Logistica, è alta tensione. Luigi Sbarra su “Avvenire”: “Salvare il lavoro”

La tragica morte del giovane sindacalista, padre di due figli, ci ha molto colpito ed addolorato. Nel paese esistono diversità e sensibilità diverse nell’esercizio della rappresentanza sociale e sindacale , tante differenze storiche tra il sindacalismo confederale e le posizioni delle sigle autonome. Ma la libertà sindacale va sempre rispettata e garantita perché è sinonimo di democrazia in un paese civile.

Affidare la materia della regolazione dei contratti al Parlamento sarebbe oggi un vero disastro ed una grave intromissione nel ruolo libero ed autonomo delle parti sociali. Noi riteniamo che bisogna far attuare gli accordi che abbiamo sottoscritto con le associazioni imprenditoriali per certificare e regolare la rappresentanza del sindacato e delle imprese, proprio per arginare i contratti pirata ed il dumping salariale.

Lavoriamo insieme ad un grande patto sociale per ricostruire il paese, attuando il PNRR con le necessarie riforme del fisco, delle pensioni, della P.A., della scuola, rilanciamo investimenti su infrastrutture, politiche industriali, innovazione, ricerca, formazione, non autosufficienza, Sud. Questo diremo con grande forza anche sabato prossimo, il 26 giugno, nelle tre grandi manifestazioni unitarie che faremo a Torino, Firenze, Bari.

Luigi Sbarra su “Il Messaggero”: “Basta violenze, appello al governo sugli investimenti”

È un fatto grave che ha colpito tutti i lavoratori italiani la morte del sindacalista di 37 anni, padre di due figli, investito durante un presidio sindacale. Siamo profondamente vicini alla famiglia di questo nostro collega.

La Cisl e tutto il movimento sindacale hanno condannato fermamente questo clima di ostracismo nei confronti della libera attività sindacale, in particolare nella logistica dove in molti casi perdura una situazione selvaggia di sfruttamento dei lavoratori. C’è un brutto clima nel paese. Le conseguenze terribili della pandemia non possono essere pagate dai più deboli.

In queste condizioni sarebbe davvero un disastro lasciare libertà di licenziare dal primo luglio facendo pagare i costi di riorganizzazioni e ristrutturazioni ai lavoratori. Sarebbe altra benzina sul fuoco. Ecco perché lanciamo un appello al Premier Draghi, al Governo, a tutte le forze politiche: cambiate quel decreto. Spostate almeno fino alle fine di ottobre il blocco dei licenziamenti.

Rosy Perrone: “La crisi aggredisce l’occupazione. Quali le contromisure di Comune e Metriocity di Reggio Calabria?”

“Dall’inizio della pandemia Covid-19, fino all’ultimo rilevamento dei numeri relativi allo stato occupazionale del territorio metropolitano, 2020, l’economia reggina ha perso 2000 posti lavoro. Dunque, in poco meno di due anni, 2000 famiglie o quasi, costrette a fare i conti con il muro della crisi. E in un contesto sociale in cui la ‘voce’ lavoro non è certo tra le prime tra gli indicatori economici, ne vien fuori un quadro allarmante. Ma è ancor più singolare il fatto che il Comune capoluogo della Metrocity, Reggio Calabria, attivi una Task Force su economia su imprese e occupazione senza un confronto con le parti sociali. Forse di occupazione ormai è difficile trattare? Bene l’idea unico e – ribadisco – singolare, il metodo in netta contraddizione con il confronto continuo con i sindacati da parte del Governo Draghi. Ma si sa, alle nostre latitudini tutto può succedere! Una componente di profili certamente illustri, che discutono di misure a sostegno delle imprese per favorire il rilancio e la ripartenza dell’economia e del tessuto produttivo locale è da salutare positivamente ma non nell’ottica del confronto per la costruzione delle politiche di sostegno alle imprese e conseguenzialmente di ripresa occupazionale. Sul tavolo temi che riguardano settori strategici per il futuro della nostra terra. Temi strutturalmente inseriti nell’agenda Cisl e per i quali sono state messe in campo azioni forti, ma soprattutto di coinvolgimento con tutti gli attori sociali ed istituzionali della città. Ma questa è un’altra storia. E forse, un altro stile”. Queste le parole rilasciate da Rosy Perrone, Segretaria generale Cisl Reggio Calabria.

Luigi Sbarra a “Il Giornale”: “Draghi tratti con noi e fermi i licenziamenti almeno fino ad ottobre”

Il Governo deve riaprire il confronto con il sindacato. Occorre buon senso e responsabilità da parte di tutte le forze politiche che sostengono l’esecutivo. Bisogna prolungare il blocco almeno fino alla fine di ottobre in modo da evitare una valanga di licenziamenti che anche la Banca d’Italia ha quantificato in più di 500 mila lavoratori.

Il paese si cura con il lavoro e gli investimenti non con i licenziamenti. Non ci sono segmenti produttivi indenni. Sediamoci intorno ad un tavolo e troveremo le soluzioni più adeguate per realizzare l’obiettivo di zero esuberi e zero licenziamenti.

