Oltre cinquanta giorni di confinamento, serrande abbassate ed economia ferma al palo: aziende, imprese e lavoratori in un limbo che va sanato con contenuti e soprattutto, con il lavoro. Un dato che allarma i settori produttivi poiché in un contesto economico già terribilmente gracile come quello di Reggio Calabria, esiste un concreto rischio usura, nella misura in cui la liquidità a disposizione delle imprese è pari a zero. Occorre un ‘Patto Sociale’, pertanto, accolgo l’appello lanciato dal Presidente di Confindustria RC, ing. Vecchio, affinché gli imprenditori non vengano lasciati soli, a brancolare nel buio dell’incertezza, perché la criminalità è dietro l’angolo pronta ad avvolgere nel suo abbraccio mortale le debolezze di operatori economici, costretti allo stremo dall’emergenza Coronavirus cosa che avrebbe conseguenze disastrose sotto molti aspetti sociali economici e di Sana e pulita occupazione.
L’allarme arrivato da più fronti non può lasciarci tranquilli: dal Procuratore antimafia Nicola Gratteri al monito del Vescovo di Reggio Calabria Giuseppe Morosini. Dunque, è fondamentale che lo Stato sia credibile e di prossimità rispetto alle reali esigenze degli imprenditori reggini. Velocità e abbattimento degli iter burocratici, basati su trasparenza e legalità potrebbero essere i primi step utili.
Le parti sociali e datoriali d’altro canto, dovranno fare la loro parte in un percorso di accompagnamento, attraverso il quale garantire il massimo sostegno a quanti potrebbero cedere a soluzioni per problemi finanziari, ma che potrebbero invece spingerli nel vortice dell’usura e questo triste fenomeno dell’usura potrebbe coinvolgere aziende e purtroppo per bisogno anche i cittadini.
La strada da battere deve esser sempre quella della legalità e se, ci sarà un pieno coinvolgimento delle istituzioni territoriali con un’interlocuzione costruttiva con le realtà del sistema creditizio, sono certa, si potrà offrire una soluzione valida al problema della liquidità economica che affrontano le aziende del comparto commerciale e imprenditoriale di Reggio Calabria. Ma in un quadro di incentivi governativi che, se finalizzati, potrebbero far gola alla criminalità organizzata, occorre assolutamente creare un argine sociale ed istituzionale di supporto alle aziende del territorio per la pratica di azioni positive e di legalità.
Sosteniamo per questo – come Cisl Metropolitana di Reggio Calabria – anche la proposta di Confindustria reggina secondo cui la parte di esposizione bancaria delle aziende non coperta dal Fondo di garanzia per le PMI, in base al decreto “Cura Italia”, sia coperta dalla Regione Calabria e/o dalla Città Metropolitana.
Perché in questa fase di emergenza e di appiattimento economico, garantendo la liquidità alle imprese, si assicurerebbe un effetto elettroshock per far ripartire economia ed occupazione, e soprattutto si scongiurerebbe il radicarsi di fenomeni di usura, fonte di approvvigionamento della criminalità organizzata!