionico. Va inoltre riorganizzato
e reso efficiente rispetto alle reali esigenze di
mobilità intraregionale l'intero sistema
del trasporto pubblico locale.
Lo stesso turismo non accrescerà e consoliderà
sviluppo se non si opera sull'insieme del contesto
e non si allarga l'offerta non solo sul piano delle
strutture alberghiere ma sul complesso dell'offerta
culturale, ambientale e ricettiva.
·
Il welfare calabrese registra un deficit di efficacia
ed un offerta di servizi scarsi in quantità
e qualità. In particolare è fragilissimo
il tessuto di welfare locale, le risorse destinate
ai servizi sociali vengono inghiottite dalla residenzialità
di tipo tradizionale e dalla spesa a pioggia, il
diritto alla salute viene negato e messo in discussione
dallo stato disastroso del nostro sistema sanitario
che produce migrazione, liste di attesa, bassa qualità
delle strutture e di molta parte delle prestazioni
nonché sprechi e parassitismi di varia natura.
L'approvazione del Piano Sanitario, molto deludente
sul terreno del risanamento e degli obiettivi di
razionalizzazione e di rilancio della qualità,
non sposta le richieste del sindacato che rimangono
quelle della costruzione di una rete di servizi
territoriali alternativi all'ospedale, dell'integrazione
socio-sanitaria, della riorganizzazione interna
delle Aziende e degli ospedali, che premi professionalità
e motivazioni degli operatori e non interessi di
singoli e gruppi, magari espressioni del notabilato
politico. Il sindacato calabrese riafferma la centralità
e l'insostituibilità del sistema pubblico
ed il diritto universale alla salute ed alla sicurezza
sociale, e ritiene inaccettabile che il Piano, che
non fa chiarezza sul deficit accumulato e non interviene
sui disavanzi strutturali, confermi ai calabresi,
che già pagano l'IRPEF regionale all'1,40%
e il bollo auto più alto d'Italia, il sistema
dei tickets e invece ne chiede l'abolizione.
L'approvazione della Legge Regionale sul sistema
integrato dei servizi sociali non può rimanere
sulla carta. Va varato il Piano Sociale Regionale
e costruiti i Piani di Zona, ed è grave che,
anche per il 2004, a Legge approvata, si continui
a gestire come nel passato.
La situazione sociale della regione viene ulteriormente
aggravata dall'eliminazione dell'unico strumento,
se pure sperimentale, che si era messo in campo
contro la povertà, il Reddito Minimo d'Inserimento.
E' necessario che si avvii una riflessione seria
su come la Calabria fa fronte a questo problema
(altre regioni, come la Campania, hanno legiferato
in materia) e si individuino strumenti e modalità
operative che non lascino i sindaci soli nella gestione
di una emergenza sociale che essi non possono fronteggiare.
·
Una svolta sostanziale in politiche fondamentali
quali Agenda 2000 e POR Calabria, verificando stato
di avanzamento degli Assi e delle Misure, recuperando
i ritardi e le storture evidenziate fin qui, rendendo
operativi i PIT, ed assicurando centralità
alla concertazione con il Partenariato economico
e sociale su tutti gli aspetti legati alla rimodulazione;
Intesa Istituzionale di Programma con verifica degli
APQ su Ciclo Integrato delle Acque, Infrastrutture,
Sicurezza e Legalità; istituendo la Cabina
di Regia per il coordinamento ed il monitoraggio
di tutti gli strumenti legati alla Programmazione
Negoziata.
|
Reggio
Calabria, 7 aprile 2004.
E
sconcertante osservare lincapacità
e lindifferenza di una Regione Calabria che
nega da mesi lerogazione dei sussidi ai lavoratori
precari LPU;
di
una Regione che si trincera dietro il triste balletto
di responsabilità tra lassessorato
al lavoro e la ragioneria. Lo denunciano in
una nota stampa, il segretario confederale della
CISL di Reggio Calabria, Angelo Anastasio, e il
responsabile dellALAI CISL, Domenico Serranò,
prendendo posizione contro una situazione
che in Calabria pone in difficoltà migliaia
di lavoratori precari, conduce migliaia di famiglia
alla soglia della povertà, esaspera la tensione
sociale.
