Questa è la parola d’ordine che è riecheggiata stamattina nel corso del flash mob, organizzato dall’Associazione “Città della Piana”, davanti alla struttura ospedaliera di Gioia Tauro.
Nonostante il maltempo decine di cittadini, Associazioni, rappresentati delle Istituzioni, Dirigenti Sindacali, e Deputati si sono radunati nella piazzetta antistante all’Ospedale, il quale, è stato detto, ha rappresentato un punto di riferimento della sanità negli ’70,’80,’90 e poi declassato.
Oggi ospita un centro Covid.
“Riaprire gli ospedali tenendo conto delle esigenze della medicina odierna”.
“La Piana secondo il rapporto cittadini -posti letto dovrebbe averne 650 e ne ha appena 120 nella struttura di Polistena” .
Questo ha affermato Aldo Polisena, Segretario generale dell’Associazione promotrice della manifestazione.
I dirigenti Sindacali: Celeste Lo Giacco, Segretario Comprensoriale delle Cgil e Michele Brilli ,segretario confederale della Cisl si sono soffermati sulla carenza di personale medico e sanitario.
“Mancano 1500 sanitari nella Provincia di Reggio e 3000 a livello regionale ecco perché – è stato detto-bisogna bandire i concorsi e assumere giovani medici ed infermieri”.
Maria Caridi, dirigente provinciale della UIL sanità, nonché responsabile per gli infermieri del centro Covid di Gioia Tauro, ha ringraziato i giovani infermieri e medici che a rischio della propria vita, in condizioni di difficoltà, sostengono i malati di Covid ricoverati a Gioia Tauro.
Il dott. Giuseppe Zampogna, neo Presidente dell’associazione dei Sindaci “Città degli ulivi” e Francesco Cosentino, eletto qualche giorno fa Presidente del Comitato, hanno ribadito la volontà dell’Associazione dei Sindaci di chiamare in campo tutti i cittadini e le Associazione, per rivendicare quello che è “stato tolto e riaprire i punti di eccellenza delle strutture sanitarie del territorio.”
Aldo Alessio Sindaco della Città ha ricordato i passati storici del Giovanni XXIII affermando che “Gioia Tauro è la Citta’ del Porto, e non può non avere una struttura ospedaliera polifunzionale e un centro di emergenza”.
Sono intervenuti tra gli altri: Giovanni Tomaselli, il quale ha invitato i Sindaci ad un impegno straordinario; la giornalista Caterina Sorbara, la quale si è dichiarata felice per l’iniziativa che tende a valorizzare l’Ospedale.
Giuseppe Pedà, già Sindaco e Consigliere Regionale, ha condiviso l’iniziativa dell’Associazione, la quale ,si batte-ha sostenuto- anche per la riapertura delle ferrovie della Calabria e per una viabilità decente”.
”Su questi temi-ha affermato Pedà-io mi sono sempre battuto anche nel Consiglio Regionale”.
Marcello Anastasi Capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio Regionale, ha affermato che:
“ ho proposto che il Consiglio Regionale discutesse della questione sanità in Calabria perché è assurdo che, nonostante le vicende drammatiche del Covid, non si discuta di come organizzare la sanità Regionale”.
Luigi Ottavio Cordova Vice Presidente dell’Associazione promotrice dell’evento e Editore del mensile “Il Corriere della Piana” ha voluto sottolineare che: ”La città della Piana nasce per sostenere e anche sollecitare i Sindaci a difendere di più e meglio, i diritti dei cittadini ad incominciare da quello della salute”.
Cecè Alampi Responsabile Caritas Diocesana, si è soffermato sulle nuove povertà conseguenza della pandemia che dilaga nel mondo.
Armando Foci Presidente di ”Città della Piana” ha ringraziato la presenza delle Istituzioni:
”Il fatto che i nuovi Presidente del Comitato e dell’Assemblea dei Sindaci ,oggi sono con noi, è la dimostrazione che la sensibilità, rispetto alle tematiche dei cittadini ,sta cambiando. Noi vogliamo lavorare con loro e vogliamo che si attrezzino in modo professionale, per proporre al Commissario Guido Longo e alla Regione Calabria, un progetto per ridisegnare la Sanità.
Progetto che individui le specialistiche da riaprire e che preveda la creazione di tutti i posti letto che la Legge assegna a questo territorio”.
L’associazione ha dato appuntamento a tutti i presenti all’iniziativa che si svolgerà domani davanti a quello che doveva essere il centro per cure palliative, cioè l’Hospice di Melicucco e oggi emblema degli sperperi della sanità.