L’idea che si debba procedere verso una riforma dei Consorzi di Bonifica, sopprimendoli, così come si discute e si legge da qualche documento, di ultima stesura, teorizzando la “ istituzione di un Consorzio Unico regionale”, desta perplessità e non convince.
Non sembra essere questa la via giusta, almeno, non è quella condivisa con chi il territorio lo vive e in questo caso, organizza e offre servizi a chi lo coltiva.
Sono le opinioni emerse durante i lavori promossi dai Consorzi di Bonifica della provincia di Reggio Calabria, sembra si voglia svuotare il sistema dei consorzi, improntato, da oltre un secolo, sulla libera determinazione dei consorziati, su una linea condivisa di modello efficace, basato sull’autogoverno e soprattutto la vicinanza del potere decisionale alle esigenze dei contadini coltivatori, dei lavoratori, delle comunità locali, differenti per tipologia dei luoghi, delle tradizioni storiche culturali, delle varietà colturali.
Sicché, una migliore organizzazione amministrativa e operativa, senza ignorare la possibilità di ridurre l’attuale numero, può essere anche plausibile, ma con l’accortezza di rifuggire dagli eccessivi centralismi, così come appare dalla dichiarata tentazione di procedere verso il Consorzio Unico Regionale.
Come Cisl e Fai, Città Metropolitana di Reggio Calabria, nonostante gli sforzi, stentiamo a comprenderne le ragioni e l’utilità, affinché la Regione si debba dotare di un secondo ente strumentale, simile a quello che oggi rappresenta la fallimentare Azienda Calabria Verde, visti i dieci anni di attività, mancanti di politiche di rilancio di nuova progettualità e riorganizzazione produttiva, degli uffici come dei cantieri, impegnata solo a portare verso la definitiva chiusura la forestazione calabrese per mancanza di attività strategiche di tutela e salvaguardia del territorio e ricambio generazionale.
Un secondo fallimento sarebbe intollerabile, poiché probabile, se teniamo conto di ciò che si sta annunciando, senza avere un sostegno condiviso dal territorio e dai soggetti che vi devono operare.
Rimanendo a quanto si percepisce e a ciò che costantemente raccogliamo nelle diverse realtà lavorative, non sembra essere questo il modello più coerente di riforma possibile, oltre ai solleciti di procedere verso la definitiva assegnazione delle deleghe, così come previsto, alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, a valere anche in materia ambientale, di forestazione e servizi all’agricoltura, funzionali alla crescita degli enti consortili e delle comunità.
Pertanto, diciamo “No” a questo tipo di riforma “fotocopia”, poco rispettosa delle libertà di chi cerca di fare impresa e sviluppo in queste difficili realtà.
Nei prossimi giorni, sulla spinta di quanto avanza nelle diverse comunità locali, non escludiamo possibili momenti di mobilitazione, se non ci sarà un partecipato coinvolgimento dei territori, funzionale alla stesura di una nuova idea di bonifica.
Il segretario generale Cisl Romolo Piscioneri
Il segretario generale Fai Cisl Antonino Zema