GIOVANI A REGGIO CALABRIA, ‘RESTARE’ NON DEVE ESSERE UN ATTO DI CORAGGIO

Giovani a Reggio Calabria, ‘restare’ non deve essere un atto di coraggio

 

La Calabria fa registrare un trend negativo dl punto di vista demografico, in assoluta coerenza con i dati che caratterizzano il Mezzogiorno. In questa triste analisi, condotta dall’ Università della Calabria e dal portale ‘Open Calabria’, i numeri relativi alla provincia di Reggio Calabria non sono certo in controtendenza rispetto al regresso che la popolazione del sud sta attraversando.

Un bilancio negativo nei rapporti nascite-decessi ed emigrazione-immigrazione lancia un segnale d’allarme per il futuro prossimo, per l’intera area della metrocity.

La perdita di abitanti determina, in maniera quasi fisiologica, una flessione per quanto concerne l’economia locale e soprattutto, inibisce uno spirito vivace di imprenditorialità. A farne le spese sono le aree interne e montane della provincia, ma se non si riesce ad invertire la rotta, molto presto la crisi demografica investirà i centri urbani più importanti.

Un’ emorragia demografica figlia di un ristagnamento economico, che non riesce ad essere arginato neanche con gli strumenti che la Città Metropolitana dovrebbe garantire. E’ improcrastinabile impiegare le leve che le vocazioni del territorio suggeriscono, con scelte forti e lungimiranti. I giovani reggini partono e non accettano la sfida di restare in un contesto che li priva di prospettive di futuro. Per loro, ad oggi, risulta più difficile rimanere nella propria terra piuttosto che partire, mettendo nella valigia incertezze e disagi.

Investire in turismo non può essere un’utopia per un territorio che offre tra le più importanti bellezze paesaggistiche del Paese. Senza retorica e fingimenti, occorre incentivare imprese, tour operator e istituzioni centrali per mettere in piedi un piano di sviluppo che parta dai collegamenti e dalle infrastrutture. Ci vuole la voce grossa per affrontare le sfide più importanti, quelle che riguardano il futuro della nostra terra. E al contempo, occorrono misure urgenti per contrastare l’emigrazione che ha spopolato la provincia di Reggio Calabria. Come? Intanto, cercando di catalizzare l’attenzione di investitori in grado di stimolare il tessuto imprenditoriale e commerciale del territorio, sfruttando il settore enogastronomico che ha reso i prodotti reggini tra i più ricercati al mondo. E ancora, un altro strumento virtuoso potrebbe essere caratterizzato da un pacchetto di interventi di carattere sociale e culturale. Per esempio sostenere e valorizzare la maternità (e, più in generale, la genitorialità), potrebbe risultare una scelta ambiziosa e vincente, e poi, sostenere con fondi pubblici l’imprenditoria giovanile per arginare l’emigrazionedopo il percorso scolastico, e puntare al recupero economico, sociale ed architettonico delle aree marginali abbandonate e dei centri storici, per favorire un turismo culturale robusto e soprattutto credibile, coinvolgendo gli operatori economici in progetti di co-financing.

Di questo, è capace la Metrocity?

È scontato che l’abbassamento demografico blocchi lo sviluppo basato sull’equità intergenerazionale. Le comunità reggine soffrono di uno stato d’invecchiamento avanzato, in cui le conseguenze maggiori sono avvertite proprio nei contesti economicamente deboli, caratterizzati da sistemi di welfare locale inefficienti e inefficaci, talvolta inesistenti, come nei territori della provincia.

Se i giovani emigrano, i piccoli comuni si spopolano e restano abitati prevalentemente da anziani. Tale spopolamento produce un forte disimpegno sociale ed istituzionale, contraddistinto da una riduzione dell’investimento pubblico e privato, che spesso si traduce in uno stato di abbandono e di degrado sociale ed ambientale, che causa ulteriore emigrazione. Il rischio di un lungo inverno demografico è tutt’altro che lontano.

Il dramma della migrazione rischia di trasformare tradizioni, usi e costumi di una terra che per generazioni intere, ha saputo approfittare del suo valore identitario, come dispositivo di sostentamento e addirittura, di ricchezza.