E
inaudito che la Regione lasci questi precari senza
un assegno di assistenza di appena 472 euro da oltre
quattro mesi affermano Angelo Anastasio e
Domenico Serranò -, mentre dirama bugiardi
bollettini della vittoria con cui comunica
lavvenuta emissione dei decreti di pagamento
per il periodo dicembre 2003 febbraio 2004. Siamo
ad aprile e ancora nessun euro è stato percepito
dai lavoratori precari.
Già
nei giorni scorsi i due dirigenti della CISL di
Reggio Calabria avevano sollecitato il Presidente
della Giunta Regionale e lAssessore regionale
al Lavoro, a rispettare limpegno dei pagamenti
arretrati, nel frattempo informando della situazione
sia il prefetto sia il questore di Reggio Calabria.
Oggi,
ancora in mancanza di fatti concreti, i due sindacalisti
sono costretti a lanciare un nuovo messaggio di
allarme sottolineando che la tensione tra i lavoratori
è molto alta. Fino a quando
chiedono Anastasio e Serranò - si continuerà
a calpestare la dignità di padri e madri
di famiglia deboli e già senza tutele, consentendo
passivamente che la miseria del sussidio da loro
lavorato e sudato, sia erogato ogni cinque o sei
mesi?. Rivolgendosi al presidente della giunta
regionale e allassessore al ramo, chiedono:
Avete mai provato nella vostra vita il disagio,
la mortificazione di attendere tre o quattro mesi
senza che un minimo di reddito arrivasse per soddisfare
le esigenze primarie per la vostra famiglia? Avete
mai dovuto attendere tanto tempo per percepire i
vostri modestissimi stipendi? Quale sarebbe la vostra
reazione al terzo giorno di ritardo?".
Il
segretario confederale e il responsabile reggino
dellALAI (Associazione Lavoratori Atipici
e Interinali) rimarcano la loro dichiarazione chiedendo
ancora Fino a quando si abuserà con
tracotanza e senza pudore, della disponibilità
di migliaia di persone ad accettare il lavoro nero,
senza tutele e garanzie, senza assegni al nucleo
familiare, senza copertura previdenziale, nella
speranza, probabilmente vana di unipotetica
stabilizzazione, giustificare il ritardo dei pagamenti
addebitando il tutto a problemi tecnici o burocratici?
Questi
lavoratori precari, cattivo esempio di lavoro nero
alla Regione, come pagheranno i canoni daffitto,
come e quando salderanno le bollette per i servizi?
Come e quando potranno accedere ai negozi di generi
alimentari?.
I
due sindacalisti chiedono poi, di chi sia la colpa
per questi ingiustificati ritardi: Della politica?
Dell'apparato burocratico? O di chi altri ?".
Un precario con chi se la deve prendere? Il presidente
della giunta regionale e lassessore al lavoro
concludono la dichiarazione vorremmo
sperare che almeno ad uno di questi interrogativi,
trovino il tempo e lattenzione per dare segnali
di presenza e di conoscenza dei veri problemi dei
precari calabresi.
Certi
comunque, che il detto dei nostri nonni Lomu
sazio non capisci u diunu
(luomo
sazio non capisce chi muore di fame) è oggi
più attuale che mai, vorremmo almeno sperare
in un gesto di sensibilità e di attenzione
su quanto abbiamo evidenziato. Circa 10.000 precari
sfruttati, sottopagati ed incavolati neri, sapranno
giudicare indolenza e insensibilità.
Filippo
Praticò - responsabile stampa CISL di Reggio
Calabria
|
Reggio
Calabria 2 aprile 2004
Un
manuale delle verità sociali per rendere
coscienti i pensionati ed i lavoratori sulle minacce
portate avanti dal governo attuale
al sistema previdenziale italiano.
"La
controriforma delle pensioni", il libro saggio
di Arturo Stella della FNP-CISL di Reggio Calabria.
A
dare più forza alle iniziative di lotta intraprese
dalla FNP-CiSL di Reggio Calabria contro le minacce
al sistema previdenziale italiano, e decisa a partecipare
in forze alla manifestazione nazionale di protesta
il 3 aprile a Roma, c'è anche un libro dal
titolo espressivo "La controriforma delle pensioni"
che mette a nudo tutte le contraddizioni delle proposte
Maroni-Tremonti.
