ROGHI, SBARRA: RISTORARE FAMIGLIE E IMPRESE COLPITE, SERVE UNA NUOVA STRATEGIA NAZIONALE CHE VALORIZZI I COMPARTI AMBIENTALI E FORESTALI
“L’Aspromonte brucia, la montagna calabrese e’ cenere insieme alla Sardegna, alla Sicilia, a pezzi importanti del patrimonio boschivo e produttivo del Mezzogiorno. Un bilancio pesantissimo, reso tragico dalla perdita di tante vite umane. Il danno legato alla distruzione di migliaia di ettari di bosco, in una regione come la Calabria, è incalcolabile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico”. Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale Cisl, a margine del riconoscimento alla carriera conferito dall’Amministrazione Comunale di Ardore nel contesto dell’iniziativa “Ardore e le sue Stelle”.
“Le famiglie, i lavoratori, le imprese e le comunità locali colpite vanno ristorate adeguatamente – ha aggiunto -. Ma di fronte a uno scenario che si ripete con dinamiche sempre peggiori di anno in anno, il Governo non può limitarsi all’intervento emergenziale. Servono anche norme penali più severe contro chi si macchia di questi crimini e c’è bisogno di un piano massiccio di investimenti che agisca ‘a monte’ dei disastri attraverso il presidio, la protezione, la manutenzione costante dei territori. Va valorizzato l’apporto strategico che possono dare, in tal senso, i comparti ambientali e forestali.
Vuol dire mettere in campo un forte intervento in materia di prevenzione, salvaguardia ambientale, bonifica e messa in sicurezza del suolo, rilancio delle attività di forestazione produttiva e della occupazione. E poi, nel rispetto delle leggi anticrimine, procedere rapidamente con il rimboschimento delle aree. Ci vuole maggiore coordinamento, ma soprattutto una rinnovata volontà politica che ad ogni livello, dal regionale al nazionale, dia forma ad una nuova strategia organica di difesa e sviluppo del patrimonio ambientale italiano”, ha concluso Sbarra.
La Giunta regionale ha deliberato la richiesta al Governo di dichiarazione dello stato di emergenza, in relazione agli eventi calamitosi derivanti dalla diffusione di incendi boschivi che stanno interessando il territorio della Calabria. Forse con un pizzico di ritardo, considerata la gravità della situazione che si trascina da oltre dieci giorni, ma la deputazione parlamentare reggina, si attivi con risolutezza con proposte ed interventi mirati alla ripresa delle aree colpite, dal punto di vista ambientale ed economico. Una mobilitazione partita in ritardo forse perché sottovalutata la gravità della situazione. Ma adesso occorre celerità, uomini e mezzi per far fronte ad un disastro senza precedenti per la nostra terra. La mano delittuosa dell’uomo ha causato cinque morti, di uomini e donne che, nel tentativo di salvare le proprietà di famiglia o gli animali da allevamento, hanno pagato il prezzo più alto per aver tentato di salvare i sacrifici di una vita. Auspichiamo che le autorità rintraccino e perseguano i responsabili di questo attentato alla comunità civile e al patrimonio paesaggistico e culturale del nostro Aspromonte. Cuore ferito di una Calabria devastata”. Così in una nota i sindacati CGIL, CISL e Uil.
“Ovvio è – prosegue la nota – che il Governo non è esente da colpe considerato che nel 2017 decise di sopprimere il Corpo forestale dello Stato, trasferendo soltanto al corpo dei Vigili del fuoco l’onere dello spegnimento degli incendi, peraltro senza nulla prevedere per l’attività e la formulazione di una strategia di prevenzione. Per non parlare della gestione della flotta di canadair appartenente allo Stato italiano, la quale è stata affidata a società private, sconfessando un principio politico di prim’ ordine, ossia l’ affidamento di una delicata funzione pubblica a dei privati. Sicurezza e salvaguardia ambientale devono essere in capo allo Stato e non a delle aziende!
Oltre a questi errori strategici relativi alle politiche di pianificazione prevenzione incendi, è opportuno ribadire che manca un piano regionale straordinario Forestazione, attraverso il quale si sarebbero dovute attivare le procedure per un livello occupazionale adeguato di operai forestali che avrebbero garantito interventi propedeutici ad evitare questa terribile devastazione di intere aree verdi, parchi naturali e interi ecosistemi.
Un dramma senza precedenti che sta scuotendo la comunità del Parco nazionale dell’Aspromonte, con le sue famiglie, i suoi imprenditori e i comuni che all’interno della grande area naturalistica insistono e costruiscono la loro identità. Il loro grido di dolore arriva dritto al cuore, perché si ha la terribile sensazione che con i boschi stia bruciando un pezzo del presente di tutti coloro che per e nell’Aspromonte, vivono e progettano il proprio. Ammirevole l’immane sforzo di Vigili del fuoco, di volontari, delle forze dell’ordine e dei sindaci che stanno combattendo la battaglia più difficile: impedire la propagazione delle fiamme. Ma senza l’aiuto di mezzi e strumenti adeguati ad un’emergenza nazionale, la situazione di criticità difficilmente rientrerà; rischiano di bruciare borghi, paesi interi e gli alberi più antichi dell’ecosistema aspromontano. E la paura rischia di prendere il sopravvento, nel vedere habitat distrutti, aziende ridotte in cenere, famiglie dilaniate da morte e disperazione. La rivoluzione culturale per una terra perduta non basta. Contro delinquenti e sciacalli serve la mano dura di uno Stato capace di assicurare alla giustizia i responsabili di veri e propri attentati. Mentre per l’approssimazione e l’incapacità amministrativa di chi avrebbe il compito di intervenire in materia di prevenzione e strategia conservativa dei Parchi e delle aree verdi, patrimonio ambientale, economico e culturale della collettività, penso che l’inibizione dai pubblici uffici sarebbe cosa buona e giusta”, conclude la nota.
