L’evento di Siderno che vedrà la presenza del Segretario Generale CGIL Maurizio Landini, del Segretario Generale CISL Luigi Sbarra e del Segretario Generale UIL Pierpaolo Bombardieri rappresenta un’opportunità non solo per il territorio della locride, ma anche dell’area metropolitana.
Accendere i riflettori sulle tante criticità dell’estremo sud del Paese non è un fatto squisitamente simbolico, ma ha un’incidenza politica sindacale, e che testimonia la voglia di riscatto per una comunità che ha lo straordinario bisogno di non perdere l’opportunità del Recovery Fund. Ultima ancora di salvezza.
La presenza a Siderno dei leaders sindacali è un forte messaggio anche verso un Governo, impegnato nell’organizzazione e nella razionalizzazione delle risorse del PNRR, affinché non sacrifichi il nostro territorio con scelte anti-meridionaliste.
Tra i temi da dibattere certamente emergerà il senso delle nostre battaglie, nel e per un territorio costretto a rincorrere un gap storico, infrastrutturale, economico e di sviluppo, ma che conserva un patrimonio culturale e di civiltà in grado di farlo ripartire, davvero.
Accogliamo dunque con entusiasmo l’evento di portata nazionale che si svolgerà il 26 luglio a Siderno e attraverso il quale l’intera comunità reggina potrà ritrovarsi nella discussione e nell’approfondimento di idee e proposte che la riguardano da vicino.
Cgil Reggio Calabria Cgil Piana di Gioia Tauro Cisl Reggio Calabria Uil Reggio Calabria
Gregorio Pititto Celeste Logiacco Rosy Perrone Nuccio Azzarà
Un quadro allarmante quello proposto dall’Inapp, che mette in evidenza le debolezze e le fragilità di un mondo del lavoro sempre più colpito dal virus della precarietà. Ma non bisogna confondere questo morbo con forme buone e negoziate di flessibilità, come il contratto a termine e in somministrazione, che restano determinanti specialmente nelle fasi di ripartenza come l’attuale per far emergere il lavoro sommerso con assunzioni di qualità, ben tutelate e contrattualizzate».
Lo afferma il segretario generale Cisl, Luigi Sbarra, commentando i dati del rapporto Inapp.
«L’andamento della qualità occupazionale in Italia sconta proprio questa sostituzione. La flessibilità è diventata precarietà perché negli anni si è mortificata la contrattazione, si è sostituita la legge alle relazioni industriali, non si sono debitamente combattuti falsi contratti di collaborazione, tirocini e part-time fasulli o, peggio, lavoro nero o grigio. E poi la crepa più grande: quella di un sistema di ammortizzatori e politiche attive assolutamente inadeguato ed incapace di coprire in modo universale tutti i lavoratori assicurando costante sostegno al reddito, riqualificazione ed incontro tra domanda ed offerta».
«Tutto questo, amplificato dalla mancanza di adeguati investimenti, ha prodotto una drammatica frammentazione del mercato del lavoro che nessuna norma di legge può oggi magicamente sanare. Serve vero affidamento alla buona contrattazione ed ai rapporti sociali ed industriali, innovazioni concertate che promuovano il lavoro stabile, rendendolo più conveniente rispetto a quello a termine, sostenendo l’apprendistato come forma privilegiata di ingresso nel circuito produttivo. Ma contemporaneamente, specialmente in questa fase, bisogna anche aprire alla buona adattività contrattata, supportandola con un ombrello solido che protegga le persone durante ogni transizione lavorativa», conclude.
🗞Whirlpool non ha mai ricercato un accordo in questi mesi. I sindacati di categoria si erano detti disponibili ad aprire un tavolo di confronto per trovare una soluzione occupazionale ai 340 dipendenti di Napoli. Il Governo aveva messo in campo anche delle risorse a supporto di una intesa. Ma l’azienda ha fatto muro. E ieri ha confermato la sua decisione cinica di non procedere alle ulteriori 13 settimane di cassa integrazione. La verità è che il gruppo ha tenuto un comportamento irresponsabile. Vuole solo scappare via, abbandonando Napoli, il Sud, centinaia di famiglie. Una vera vergogna.
Noi non ci arrendiamo e chiediamo al Governo di mettere in campo tutte le prerogative di cui dispone per far tornare indietro l’azienda. La risposta dei lavoratori sarà solidale e nazionale, Whirlpool può starne certa. Napoli e tutto il Sud non possono subire l’ennesimo colpo su un tessuto sociale e produttivo. Il Mezzogiorno industriale ha bisogno di segnali forti dal sistema istituzionale e politico nazionale e regionale.
Non faremo sconti a questa azienda che si è sfilata nella peggiore delle maniere, trattando le famiglie come oggetti e lo Stato italiano come luogo di predazione e di speculazione. Ha fatto bene ieri il Presidente Draghi ad incontrare i lavoratori, ma non basta. Occorre una risposta concreta del Governo. Ci si deve muovere con tutta la forza delle istituzioni, con penalità vere per chi non rispetta i patti, per chi prende i soldi pubblici e poi dopo pochi anni scappa via. Il Sud non è una terra di conquista. Chi se ne va in questo modo deve sapere che in Italia non venderà più neanche un chiodo.
Inaccettabile ed ingiustificata la scelta di whirlpool di licenziare i 340 operai di Napoli. Chiediamo che si attivi il tavolo di monitoraggio previsto dall’accordo con Governo ed imprese per affrontare e gestire le situazioni di emergenza,- da Gkn a whirlpool. Ne va della credibilità di tutti i soggetti che hanno condiviso quella intesa.
Per favorire l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro vanno potenziati i centri per l’impiego: abbiamo solo 8 mila dipendenti contro gli 80 mila della Francia ed i 115 mila della Germania. Non si capisce perché si rallentino ancora le 11600 assunzioni già deliberate.
E sulla scadenza a dicembre di quota 100 va aperto subito un tavolo per neutralizzare il pericolo che dal primo gennaio i lavoratori si trovino davanti uno scalone di 5 anni. Ribadiamo: accesso flessibile alla pensione con 62 anni di età o 41 anni di contributi a qualunque età.
Va riconosciuto al Governo Draghi di aver affrontato con autorevolezza e determinazione i problemi del paese, a cominciare dal tema della vaccinazione della popolazione che è fondamentale per combattere la pandemia ed uscire dall’’emergenza sanitaria.
Anche sul piano del dialogo sociale abbiamo siglato cinque accordi con questo Governo su vari temi, rilanciando quella necessaria stagione di concertazione di cui il Paese ha bisogno per ripartire nella massima unità e coesione sociale. Questo per noi é il momento giusto per costruire un patto per il lavoro, la crescita e le riforme.
Bisogna mettere al centro dell’agenda gli investimenti, una nuova visione di politica industriale, la formazione, la transizione digitale, il futuro del Mezzogiorno, vincolare le risorse del Pnrr ad aumenti occupazionali, all’applicazione dei contratti, alla salute e sicurezza, alla legalità. Le Parti sociali devono entrare concretamente nel monitoraggio sui crono-programmi, mettendo in campo buone flessibilità negoziate per accelerare i cantieri, salvaguardando la qualità del lavoro.