Ne è autore un dirigente della CISL reggina,
Arturo Stella, 40 anni di continua militanza, il
quale con un saggio in cui tabelle e calcoli sono
circostanziati quanto le analisi, lancia il chiaro
e inequivocabile allarme di una pericolosa, progressiva
e totale "scomparsa delle pensioni previdenziali
che saranno tutte sostituite da pensioni sociali".
"Un manuale delle verità sociali",
lo hanno definito gli addetti ai lavori, dove si
pone l'accento tra l'altro che "grazie alla
lotta dei lavoratori ed alla ferma mobilitazione
del sindacato, il negativo scenario che si stava
delineando con la decontribuzione e con il trasferimento
del TFR è stato per il momento scongiurato.
L'analisi è compiuta sia sul testo originario
delle "riforma" che sui due successivi
emendamenti presentati dal governo dopo le forti
pressioni di lavoratori e pensionati e gli scioperi
generali dello scorso anno, il 24 ottobre, il 15
novembre con la manifestazione nazionale per il
sud a Reggio Calabria, e il 6 dicembre con l'imponente
corteo di Roma.
Anche il nuovo panorama a parere di Arturo Stella,
non è accettabile per la CISL e per l'intero
movimento sindacale. L'innalzamento dell'età,
la rigidità delle uscite, il voluto ridimensionamento
della riforma Dini e dei suoi pregi apprezzati in
tutto il mondo, la totale assenza di misure perequative
sulle contribuzioni (si pensi ad esempio, annota
l'autore, al fatto che per i lavoratori autonomi
è prevista un'aliquota di finanziamento inferiore
di ben tre punti all'aliquota di computo delle pensioni),
le non chiare intenzioni del governo sulle misure
fiscali per i fondi complementari, "ci affermano
che il grado di allarme per la previdenza era ed
è ancora attuale e giustificato".
La mobilitazione deve continuare, afferma Stella.
"Ora più che mai è necessaria
una previdenza equa, giusta che guardi alle fasce
più deboli ed ai lavoratori flessibili che
sono i più indifesi".
Stella punta il dito accusatore anche sull'insufficiente
tutela sociale previdenziale delle nuove generazioni.
La riforma Maroni-Tremonti nulla dice su questa
realtà, sul negativo impatto che avranno
i nuovi lavori "atipici" e "flessibili"
previsti dalla recente riforma del mercato del lavoro.
Le proposte del governo Berlusconi non sono di riforma
in quanto "mirate esclusivamente a risparmiare
sulla spesa previdenziale, con tagli pesanti che
gravano solo sulle spalle dei lavoratori dipendenti".
Il governo, è la tesi dell'autore del saggio
e che rispecchia i segnali d'allarme lanciati da
Via Po e dalle sedi CISL e delle altre sigle sindacali
in tutta l'Italia, non vuole vedere la drammatica
situazione che già oggi vede una platea di
ben cinque milioni di lavoratori tra Co.co.co.,
Lsu, Lpu, occasionali, lavoro a chiamata, job sharing,
formazione e lavoro, inserimento, interinale: "Queste
figure tra due decenni saranno la maggioranza dei
lavoratori italiani; è su questo tema perciò,
che è indifferibile riportare il dibattito".
Come corollario, i pericoli che derivano per il
Mezzogiorno. Minacce ben individuate da Luigi Sbarra
segretario generale della CISL Calabria, che lamenta
che è il Mezzogiorno "a pagare uno scotto
ancora maggiore perché la riforma del mercato
del lavoro tende a determinare alcune posizioni
lavorative ancor più precarie"; quindi,
che la situazione dei lavoratori "atipici"
si intreccia con il basso tasso d'occupazione e
l'altissima percentuale di lavoro nero e sommerso
delle regioni meridionali e della Calabria. Il giudizio
di Sbarra è netto: "I lavoratori atipici
dovrebbero vivere due o trecento anni per poter
maturare i contributi necessari".
Sul tappeto è anche immensa la questione
anziani. Il saggio "La controriforma delle
pensioni" come orientamento e le parole d'ordine
lanciate dalla CISL e da CGIL e UIL, "ci danno
il giusto sostegno per aderire compatti alla manifestazione
di Roma", afferma il segretario provinciale
dei pensionati CISL di Reggio Calabria, Antonio
Mammì. Questi sono giorni di riunioni, seminari,
assemblee, in tanti luoghi del territorio reggino
per preparare la manifestazione e così "rimarcare
- dice Mammì - una maggiore presenza e protagonismo
degli anziani e dei pensionati nel nostro Paese".