Maltempo Reggio Calabria, Cisl: “necessario un Tavolo permanente sulle Infrastrutture”

“Ancora una volta, dopo una nottata di maltempo, il territorio metropolitano si trova costretto a fare i conti con danni e serie difficoltà inerenti i collegamenti“. Tra queste non può non essere compreso il Ponte Allaro di Caulonia, come rileva la Cisl di Reggio Calabria ed in particolare il Segretario Generale Rosy Perrone e quello Filca Cisl Enzo Corsaro. Entrambi i sindacalisti tracciano un excursus riguardo l’infrastruttura, ricordando come “l ‘Anas ad inizio di questo mese avesse decretato, previi controlli, la percorribilità dell’arteria. Nel contempo in precedenza i tecnici, dopo continue segnalazioni dei cauloniesi, sembra avessero ipotizzato un blocco di circolazione dei mezzi pesanti. Inoltre ci chiediamo é vero che i lavori effettuati nei mesi addietro, nel letto della fiumara, avrebbero causato cedimenti delle strutture preesistenti?“. Perrone e Corsaro, dunque, credono che “a questo punto, ed in considerazione di quanto messo in rilievo, sia il caso di riflettere e trovare soluzioni concrete e veloci”.

“Quel che è certo è che i due rappresentanti sindacali stigmatizzano gli interventi tampone.sono nostre tutte le preoccupazioni espresse anche e non solo dai cittadini. Infatti se dovesse essere chiuso il transito, non avendo viabilità alternativa, a pagarne le conseguenze sarebbe l’intera economia cauloniese , dei comuni limitrofi e non solo , tagliati fuori dalla Calabria, con conseguente penalizzazione per cittadini e lavoratori, problemi ulteriormente aggravati dalla stagione estiva ormai avviata. Niente più attese o temporeggiamenti, è necessario agire con fermezza, per far sì che la Jonica divisa in due non divenga una amara realtà! Ricordiamo a tutti che stiamo parlando di un tratto di comunicazione della tanto martoriata 106 , unica via di transito per tutti i mezzi che si spostano nella tratta Reggio – Taranto e viceversa . Non riusciamo più a capire se il progetto per questo ponte sia stato affidato ai tecnici della NASA o a quelli dell’Anas visto il risultato ad oggi!”. “Ci preme ricordare – aggiungono – che l’eventuale chiusura totale di questo ponte non concederebbe altre possibilità per il traffico veicolare.Dunque se le strumentazioni predisposte dovessero segnalare anche piccoli cedimenti, quale sarebbe la soluzione? E quali sarebbero gli interventi atti a garantire la continuità della viabilità in sicurezza ? E quali i tempi per concretizzare soluzioni definitive ? Tante le nostre domande che necessitano, per avere risposte certe , di un incontro immediato con Anas , con il comitato dei sindaci , con la metrocity.”Tra le nostre priorità – concludono – un tavolo permanente sulle infrastrutture cui siano presenti, oltre l’Anas naturalmente, anche la Città Metropolitana , la Regione, il Governo e le parti sociali affinché questo disagio possa essere risolto degnamente e soprattutto concretizzi, in un lavoro di rete , una pianificazione metropolitana che faccia si che non si continuino a registrare gap infrastrutturali inimmaginabili nel 2018″.

ALTRO PRESTIGIOSO INCARICO ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA CISL REGGINA

“Un altro prestigioso incarico all’interno della famiglia CISL reggina. Con molta soddisfazione ed una punta di orgoglio, infatti, comunichiamo che Albino Barresi, coordinatore provinciale dei DDSS, è andato a ricoprire il ruolo di responsabile ATP di Verona”. Con queste parole Rosi Perrone, segretaria provinciale della Cisl ed arcangelo carbone segretario generale Cisl scuola RC e Calabria annunciano un altro positivo traguardo che, partendo dalle rive dello Stretto, giunge sino ad una delle realtà più importanti del nostro Paese.
Questa nomina rappresenta, inoltre, l’occasione per un momento di confronto che si terrà il 13 giugno alle ore 11 al liceo “Pizi” di Palmi.
All’ iniziativa parteciperanno oltre che Rosi Perrone segr gen cisl rc, Arcangelo Carbone, segretario generale Cisl Scuola, Pasqualina Zaccheria, dirigente responsabile ATP Reggio Calabria, Giuseppe Mirarchi che curerà la relazione sull’avvio dell’anno scolastico 2018-2019, Giovanni Policaro, esperto di consulenza per dirigenti scolastici e Raffaele Vitale, coordinatore regionale DDSS -Cisl Scuola che interverrà sull’ipotesi di contratto per la dirigenza scolastica.

Sanità: le riflessioni della Segretaria Generale Cisl RC, Rosy Perrone

Il costituzionalmente garantito diritto alla salute non può infrangersi contro il diktat fermo di chi guarda solo ai numeri e non ad una delle primarie necessità di ogni persona. Soprattutto nella nostra città Metropolitana. Ciò che sta avvenendo con la serrata delle strutture private accreditate, già provate per lunghi mesi dai mancati pagamenti, è inaccettabile nel 2018; è incomprensibile se il tutto viene rapportato al contesto socio – economico in cui ci muoviamo; è, senza giri di parole, disumano.
Da adesso ogni prestazione dovrà essere pagata.

