La notizia di qualche giorno fa della firma di Hitachi di un corposo contratto per lo stabilimento di Reggio Calabria – costruirà 12 super treni per la metro di Milano – non può che rendere soddisfatti chi, per mandato sindacale, e chi come semplice cittadino, s’impegna a sorregge la speranza di uno sviluppo concreto per la città e per l’intera aera metropolitana. Un’iniezione di entusiasmo e di soddisfazione per tutti gli addetti ai lavori, che nello stabilimento ex Omeca, ripongono aspettative per investimenti a medio e lungo termine. Imprenditori dell’indotto, istituzioni, sigle sindacali e famiglie reggine dunque, hanno accolto con legittimo giubilo il piano industriale, già rinvigorito mesi fa dall’accordo tra la divisione “Rail Italy” del gruppo giapponese con il ministero dello Sviluppo Economico e la Regione per potenziare lo stabilimento di Reggio Calabria – dichiarano Rosi Perrone Segretaria Generale Ust Cisl Reggio Calabria e Giuseppe Chiarolla Segretario Generale fim Reggio Calabria. Un bagliore di luce accecante nel buio dell’economia industriale reggina. Hitachi prevede nuove assunzioni, ed un progetto di ricerca e sviluppo che guarderà a tutto il territorio nazionale, con l’intento di incrementare la capacità produttiva, innovando le tecnologie industriali e implementando il processo di trasformazione digitale.
A questo va ad aggiungersi dichiara Rosi Perrone, un fatto di notevole portata, come quello del protocollo di legalità firmato tra Prefettura, Questura Rc, Unindustria Calabria e Hitachi. Un modello, continua la Perrone, da clonare perché se utilizzato in ogni settore permetterebbe di impermeabilizzare il sistema economico ed imprenditoriale locale del mercato del lavoro e soprattutto, dell’indotto dell’intera area metropolitana.
Occorre oggi, in considerazione di questi importanti risultati, che le istituzioni della città – Comune e Città Metropolitana – si impongano con autorevolezza nel rapporto di trattazione con il neonato governo affinché si realizzi un concreto sviluppo Reggio metro.
Sapendo che “Si può fare” e la Hitachi è la prova concreta del fatto che quando gli investimenti si fanno su seri progetti industriali anche a Reggio si può e che le cattedrali nel deserto ,riguardo le quali ha scritto una disamina attenta nei giorni scorsi il vicedirettore di Repubblica ,del passato erano solo mere azioni sociali compensative dunque in metrocity ci vuole capacità di rilanciare azioni e programmazioni che favoriscano i veri insediamenti produttivi, impermealizzandoli con protocolli di legalità praticata e la strada tracciata da Hitachi può essere percorsa e proposta come modello e non solo come “Isola felice” Dunque ognuno per la propria parte ed in rete pattizia, senza primogeniture o inutili o peggio strumentali litigiosità, bisogna lavorare ad un progetto – serio – di sviluppo per il sud, con particolare riferimento a luoghi dove il cambiamento è a portata di mano. Solo per fare un esempio ricordo il porto di Gioia Tauro finestra infrastrutturale strategica sul Mediterraneo e la Zes – continua la Perrone, per far questo occorre che la classe dirigente titolare delle responsabilità amministrative si doti di una visione, in grado di sintetizzare programmare, progettare e realizzare; e non ha tanto margine di tempo per farlo.
Anche nei confronti dell’amministrazione regionale occorre una presa di posizione forte affinché – alla Metrocity – vengano affidate le deleghe di settori strategici per lo sviluppo del territorio. Ed in questo percorso, non ci sottrarremmo come Cisl/metro ad un ruolo di affiancamento, con leale collaborazione e sostegno fattivo.
Un impegno politico e istituzionale verticale però, deve essere sorretto da un’azione orizzontale, attraverso l’utilizzo delle risorse in capo alla città metropolitane che se strategicamente programmate possono incidere fortemente sul territorio e sul suo futuro. Occorre aprire cantieri e mettere in campo i piani di intervento, gestendo i fondi seguendo le effettive vocazioni della città. Oggi sappiamo che tutto questo è una impellente necessità e pochi sono i risultati in termini di occupazione e benessere. Progetti importanti, relativi ad infrastrutture e trasporti, alla mobilità, finanziamenti per le reti per l’inclusione socio-lavorativa ed in questo si registra un segnale pon metro interessante nel metodo e nel merito; e ancora, azioni di sperimentazione di percorsi di partenariato pubblico-privato, laboratori territoriali di partecipazione e ricerca sociale nelle periferie, cantieri per l’imprenditorialità sociale.
Azioni che potrebbero ricucire il forte ritardo di cui soffre la nostra città e quindi la comunità. Ma ad oggi la contezza è che si può fare molto solo se si pianifica, si interviene con atti concreti, si concerta in rete Città Metropolitana che vogliamo. noi siamo orgogliosi di poter gioire per i treni prodotti da Hitachi e non vogliamo rischiare di perdere i treni per il futuro del nostro martoriato territorio, questo non deve accadere dobbiamo assieme scommettere sullo sviluppo della metrocity, realizzare ogni attività di prossimità che possa mettere in campo ogni azione di coinvolgimento civile di chi ci vorrà credere per dimostrare che Reggio città metropolitana “Si può fare “ – conclude Rosi Perrone.
Reggio Calabria lì 06/08/2018 Ufficio Stampa Ust Cisl Reggio Calabria