Impegno di lotta del sindacato dunque, sulla questione
previdenziale, del Welfare, della difesa dei diritti
delle fasce più deboli, dei non autosufficienti,
della difesa del potere d'acquisto delle pensioni,
sulla ormai raggiunta consapevolezza dei pensionati
di essere categoria attrice della propria specifica
contrattazione".
Il libro è stato oggetto nei giorni scorsi
di varie occasioni di presentazione delle tesi,
ma anche di dibattito con la gente sui motivi della
dura protesta che le organizzazioni sindacali confederali
stanno attuando da tempo. Ed anche occasione di
concreta solidarietà perché il saggio
edito da "Città del Sole Edizioni"
di Reggio Calabria, per espressa volontà
di Arturo Stella e dell'editore Franco Arcidiaco,
viene venduto ad un prezzo politico di 5 euro e
tutto il ricavato della vendita è devoluto
in beneficenza all'associazione di promozione sociale
onlus "Per Mano". E' questa, un'associazione
nata per volontà di una madre coraggiosa
e di un gruppo di giovani professioniste che attuano
una lodevole azione di volontariato per la lotta
contro la distrofia muscolare, una terribile malattia
che colpisce soprattutto i bambini.
Filippo Praticò responsabile stampa CISL
di Reggio Calabria
|
Reggio
Calabria, 24 marzo 2004.
Tante
buone ragioni da Reggio Calabria, per partecipare
allo sciopero nazionale del 26 marzo e allo sciopero
generale del 28 aprile in Calabria.
Dichiarazione di Cosimo Piscioneri, segretario generale
CISL Reggio C.
"Se
a febbraio l'inflazione in Italia è cresciuta
del 2,3 per cento rispetto allo stesso mese del
2003, a Reggio Calabria l'aumento è stato
più consistente, pari ad un pesantissimo
2,7 per cento. E' inoltre, angosciante costatare
che i lavoratori dipendenti reggini, tra il 2001
e il 2003 in controtendenza rispetto alla media
nazionale, sono stati i più tartassati avendo
subito le addizionali Irpef sia dalla Regione sia
dal Comune.
Ecco due buoni motivi in più - secondo il
segretario generale della CISL di Reggio Calabria,
Cosimo Piscioneri -, per aderire e partecipare compatti
allo sciopero nazionale che CGIL CISL UIL hanno
proclamato per venerdì 26 marzo contro la
riforma delle pensioni e la politica economica del
governo, e il 28 aprile allo sciopero generale della
Calabria contro l'incapacità della Regione
a programmare lo sviluppo e gestire la cosa pubblica.
E' con dati alla mano che il segretario CISL Cosimo
Piscioneri, indica la strada della ferma protesta
per reclamare una forte inversione di tendenza delle
politiche economiche e sociali nazionali e regionali.
Minacce ingiustificate di messa in mobilità
di altri lavoratori del polo tessile di San Gregorio,
oltre al centinaio e passa di loro compagni di lavoro
da mesi col rischio concreto di essere licenziati;
minacce di tagli di centinaia di posti negli organici
delle scuole a Reggio e in provincia, oltre 800
in Calabria per effetto della riforma Moratti; numerosissimi
edifici scolastici fatiscenti; ritardi su ritardi
nei pagamenti delle spettanze retributive per i
lavoratori idraulico forestali, e dei sussidi per
i lavoratori precari Lsu e Lpu; minaccia di bancarotta
nei conti di molti piccoli comuni che si sono visti
tagliati i già ridotti trasferimenti di risorse
statali: è questo il quadro economico-sociale
sconfortante nell'area reggina.
Un territorio - afferma Piscioneri - che registra
un ulteriore record negativo, quello della criminalità
organizzata, delle cosche della 'ndrangheta a livello
internazionale monopoliste dei mercati della droga
e delle armi, come indicato nella relazione presentata
al Parlamento dalla Direzione investigativa antimafia
sulle attività di indagine nel secondo semestre
del 2003. Cosche altrettanto forti e pericolose
nell'area calabrese nei settori del racket e dell'usura,
e spavalde nel minacciare e intimidire amministratori
pubblici, in particolare i sindaci dei piccoli comuni.
