I dati sull’aumento della povertà, un milione di posti di lavoro persi nell’ultimo anno, 5 miliardi quasi di ore di cassa integrazione e 40 miliardi di massa salariale bruciata dalla crisi, cento vertenze ferme al Mise: questi sono i numeri veri che non possono lasciarci indifferenti rispetto alla urgente necessità di approntare misure che rafforzino le protezioni sociali. Bisogna ricostruire insieme il Paese: questo è l’appello che lanceremo sabato nelle nostre tre manifestazioni a Firenze, Torino, Bari.
Far ripartire il lavoro significa creare quelle condizioni di contesto per favorire gli investimenti, sbloccando in primo luogo tutte le grandi opere infrastrutturali, costruendo soluzioni alle tante crisi aziendali aperte al Mise e nei territori ed affrontando il tema della giusta transizione industriale, tecnologica, energetica, ambientale. Ciascuno deve fare la propria parte.
Per la Cisl rimane fondamentale cambiare il modello di crescita e sviluppo mettendo al centro il valore e la dignità della persona. Le conseguenze terribili della pandemia non possono essere pagate dai più deboli. Dalla emergenza sanitaria dobbiamo uscire cambiando in meglio le condizioni del mondo del lavoro. Non può prevalere la logica fredda del profitto e del mercato selvaggio e senza regole.