Nessuno si sarebbe aspettato di passare un Primo maggio, in balia dell’isolamento o meglio, del confinamento. La Festa dei lavoratori e quello che essa rappresenta però, non possono essere cancellate dalla nostra memoria, dalla memoria collettiva e sociale di una Città Metropolitana che sembra abbia smarrito i propri punti di riferimento.

Forse la pandemia del Coronavirus o forse un disorientamento già da anni evidente, sta di fatto che festeggiare il lavoro in riva allo stretto risulta essere un ‘ossimoro’. Tutti gli indicatori e economici e sociali rilegano Reggio Calabria in fondo a tutte le classifiche. Il dato occupazionale fa rabbrividire.

E non è questo il momento di rintracciare i ‘responsabili’. Come Cisl metropolitana non abbiamo mai sottaciuto sulle passività di coloro che non hanno mai sviluppato un’idea di futuro per la nostra Metrocity… ma questa è un’altra storia.

In un contesto di grande depressione, deve farsi largo un margine di speranza. Da grandi catastrofi ci sono state grandi ripartenze. Ma si deve essere visionari e si deve essere all’altezza della sfida della rinascita.

Sì, rinascita. Il mio augurio per la Festa del Primo maggio è rivolto ai lavoratori e a coloro che sono in cerca di una collocazione professionale e dunque sociale, ed è quello di ‘rinascere’. Auguro di rinascere a tutti coloro hanno perso la loro dimensione e soprattutto la fiducia in sé stessi. Auguro di tramutare in forza il senso di scoraggiamento che ha accompagnato queste settimane buie.

Il 1° maggio 2020 sarà particolare perché l’emergenza coronavirus appiattisce il senso della festa e dello stare tutti insieme in una grande piazza per abbracciarci e ricordarci quanto sia centrale oggi il tema del lavoro, del diritto al lavoro e il tema della sicurezza così importante e delicato in un momento in cui tutte le nostre sicurezze sono messe in discussione.

Sarà un Primo maggio all’insegna della sobrietà, senza bandiere, senza cortei, ma carico di un autentico significato: dalla tragedia che stiamo vivendo dovremo rinascere e ricostruire il nostro prossimo futuro all’insegna della sicurezza, della legalità e della sostenibilità ambientale che, sembra superfluo evidenziarlo, sono temi portanti del nostro agire sindacale che non si concretizzano senza diritti e senza solidarietà. Nella riedificazione di case ed anime, attraverso il lavoro, si dovrà tracciare una possibile via d’uscita dalla crisi del coronavirus concentrando la nuova agenda politica su investimenti, università e ricerca (soprattutto nel campo medico e biologico), infrastrutture e turismo.

In questo anno speciale sono i tanti lavoratori e lavoratrici di questo Paese che meritano un particolare ringraziamento, sono gli operatori del comparto sanitario e delle forze dell’ordine che esaltiamo come eroi nella fase emergenziale per poi ricollocarli nei fondali del dimenticatoio, non considerandoli e sottovalutando il loro lavoro, il loro sacrificio e privandoli dei diritti fondamentali.

NON SI COMMETTA QUESTO IMPERDONABILE ERRORE!