📌Green pass strumento utile, ma obbligo di un trattamento sanitario spetta alla legge non alle relazioni industriali
“Noi siamo impegnati da anni per rivendicare la necessità di costruire una vera, grande strategia nazionale di contrasto agli incidenti mortali nei luoghi di lavoro, agli infortuni, alle malattie professionali: siamo davanti ad una grande emergenza nazionale. I numeri sono quelli di una guerra invisibile, di una strage inascoltata che va avanti da decenni”. Lo ha detto oggi il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ospite di Uno Mattina Estate.
“Più di 1200 morti ogni anno cui si aggiungono migliaia di incidenti più o meno visibili. I dati ufficiali denunciano una situazione fuori controllo: su 10 aziende controllate 8 sono fuori regola. Ecco perché dobbiamo porre con forza la necessità di intensificare verifiche, controlli, ispezioni, assumere ispettori e medici del lavoro, investire anche sulle tecnologie e sulla ricerca. Dobbiamo fare un grande intervento sulla prevenzione, la formazione, la comunicazione, incrociare le banche dati, assicurare un coordinamento tra tutti i livelli istituzionali, gli enti e le amministrazioni preposte ai controlli.
E poi bisogna fare uno sforzo di attuazione ed applicazione della legge 81/2008 in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che da 13 anni continua a non essere applicata integralmente. La sicurezza non è un costo, ma un vero investimento dell’impresa sulla qualità del lavoro, sulla produttività, sul miglioramento degli indici reputazionali delle stesse aziende”. Sbarra ha parlato anche della riforma degli ammortizzatori. “‘Si va verso una stretta finale del confronto sugli ammortizzatori sociali. Qualche giorno fa il Governo ha presentato alle parti sociali una proposta organica di riforma. Nei principi e nei titoli molte nostre richieste sono state accolte. L’idea è costruire un sistema universale, solidaristico, inclusivo, di tipo assicurativo, che assicuri sostegno al reddito durante le fasi di transizione ed il collegamento con le politiche attive.
Finalmente si portano dentro il sistema degli ammortizzatori sociali anche le piccole aziende sotto i sei dipendenti e si allargano interventi di protezione sociale al lavoro autonomo. Bisogna rafforzare di più gli interventi di sostegno per le persone che perdono il lavoro per accompagnarle durante le fasi di transizione con formazione e riqualificazione . Siamo in una condizione dove è possibile sottoscrivere un accordo. Certo molto dipende dalle risorse e dalle coperture finanziarie che il Governo metterà alla base di questo processo di riforma”.
Sul tema del green pass, “per la Cisl il primo comandamento è vaccinare le persone. Abbiamo sostenuto da mesi la necessità che la campagna di vaccinazione vada avanti in maniera spedita. Per questo abbiamo sottoscritto accordi importanti sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavori per alzare un argine al Covid ed abbiamo condiviso con le parti sociali ed il Governo anche un protocollo per sostenere la campagna di vaccinazione nei luoghi di lavoro. Siamo impegnati quotidianamente a diffondere ed animare questa necessità: il vaccino è l’unica arma per uscire dall’emergenza sanitaria e sconfiggere il coronavirus. Da questo punto di vista abbiamo riaffermato al Governo la volontà di fare la nostra parte.
Se c’è da aggiornare, rafforzare i protocolli per adeguarli a questa sfida noi siamo pronti. Così come abbiamo detto al Governo che se si ritiene sulla base di dati scientifici e sanitari che noi non conosciamo la necessità di adottare una norma legislativa per rendere obbligatoria la vaccinazione a tutte le persone, non solo ai lavoratori, il sindacato sosterrà questa iniziativa. Il green pass può essere uno strumento utile per sostenere la campagna di vaccinazione, ma non può diventare il modo surrentizio per scaricare sulle relazioni sindacali l’obbligo alla vaccinazione, che rimane in capo alla legge”.
Quando si è costretti a fare i conti con i tormenti dell’anima, i servizi assistenziali possono generare carezze di sollievo”.L’accreditamento dell’Hospice di Reggio Calabria è una buona notizia.
Per tutti. La struttura ‘Via delle stelle’, per la quale la Regione Calabria ha riconosciuto il valore inestimabile sia dal punto di vista dei servizi che per le cure prestate, rappresenta un baluardo di assistenza e soprattutto di umanità.
Un presidio dall’alto valore sociale, la cui funzione non ha carattere squisitamente sanitario, perché la sua necessaria esistenza è rivolta si, a coloro i quali decidono di farsi accompagnare negli ultimi istanti della propria vita, ma anche ai loro familiari che nei servizi della struttura affidano le più fievoli speranze di mitigazione di sofferenze. Personalmente, ho toccato con mano l’infinita umanità di una realtà che è sinonimo di buona sanità.
Perché anche quando si è costretti a fare i conti con i tormenti dell’anima, ci si accorge che anche dei semplici servizi assistenziali possono generare carezze di sollievo; il carico della disperazione è talmente pesante che spesso da soli non lo si può sopportare.Ma forse la sfida più grande sarebbe quella di puntare alla costituzione di altre realtà come quella di Via delle Stelle, perché purtroppo, ad oggi, sono troppi i casi di malattie terminali per le quali ancora non esiste una cura risolutiva; e nonostante i passi da gigante della medicina mondiale, quello che fu definito il male del secolo, risulta essere il male epocale.