Altro che problema di far quadrare i salari e le
pensioni nel Mezzogiorno!
A Reggio Calabria la desertificazione industriale
è una realtà, e anche il pubblico
impiego è diventato precario. In questo territorio
si torna a parlare di sopravvivenza per molte famiglie,
e si allunga e di molto, l'elenco dei nuclei a rischio
povertà. E' proprio vero - afferma il segretario
CISL Piscioneri - che il nuovo miracolo economico
è arrivare alla fine del mese, che in tantissime
famiglie è tornato ad essere tutto problematico,
non solo per l'aumento dei prezzi ma anche perché
è diminuito, e non di poco, il potere d'acquisto
del salario mentre è cresciuta in maniera
inquietante la precarietà del lavoro.
Davanti a questa realtà, il Governo pensa
solo di riformare le pensioni per accattivarsi le
simpatie di alcune lobbie economiche europee e imbellettarsi
davanti alle società di rating per dimostrare
di essere in grado di controllare il debito pubblico.
Il governo da una parte attacca il sistema previdenziale
con pesanti tagli, dall'altra si prepara a fare
un grosso regalo a quelle società di calcio
che da anni non pagano tasse e non versano i contribuiti
ai calciatori.
Sono queste le altre buone ragioni - sostiene Cosimo
Piscioneri - che spingono il sindacato di Reggio
Calabria alla mobilitazione e alla protesta i lavoratori,
i pensionati, i giovani alla ricerca di occupazione,
perché interprete di un diffuso malessere
economico e sociale, perché cosciente che
attraverso le battaglie sindacali e le iniziative
di lotta si può sostenere un effettivo cambiamento,
si può esercitare una positiva pressione
sulla classe politica e amministrativa affinché
cambi rotta e affronti i reali problemi della gente.
Abbiamo già verificato come nel Paese la
lotta intrapresa da lavoratori, pensionati e disoccupati
assieme a CGIL CISL UIL abbia costretto il governo
a rivedere più volte l'iniziale proposta
di riforma delle pensioni. Ed abbiamo verificato
lo scorso anno, in Calabria - sottolinea il segretario
della CISL reggina - come abbia pagato la dura protesta
del sindacato riuscita a coinvolgere il mondo politico,
diversamente da quanto fatto dalla Regione, nel
pretendere lo sblocco al Cipe dei fondi per il miglioramento
e lo sviluppo del porto e dell'area industriale
di Gioia Tauro. In quest'area adesso si ripropone
da parte della Regione la scelta scellerata di farne
la pattumiera dei rifiuti della Calabria. CGIL CISL
UIL di Reggio Calabria hanno detto chiaramente che
è inaccettabile e grave la decisione assunta
dal governatore della Calabria di raddoppiare il
termovalorizzatore a Gioia Tauro, come non può
essere sostenibile la costruzione di ben tre centrali
a metano, a Rizziconi, Melicucco e San Ferdinando.
Per il sindacato, invece, bisogna rilanciare l'idea
di sviluppo fondata sull'utilizzo pieno del porto
da parte del territorio, su un progetto agro-industriale
efficace e soprattutto sul rilancio dell'area industriale.
La Regione nulla dice su una Locride tagliata dal
resto della Calabria per il forte ridimensionamento
dei collegamenti ferroviari, nulla propone per incrementare
il turismo e l'agricoltura, per attuare concrete
iniziative nel campo dell'istruzione e della formazione
professionale.
"Costruire il futuro" è la nostra
lotta - dice il segretario CISL. Il sindacato CGIL
CISL UIL ha presentato al Governo una serie di proposte
per dare voce alle grandi capacità del Paese
di uscire dalle difficoltà ponendo al centro
dell'attenzione lo sviluppo e il lavoro. Per il
Mezzogiorno, come sostenuto nella piattaforma unitaria,
occorre conseguire l'obiettivo di una quota della
spesa in conto capitale pari al 45 per cento. È
da contrastare a tutti i costi quella politica che
toglie ai poveri e non disturba i ricchi, che mette
in discussione diritti universali quali la sanità,
l'istruzione, la sicurezza, secondo gli sciagurati
disegni della Lega Nord che predica un federalismo
competitivo e disgregante in contrapposizione ad
una visione solidale e cooperativa dello Stato e
della società. Costruire il futuro dunque,
per attuare una politica economica centrata sui
fattori di sviluppo, su un modello di Welfare capace
di rispondere ai bisogni nuovi degli anziani, dei
giovani, delle donne, dei bambini. Per realizzare
una coerente politica dei redditi capace di gestire
attraverso controlli rigorosi prezzi e tariffe,
sottraendole alle speculazioni e così difendere
il potere d'acquisto di salari e pensioni.