Pensiamo che questo sia il momento delle responsabilità condivise. Abbiamo bisogno di un grande patto sociale per la crescita economica ed il lavoro. È la sfida che lanciamo al Governo.

Luigi Sbarra su “Il Dubbio”: “Blocco dei licenziamenti, la Ue sta sbagliando”

La Commissione Europea ignora o non conosce bene la grave situazione occupazionale del nostro paese. Abbiamo perso già oltre un milione di posti di lavoro e chi poteva licenziare lo ha già fatto per effetto delle deroghe al blocco. Si tratta dunque di evitare un’altra valanga di licenziamenti. Mantenere il blocco almeno fino ad ottobre è solo una proposta di buon senso. Un atto di responsabilità, in linea con l’appello di ieri del Presidente della Repubblica Mattarella che ci chiede uno sforzo collettivo.

Gli altri paesi hanno un sistema di protezioni sociali che funziona bene. Noi siamo molto in ritardo sia sulla riforma degli ammortizzatori, sia sulle politiche attive. Abbiamo poi oltre cento vertenze aperte al Mise dove sono in ballo migliaia di posti di lavoro che rischiano di saltare se non si trovano delle soluzioni adeguate di reindustrializzazione. Abbiamo bisogno di più tempo per affrontare queste questioni spinose.

Noi incontreremo la prossima settimana segretari di partito, tutti i gruppi parlamentari e le forze politiche. Aumenteremo la nostra pressione ed andremo avanti nella mobilitazione sui luoghi di lavoro per far modificare il sostegni bis . D’altra parte erano stati proprio alcuni partiti che sostengono il Governo a presentare degli emendamenti per prolungare il blocco dei licenziamenti sino alla fine dell’anno convinti, come noi, che le ragioni che hanno portato un anno fa al blocco sono ancora aperte ed irrisolte.

“Quali sono le politiche della Metrocity nel percorso di rilancio del Porto di Gioia Tauro?”

Abbiamo seguito attentamente le fasi di rilancio delle quali è stato protagonista il management dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro. Con l’Ammiraglio Agostinelli, già Commissario e da poco Presiedente dell’Autority, abbiamo attivato un confronto proficuo che tendesse a valorizzare le prerogative e le specificità della grande infrastruttura reggina. Dall’attenzione del livello occupazionale, ad una nuova strategia di sviluppo che concepisse la centralità della piattaforma Italia, nel cuore del Mediterraneo, e la sua naturale porta d’ingresso che è caratterizzata appunto, dal Porto di Gioia Tauro. La movimentazione commerciale e le nuove strutture di cui si è dotata il Porto, lo hanno di fatto, inserito a pieno titolo concettualmente e infrastrutturalmente, tra i punti di contatto più strategici tra Europa e Mediterraneo. E dal punto di vista intermodale, il gateway ferroviario, che dovrebbe facilitare l’accesso al porto e la realizzazione dell’Alta Velocità fino a Reggio Calabria, prevista dal Piano del Recovery, lo consacreranno come struttura del futuro, sulla quale puntare per l’effettiva rinascita dei nostri territori.

Ma in tutto questo percorso virtuoso, ci domandiamo, quali sono i progetti collaterali messi in campo dalla Metrocity? Perché abbiamo la sensazione che sia un ‘entità’ avulsa da un processo di rigenerazione economica e commerciale, fortemente attivato dall’Autorità Portuale. Quali sono le proposte inserite nel Recovery Plan da parte dell’amministrazione metropolitana per dare un lungo respiro ad una fase storica di rilancio? E ancora, ci sono iniziative progettuali per la Zes, per il retroporto, tali da incentivare l’insediamento di nuove realtà commerciali? E le vie di collegamento interne, nel cuore della Piana di Gioia, sono accessibili dal punto di vista della mobilità e del decoro urbano? Ci domandiamo inoltre, se questa classe dirigente abbia intuito o percepito l’importanza di un’infrastruttura, considerata dal mondo intero, trait d’union tra Europa e Mediterraneo?

Trasporti, logistica, commercio, nuove economie sul territorio e nuova organizzazione sociale. Tutti temi che andrebbero sviluppati attraverso una politica portuale vigorosa. Ma per programmare e costruire una visione, occorre avere contezza di cosa sia o meglio, di cosa rappresenti il Mediterraneo.

Lo chiediamo pubblicamente ad una classe dirigente poco attenta ad una risorsa imprescindibile, per storia e identità, non solo della Calabria. Il Mediterraneo, non costituisce solo una ‘superficie di trasporto’; ma le ‘sue navi’, le ‘sue rotte’ e i porti che su esso si affacciano, rappresentano gli strumenti economici al servizio delle città, in grado di generare nuove economie e nuove approcci urbani. Dunque pensiamo che sia fondamentale una nuova politica per i porti, per garantire un effettivo rilancio della presenza nel Mediterraneo. Ovvero, i porti del Mediterraneo e le loro trasformazioni vanno accompagnate e non subite; vanno incentivate e valorizzate azioni messe in campo dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro, per creare uno snodo strategico che fortifichi la rete dei collegamenti dei sistemi economici.

