Non si può progettare il futuro del Paese nel chiuso dei palazzi ministeriali o con le dispute nella maggioranza. Occorrono scelte condivise. Questo il piano strategico in dieci punti che la Cisl proporrà al Governo ed alle altri parti sociali per l’utilizzo delle risorse europee:
1. RIPARTIRE DALLE FONDAMENTA: LAVORO, ISTRUZIONE E FORMAZIONE – La chiave sta in una riforma delle politiche attive, ben saldate ad ammortizzatori sociali rinnovati, semplificati, universali. È poi necessario innovare il nostro modello formativo, con una riforma che abbracci tutta la filiera della formazione, dalla scuola, all’università, alla riqualificazione professionale. È fondamentale migliorare il funzionamento della cassa integrazione, sostenere i percorsi di transizione per i disoccupati, potenziare i contratti di solidarietà, incentivare i programmi di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. (…)
2. SALUTE E POLITICHE SOCIALI COME PIATTAFORME DI CRESCITA SOCIOECONOMICA – È necessario aumentare i fondi destinati alla sanità e gli investimenti in tecnologie sanitarie, digitali e di Telemedicina; potenziare l’organico assumendo nuovi operatori e stabilizzando il precariato; potenziare la rete di professionisti che si occupano della prevenzione e delle cure primarie sul territorio. Serve una svolta sullo stato sociale e sulla non autosufficienza, aumentare gli assegni pensionistici e riconoscere maggiore flessibilità in uscita dal mercato del lavoro. (…)
3. A TUTTA VELOCITÀ: INDUSTRIA E NUOVE INFRASTRUTTURE – Vanno sbloccate e portate a termine le reti di trasporto strategiche incompiute; investire in infrastrutture al Sud per spezzare l’isolamento di alcune aree e fasce di popolazione; ammodernare e rendere più efficienti le strutture. L’Italia è la seconda potenza industriale d’Europa. Piazzamento che va preservato, con una politica industriale che difenda e rilanci gli asset strategici della manifattura, a partire dall’acciaio e dall’automotive, della chimica e dal tessile, dall’agroalimentare all’elettronica e l’informatica, fino all’artigianato e al turismo. (…)
4. AL PASSO CON IL FUTURO: L’IMPORTANZA DELL’INNOVAZIONE – C’è da incrementare la spesa pubblica in ricerca e sviluppo, sia di base che applicata, con nuovi grandi progetti di rilevanza scientifica, aumentando retribuzione e numero di borse di ricerca; incentivare gli investimenti privati, estendendo il piano “Industria 4.0”, in particolare nei settori ICT, Health e Aerospace, in cui i Paesi UE sono ancora indietro rispetto a USA e Cina.
5. IL DOMANI È VERDE: LA TRANSIZIONE ALLA GREEN ECONOMY – Vanno supportati modelli di business sostenibili e circolari, e sostenuta la creazione di nuovi posti di lavoro in ambito green, con incentivi alle aziende e investimenti pubblici; occorre disincentivare l’utilizzo di combustibili fossili con riduzione dei sussidi e introduzione del carbon pricing (imposta sulle emissioni di CO2) e adeguare le norme relative al trattamento di rifiuti e scarti; incentivare il rinnovo di trasporti pubblici e privati con quelli a basso impatto ambientale, primariamente elettrico e ibrido; investire in ricerca e sviluppo per abbattere limiti e costi della transizione.
6. NORD E SUD: COLMARE IL DIVARIO È prioritario contrastare il gap occupazionale tramite sgravi contributivi per le imprese che assumono stabilmente e fanno formazione, riattivare la mobilità sociale, contrastare la “trappola” della povertà educativa minorile. (…)
7. PARI OPPORTUNITÀ: PREMIAMO IL MERITO, NON IL GENERE – Dobbiamo disegnare una strategia più ampia e con visione di lungo periodo volta a colmare il divario occupazionale e salariale, che premi il merito indipendentemente dal genere e poi rinforzare i servizi all’infanzia; favorire e incoraggiare il welfare contrattuale volto alla conciliazione vita-lavoro; promuovere un cambiamento culturale che ridefinisca il ruolo della donna.
8. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: MENO BUROCRAZIA, PIÙ INVESTIMENTI ED EFFICIENZA- Bisogna alleggerire la normativa vigente e le procedure burocratiche; digitalizzare le infrastrutture, investendo in formazione digitale per i lavoratori pubblici; riconsiderare le modalità di lavoro della PA sulla base di un modello agile contrattato; incentivare la produttività valorizzando la contrattazione nazionale decentrata e legando meglio le retribuzioni alla performance; implementare meccanismi obbligatori di rotazione dirigenziale; ampliare gli ambiti di applicabilità di autocertificazione e meccanismi di silenzio-assenso in tempi garantiti; investire in tecnologie Cloud e sicurezza informatica.
9. GIOVANI E FUTURO: UN NUOVO PATTO GENERAZIONALE PER GARANTURE EQUITÀ E SOLIDARIETÀ – Va sbloccato l’ascensore sociale, che in Italia porta tra l’altro migliaia di cervelli ad emigrare, migliorando le possibilità di accesso al mondo del lavoro tramite ulteriori de-contribuzioni e nuovi meccanismi di apprendistato.
10. SMART-WORKING: IL FUTURO DEL LAVORO È AGILE – Occorre riconsegnare la materia al libero ed autonomo esercizio contrattuale, supportare l’intera popolazione aziendale con hardware, software e training in soft skill; la normalizzazione dello smart-working dovrà passare per la comunione tra parti sociali, aziende ed istituzioni, che dovranno definire in concerto la declinazione più corretta e appropriata per le diverse realtà produttive.