Cosimo Piscioneri così conclude: Il 26 marzo
contro la riforma delle pensioni e la politica economica
del Governo che ha dimenticato il Mezzogiorno tra
le priorità del Paese, il 3 aprile contro
il carovita che ha diminuito il peso delle pensioni,
il 28 aprile contro una Regione Calabria capace
solo di aumentare le tasse e totalmente incapace
a programmare politiche di crescita economica, sono
perciò gli ulteriori momenti di una protesta
che possono fare cambiare registro alle classi politiche
e dirigenti di Milano, Roma e Catanzaro.
Il
Segretario generale CISL di Reggio Calabria - Cosimo
Piscioneri
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Regio
Calabria 29 gennaio 2004
Il
Segretario della FAI CISL di Reggio Calabria, Enzo
Musolino, sollecita la Giunta e il Consiglio regionale
a riassumere gli operai idraulico-forestali ex detenuti
"Non
può cadere nel dimenticatoio la richiesta
avanzata da più parti alla giunta regionale
della Calabria, di procedere alla riassunzione di
alcuni operai idraulico-forestali che hanno subito
condanne ed espiato la pena, venendo nel frattempo
sospesi o licenziati del lavoro. Soprattutto adesso
che in attuazione della decisione assunta nel novembre
scorso dal governo nazionale, è in corso
la stabilizzazione degli altri forestali calabresi
regolarmente in servizio, ed in considerazione dei
recenti provvedimenti assunti dal consiglio regionale
in tema di reddito da lavoro".
E' quanto sostiene in una dichiarazione Enzo Musolino,
segretario provinciale del sindacato FAI-CISL di
Reggio Calabria, intervenendo sul delicato argomento
"oggetto recentemente, anche di un accorato
appello del vescovo della Diocesi di Locri mons.
Giancarlo Brigantini, in rappresentanza delle famiglie
di alcuni sfortunati che oggi invocano la riammissione
al lavoro".
Musolino depreca, invece "talune iniziative
e prese di posizioni di alcuni ambienti non ancora
bene individuati, che sembrano cogliere l'occasione
per cavalcare la tigre della protesta e del malcontento.
Ovvero, approfittano dello stato di difficoltà
di questi lavoratori ex detenuti per apparire sui
giornali e sulle televisioni, e così farsi
pagare onerose competenze per questa fittizia ed
impropria rappresentanza dei lavoratori che, deve
spettare solo alle legittime organizzazioni sindacali
dei forestali".
Sul tema della riassunzione degli operai idraulico-forestali
ex detenuti la FAI CISL rivendica "coerenza
ed impegno, avendo assunto già dall'anno
2000 le opportune azioni legali presso la Regione,
i Consorzi di Bonifica e l'AFOR, in difesa del loro
sacrosanto diritto al lavoro, in un'area depressa
e ad alto tasso di disoccupazione, di lavoro nero
e di sfruttamento, qual è la provincia di
Reggio Calabria.
"Il sindacato - dichiara il segretario della
FAI CISL - esprime perciò, forte preoccupazione
circa la mancata riassunzione di questi lavoratori
forestali che una volta espiata la pena, non possono
rientrare a lavorare presso i consorzi di bonifica
e l'AFOR.
"Tale comportamento è una grande ingiustizia
soprattutto in considerazione del fatto che la Giunta
regionale in un primo momento, ha adottato una delibera
con la quale affidava agli enti il potere di riassumere
questi lavoratori ex detenuti, e in un secondo tempo,
incomprensibilmente ha annullato il provvedimento".
Per Enzo Musolino "la mancata riassunzione
è inoltre una grave ingiustizia perché
viene a negarsi la dignità del lavoro anche
a chi ha sbagliato e intende ricostruirsi un avvenire,
con pesanti riflessi sulla propria famiglia e i
figli.