Come faranno i disoccupati? Gli anziani con pensioni minime, i lavoratori che sopravvivono con sostegni al reddito, coloro che soffrono di patologie molto gravi e già sopportano i costi di medicine e affini?
Ce lo dica il commissario Scura, il quale, sebbene debba tenere a bada i conti di uno dei settori più disastrati di Italia, non può continuare il suo percorso incurante del grido di difficoltà dei calabresi, operando tagli in ogni modo che, di fatto, non solo non centrano l’obiettivo di avere cure di qualità, ma a questo punto bloccano proprio le cure basilari se pensiamo che vi sono nostri corregionali che non possono neppure permettersi degli esami di routine.
Ci troviamo a vivere una situazione paradossale e drammatica, che va a colpire le classi più deboli: da questa settimana l’unica possibilità è rivolgersi al pubblico. Un pubblico già caratterizzato da diverse e numerose problematiche che negli anni, come Cisl, abbiamo sottolineato e posto all’attenzione, dove mancano medici, operatori, garanzie, posti letto e dove le liste di attesa risultano interminabili anche per effetto di un ridimensionamento del numero dei presidi sul territorio, ecco che la Calabria indossa la maglia rosa per il primato di migrazione sanitaria.
Un quadro che definire tragico potrebbe risultare, anzi risulta, riduttivo e nel quale si è inserito anche il ricorso che ambulatori e laboratori (il cui ruolo alla luce di tali situazioni è altamente significativo) hanno inoltrato al Tar per bloccare questi decreti.
Il TAR ha accolto la sospensiva per l’annullamento del DCA 72 e 87 del 2018 , si dovrà attendere ancora giugno per una decisione definitiva ma, intanto, aumenta la disperazione di centinaia di migliaia di calabresi.
Calabresi che, oltre a dover sperare di non ammalarsi, oltre a dover sperare di idonee risultanze da parte dello stesso Tar, non possono nemmeno essere garantiti nel momento in cui si rivolgono al servizio pubblico.

E in tutto ciò si sta configurando anche la possibilità che i lavoratori ed i professionisti di queste strutture accreditate possano persino vedere a rischio il loro impiego dal momento che agli imprenditori sanitari potrebbero mancare gli introiti per i loro bilanci.
Nella città Metropolitana la situazione del Servizio Sanitario Pubblico è costantemente peggiorata nel disinteresse generale come più volte denunciato dalla Cisl.
Tutti Ospedali Generali dalla Jonica alla Tirrenica, importanti “filtri” per il corretto funzionamento degli Ospedali Spoke, sono ormai ridotti a scatole vuote, privati di Risorse Umane e Tecnologiche.
L’Emergenza deve fare i conti con la propria riduzione di Organico ed è costretta a sopperire alle inefficienze della ormai distrutta rete ospedaliera con continui trasporti secondari che impegnano le pochissime ambulanze a disposizione per trasportare utenti bisognevoli di semplici radiografie o prestazioni da spostare altrove per l’intasamento e le chiusure dei Reparti.
Del Territorio, Case della Salute, della Prevenzione e di tutto quello che doveva alleggerire gli Ospedali, possiamo dire semplicemente che non esiste nulla.
Tutto questo è quotidianamente vissuto dai Lavoratori che non ne possono più, e subìto dall’Utenza ossia dai cittadini che non sanno più a chi rivolgersi.
L’atto Aziendale che è approvato, da tanti mesi ormai ,non è stato ancora attivato, i concorsi già autorizzati non sono stati portati a termine, le procedure sono lentissime.
E questa è un’altra dolente nota che illustra ulteriormente la drammaticità del momento, soprattutto nella Città Metropolitana.
Chiediamo quindi un intervento serio e proiettato a 360 gradi di chi di competenza, compreso il nuovo ministro alla salute, per la tutela della salute pubblica, per garantire il lavoro ed un’esistenza dignitosa: traguardi che in Calabria, nell’anno del Signore 2018, sembrano lontani e irraggiungibili. La Cisl, come sua consuetudine e come la sua storia insegna, non starà a guardare la distruzione di due dei pilastri fondamentali sui quali è nata la nostra carta costituzionale e come già annunciato da FP e Cisl Calabria ci auguriamo che la richiesta di confronto possa aver luogo e possa far riflettere il Commissario e il Presidente Oliverio al fine di affrontare il problema cercando dei percorsi condivisibili e funzionali tra il Servizio Sanitario Pubblico e Privato per una sanità dei cittadini.
La Segretaria Generale Cisl Reggio Calabria
Rosy Perrone

Rc 6 giugno 2018