Si è riunito a Lamezia Terme il Coordinamento Donne CISL Calabria. L’avvio dei lavori è stato caratterizzato dalla proiezione del filmato “In treno per la memoria” realizzato da Francesca Rizzi della CISL Lombardia, per sensibilizzare le giovani generazioni e non dimenticare quel drammatico periodo. A tal proposito è stato apprezzato l’intervento del Direttore del CAF CISL Calabria Francesco Mingrone il quale ha ricordato alcuni versi tratti dalle memorie scritte da suo nonno deportato in un campo di lavoro in Germania come prigioniero di guerra e miracolosamente sopravvissuto. I lavori sono stati introdotti dalla coordinatrice regionale DONNE CISL Nausica Sbarra che ha evidenziato come la deportazione degli ebrei e il terribile genocidio ha coinvolto anche la Calabria e la sua gente. Sbarra ha ricordato l’orrore subìto dalle donne nel campo di concentramento femminile di Ravensbruck, dove furono torturate, seviziate e separate dai figli che videro morire sotto i loro occhi. Con questa iniziativa – ha proseguito Nausica Sbarra – vogliamo ricordare le tante donne straordinarie e coraggiose che con la loro capacità di resistere hanno continuato a lottare contro quello che stava accadendo. Dobbiamo conoscere e ricordare quanto accaduto e farci tutti noi narratori e narratrici della storia per le prossime generazioni che devono avere memoria del passato per vivere l’oggi e costruire bene il futuro. Ha concluso i lavori il segretario generale Paolo Tramonti secondo il quale è di fondamentale importanza non dimenticare quello che è successo e soprattutto coinvolgere le nuove generazioni con iniziative e programmi tenendo conto dei drammi umani e sociali che tuttora si stanno verificando in vaste aree del pianeta. L’appello lanciato da Papa Francesco sull’accoglienza e la solidarietà deve trovare sempre più spazio nella vita quotidiana e all’interno della nostra Organizzazione che da sempre mette al centro i valori della solidarietà e della giustizia sociale. Le immagini che abbiamo visto ad inizio lavori sono molto simili alle immagini che nei giorni scorsi sono state diffuse sui social con circa 65mila persone provenienti da Siria, Pakistan, Iraq e Afghanistan bloccate tra Grecia e Serbia, a causa della chiusura delle frontiere, costrette a fare i conti con la neve e il gelo. A tal proposito – ha concluso Tramonti – le organizzazioni per i diritti umani stanno denunciando le ripetute violazioni al diritto internazionale e hanno presentato diversi ricorsi alla Corte europea di giustizia.