Certamente così non si favorisce la politica
sociale del reinserimento di coloro i quali una
volta espiata la pena, hanno il diritto di godere
della possibilità di reinserirsi utilmente
nel mondo del lavoro".
Il segretario della FAI CISL reggina conclude la
dichiarazione sollecitando "Giunta e Consiglio
regionale a riprendere in esame tutta la vicenda
e a trovare le più opportune e utili soluzioni
legislative sapendo che troveranno un ampio consenso
sociale".
Il Segretario FAI CISL - Reggio Calabria
Enzo Musolino
|
LA
CISL DI REGGIO CALABRIA NON SI FA INTIMORIRE DALLE
MINACCE RIVOLTE AI DANNI DEGLI ADERENTI ALL'ORGANIZZAZIONE.
DOPO
IL NUOVO ATTENTATO AD UN PROPRIO DIRIGENTE, LA SEGRETERIA
E L'ESECUTIVO PROVINCIALE RIVOLGONO AMPIA SOLIDARIETA'
AL COLLEGA VITTIMA DELL'INTIMIDAZIONE ED ESPRIMONO
SDEGNO PER IL VILE ATTO.
"Non
ci facciamo intimorire e, tutti uniti dirigenti
quadri e semplici aderenti alla CISL, e ribadiamo
con forza, che continuiamo ad andare avanti nell'impegno
volto ad affermare nella società e nei luoghi
di lavoro i valori della legalità, della
trasparenza e della difesa dei diritti di lavoratori
pensionati e disoccupati e delle classi più
deboli della comunità".
E' questa, la risposta che danno la segreteria e
l'esecutivo provinciale della CISL Reggio Calabria
"a quanti, nascosti nell'ombra, attentando
ad un nostro dirigente dell'area jonica reggina,
hanno inteso minacciare un esponente della nostra
organizzazione e, quindi, frenare l'azione e l'impegno
di tutto il gruppo dirigente della CISL della provincia
di Reggio Calabria".
La segreteria e l'esecutivo della CISL reggina rivolgono
ampia solidarietà al collega e condannano
duramente e con sdegno l'episodio che ferisce tutto
il mondo del lavoro. Nel contempo, "esprimono
una seria preoccupazione sull'escalation di intimidazioni
compiute nell'ultimo periodo in vari centri della
provincia, ai danni di esponenti appartenenti alle
diverse categorie sindacali CISL. Evidentemente
l'attività dei sindacalisti CISL, condotta
in maniera trasparente e autonoma, non piace ai
poteri criminali abituati a spadroneggiare su determinati
territori".
LA CISL rileva che da tempo ormai, a Reggio Calabria
la criminalità organizzata tenta di condizionare
pesantemente ogni tipo di attività, da quella
imprenditoriale a quella istituzionale, di intimorire
i rappresentanti di prima linea del mondo del lavoro.
Con l'unico risultato di compromettere ogni utile
iniziativa di investimento produttivo nel territorio
e vanificare la battaglia per il lavoro e lo sviluppo
di Reggio Calabria.
La CISL reggina nel confidare nell'attività
degli investigatori affinché si riesca presto
a scoprire e ad assicurare alla giustizia autori
e mandanti della grave intimidazione, sollecita
ancora una volta lo Stato, come fatto in altre occasioni
che hanno visto vittime imprenditori professionisti
e amministratori politici, ad attuare un forte intervento
per ridare serenità alla cittadinanza ed
alle istituzioni in un'area dove stenta a decollare
il progresso economico e sociale.
La CISL assicura il massimo sostegno a qualunque
iniziativa si intenda attivare per denunciare e
contrastare democraticamente la violenza criminale;
per elevare l'attenzione della società civile,
delle forze sociali e produttive, e di quelle politiche
sulla pericolosa escalation criminale di intimidazioni
in provincia di Reggio Calabria, e così intraprendere
una rinnovata resistenza democratica contro la prevaricazione
mafiosa e della criminalità organizzata.
Reggio Calabria 30 gennaio 2004.
Il
segretario generale CISL Reggio Calabria
- Cosimo Piscioneri -
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I S L - via Dei Correttori , 6 - 89100 Reggio Calabria Tel 0965 23864 Fax 0965
331820 info@cislrc.it |
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