Alla luce di alcune considerazioni relative alla ‘questione Aeroporto’, nascono spontanei alcuni quesiti. Come mai la Metrocity non ha favorito incontri con le parti sociali confederali per discutere del rilancio dell’Aeroporto? Ha,per caso,lavorato in sinergia con la Conferenza permanente dell’Area dello stretto, un ente strategico che avrebbe potuto suggerire intuizioni a riguardo? I comitati di quartiere hanno affrontato la questione mettendoci la faccia, e come mai la Metrocity non ha seduto attorno al tavolo tutti i soggetti che avrebbero potuto generare proposte ed istanze dal basso?
L’istituzione della Città Metropolitana avrebbe dovuto aprire una nuova stagione di amministrazione e di confronto. Avrebbe dovuto generare politiche d’impatto regionale, e perché no, d’impatto europeo. Ma già la mancata assegnazione delle deleghe da parte della Regione Calabria, aveva lasciato intendere che ci saremmo trovati difronte ad un ente depotenziato.
E ribadiamo, convintamente, che una mancata visione d’insieme ha provocato una paralisi ed un ingessamento politico inconcepibili per un ente – la Metrocity – che per diversi anni, e tutt’ora, è governata da una classe dirigente che ha lo stesso colore politico del Governo centrale e di quello regionale.In realtà, duole costatare che la questione Aeroporto non è stata mai fattivamente in cima all’agenda politica della Città Metropolitana e ben che meno della Regione Calabria; perché se così fosse stato, avremmo dovuto avere un tavolo permanente nel quale la partecipazione del Governo centrale e dell’istituzioni interessate (Comune, Metrocity, Regione e società di gestione) avrebbe dovuto prevedere la presenza delle parti sociali confederali.Ma, evidentemente la realtà dice altro. E certamente, siamo altrettanto consapevoli che tanto dipenderà dal piano industriale e dall’intesa da raggiungere con le compagnie aeree definite “low-cost”, da parte di Sacal, anch’essa restia ad aprire tavoli di confronto con i livelli confederali.
Ma per quel che riguarda la Città Metropolitana – sembra non aver percepito la propria straordinaria importanza, in termini politici ed istituzionali – dovrebbe essere l’ente che scandisce la linea politica, per incalzare Regione e società di gestione, ma sembra affannata a rincorrere situazioni che gli sfuggono di mano. Occorre una sferzata ed un cambio di rotta, altrimenti questa istituzione intermedia è inibita nelle sue potenzialità. E chi non è all’altezza delle sfide alle quali si è chiamati, che si metta da parte.