Anche perché, siamo convinti che anche nel post pandemia la logistica continuerà a svolgere un ruolo centrale nell’orientare lo sviluppo delle produzioni e degli scambi, e di conseguenza, il Mediterraneo si troverà nel cuore di un confronto competitivo tra le grandi potenze economiche. Dobbiamo però, farci trovare pronti! L’Autority deve poter contare su Stato, Regione Calabria e soprattutto Metrocity.

Cgil Reggio Calabria Cgil Piana di Gioia Tauro Cisl Reggio Calabria Uil Reggio Calabria

Gregorio Pititto
Celeste Logiacco
Rosi Perrone
Nuccio Azzarà

Luigi Sbarra al “Corriere della Sera”: “Da noi un giudizio positivo, ora un patto sociale su Fisco e pensioni”

Diamo un giudizio positivo sul decreto semplificazioni. È importante lo stralcio delle norme sul massimo ribasso, come avevamo chiesto. E apprezziamo il potenziamento delle tutele sui subappalti: l’uguale trattamento economico e normativo dei lavoratori e la responsabilità in solido delle aziende che subappaltano e la riduzione delle stazioni appaltanti.

Sul blocco dei licenziamenti la mediazione del presidente Draghi è debole e insufficiente frutto della mancata concertazione. Chiediamo quindi al governo di ritornare sui propri passi e la proroga almeno fino a fine di ottobre. Vogliamo incontrare i gruppi parlamentari per cercare di modificare le norme durante l’iter nelle Camere e ci rivolgiamo al governo perché si apra un confronto sui temi che un anno fa avevano reso indispensabile il blocco dei licenziamenti e che ancora non sono stati risolti: la riforma degli ammortizzatori, delle politiche attive del lavoro, della formazione.

Alle associazioni imprenditoriali proponiamo un tavolo di confronto per arrivare ad un accordo quadro nazionale che serva ad orientare le imprese ad utilizzare tutti gli strumenti, dagli ammortizzatori ai contratti di solidarietà, agli scivoli verso la pensione, per evitare esuberi e licenziamenti.

Luigi Sbarra a “La Stampa”: “Rischiamo lo tsunami, ma non è il momento per lo sciopero generale”

Il confronto di ieri con il Governo è stato importante, positivo, la riunione è andata bene, sul decreto semplificazioni acquisiamo un primo risultato: non fare entrare nel decreto le gare al massimo ribasso che per noi rappresentava una grossa preoccupazione visto che si rischiava di ledere i principi di sicurezza, legalità, tutela e qualità del lavoro.

Sul blocco dei licenziamenti invece il testo approvato nel Consiglio dei ministri è un pasticcio frutto della mancanza di dialogo. Ha bisogno di profondi miglioramenti. Serve spostare al 31 ottobre la fine del blocco per tutti, riformare gli ammortizzatori sociali, avviare le politiche attive, finanziare un piano per la formazione, allungare la durata della Naspi, investire sui contratti di solidarietà. L’obiettivo deve essere zero licenziamenti.

Non servono tensioni, bisogna eliminare contrapposizioni. Invito da estendere anche a Confindustria. Io vorrei chiedere a tutte le associazioni datoriali di rendersi disponibili per attivare un tavolo di confronto per condividere e negoziare un accordo quadro nazionale che orienti tutte le imprese ad impegnarsi per scongiurare esuberi e licenziamenti.

Reggio Calabria, i sindacati annunciano la mobilitazione unitaria per la sicurezza sui luoghi di lavoro

REGGIO CALABRIA In seguito alle iniziative promosse da Cgil, Cisl e Uil Confederali, scaturite dall’ assemblea dei Segretari Generali sul tema della sicurezza sul lavoro, mercoledì 26 Maggio presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria alle ore 10.00, si svolgerà la manifestazione “Fermiamo la strage sui luoghi di lavoro.
Una mobilitazione che si svolgerà nel rispetto delle normative vigenti anti Covid, per ribadire la centralità della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro, e di quanto sia imprescindibile uno sforzo di investimenti che vada in questa direzione. Un patto dunque, per la sicurezza sul lavoro e per la qualità del lavoro. Scelta la sede dei Vigili del fuoco proprio perché simbolo di una realtà impegnata e attenta alla formazione del corpo e dei lavoratori, e soprattutto con l’esposizione delle gigantografie dei tre poveri Vigili del Fuoco uccisi dall’esplosione di una cascina ad Alessandria, si vuole dare lustro alla memoria di servitori dello Stato morti in servizio. La sicurezza sul lavoro è un principio di civiltà irrinunciabile, uno dei valori centrali della qualità del vivere comune, la cui condizione di rispetto regolamentare assume oggi, più che mai, una grande questione sociale di cui tutti si devono fare carico: le istituzioni, i privati, le forze economiche e sociali.